The Telegraph: Donald Trump valuta il ritiro delle truppe dalla Germania

Il presidente degli Stati Uniti starebbe considerando lo spostamento di 35.000 militari verso l'Europa orientale in risposta alla spesa per la difesa europea.

The Telegraph: Donald Trump valuta il ritiro delle truppe dalla Germania

Donald Trump sarebbe valutando il ritiro delle truppe statunitensi dalla Germania e il loro ridispiegamento nell'Europa orientale, secondo quanto rivelato dal Telegraph.

La mossa riguarderebbe circa 35.000 soldati americani attualmente di stanza in territorio tedesco, con potenziali conseguenze sulle relazioni transatlantiche.

Riposizionamento strategico

La strategia di Trump prevede il riposizionamento delle forze americane in Europa, concentrandole nei Paesi NATO che hanno aumentato la loro spesa per la difesa per raggiungere l'obiettivo del 2% del PIL.

Secondo il Telegraph, l'Ungheria sarebbe tra le possibili destinazioni per le truppe da riposizionare.

Se fosse confermata, questa notizia avrebbe un significato molto rilevante: durante un recente vertice UE, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha posto, infatti, il veto a un impegno per rafforzare il sostegno all'Ucraina firmato da tutti gli altri Stati membri.

Durante il suo primo mandato, il presidente aveva già ordinato il ritiro di quasi 12.000 soldati dalla Germania, decisione poi bloccata da Joe Biden in seguito alle critiche del Congresso.

La posizione americana

Fonti vicine all'amministrazione riferiscono che il presidente è sempre più frustrato dalla percezione che l'Europa "stia spingendo per la guerra" senza investire adeguatamente nella propria difesa.

Anche il vicepresidente JD Vance aveva suggerito che gli USA potrebbero riconsiderare la presenza militare in Germania, collegando gli impegni di difesa americani alla posizione di Berlino sulla libertà di espressione:

"L'intera difesa della Germania è sovvenzionata dal contribuente americano. Pensate che il contribuente americano lo sopporterà se in Germania si viene incarcerati per aver pubblicato un tweet cattivo?"

Già a gennaio, fonti hanno riferito che il presidente intende ridurre il contingente americano in Europa del 20% e chiedere un "contributo finanziario" per il mantenimento delle truppe rimanenti.

Brian Hughes, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale statunitense, ha dichiarato:

"L'esercito americano sta sempre considerando il ridispiegamento delle truppe per affrontare al meglio le minacce attuali ai nostri interessi."

La risposta europea

Nel frattempo, in Europa sono stati avviati colloqui di emergenza nel tentativo di rafforzare la propria sicurezza in maniera autonoma, senza fare affidamento sugli Stati Uniti.

In questo contesto, fino a 20 Paesi potrebbero unirsi, con diversi ruoli, al piano britannico per dispiegare forze di peacekeeping in Ucraina nell'ambito di un accordo post-bellico, con Gran Bretagna e Francia in prima linea nella formazione di una "coalizione dei volenterosi".

A Bruxelles, i leader europei hanno proseguito con il loro sostegno all'Ucraina nonostante il veto ungherese. Così si legge nel comunicato finale approvato da 26 Paesi membri su 27:

"Raggiungere la 'pace attraverso la forza' richiede che l'Ucraina sia nella posizione più forte possibile, con robuste capacità militari e di difesa."

Nel frattempo, i partiti che dovrebbero formare la prossima coalizione di governo tedesca hanno già concordato di allentare le restrizioni costituzionali sui prestiti, per finanziare una spesa di mille miliardi di euro per difesa e infrastrutture – un cambiamento significativo nella cultura politica tedesca tradizionalmente avversa al debito.

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