Texas: la Guardia Nazionale potrà effettuare arresti di migranti per conto delle autorità federali

L'Amministrazione Trump concede alla Guardia Nazionale del Texas l'autorità di effettuare arresti in materia di immigrazione, mentre si scatenano nuove proteste a Los Angeles contro la linea dura di Trump sull’immigrazione.

Texas: la Guardia Nazionale potrà effettuare arresti di migranti per conto delle autorità federali

In una mossa che dà maggior potere alle autorità statali nella gestione della lotta all'immigrazione, la Guardia Nazionale del Texas ha ottenuto poteri equiparabili a quelli degli agenti federali dell'immigrazione.

L'accordo, annunciato dal governatore Greg Abbott, è entrato in vigore immediatamente, segnando una svolta significativa nella politica di controllo delle frontiere dell'Amministrazione Trump.

I dettagli dell'accordo

Il memorandum d'intesa, redatto dal commissario facente funzioni del Customs and Border Protection (CBP) Pete Flores, prevede un sostanziale ampliamento delle capacità operative della Guardia Nazionale texana.

I militari potranno condurre pattugliamenti e esercitare tutte le funzioni tipiche degli agenti dell'immigrazione, con l'unico vincolo della presenza di un ufficiale dell'immigrazione o un agente della Border Patrol durante le operazioni.

Questa espansione delle competenze si inserisce nel più ampio contesto della dichiarazione di emergenza nazionale al confine tra Stati Uniti e Messico, firmata dal presidente Trump all'inizio del suo secondo mandato.

La decisione si allinea anche con una direttiva del Department of Homeland Security del 23 gennaio, che ha già esteso i poteri di arresto nei confronti di sospetti immigrati irregolari a diverse agenzie federali, tra cui i U.S. Marshals, la Drug Enforcement Administration (DEA), il Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives e il Federal Bureau of Prisons.

Questa strategia riflette l'impegno dell'Amministrazione Trump a intensificare le espulsioni di immigrati privi di documenti.

Le controversie legali e le proteste

L'American Civil Liberties Union (ACLU) ha già avviato un'azione legale contro l'espansione delle deportazioni "fast-track", sostenendo che la procedura viola sia la legge federale sia la clausola del giusto processo del Quinto Emendamento.

La contestazione si concentra principalmente sulla drastica riduzione delle udienze complete a cui gli immigrati avrebbero diritto, sollevando questioni fondamentali sui diritti civili.

Nel frattempo, la linea dura anti immigrazione della nuova Amministrazione Trump ha scatenato proteste a Los Angeles, dove centinaia di manifestanti hanno occupato il centro città e temporaneamente bloccato l'autostrada 101.

La manifestazione, definita dalla polizia come "non autorizzata", ha visto una forte partecipazione, con i manifestanti che hanno marciato fino al municipio esprimendo la loro opposizione alle politiche anti immigrazione dell'Amministrazione Trump.

Le autorità hanno dovuto emettere un ordine di dispersione alle 18:00, mentre i manifestanti occupavano ancora sia le strade del centro sia tratti dell'autostrada.

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