Texas, alluvione sul fiume Guadalupe: almeno 52 morti e decine di dispersi

Le piogge torrenziali hanno colpito la regione collinare del Kerr County alla vigilia del 4 luglio. Una ventina di bambine di un campo estivo cristiano risultano ancora disperse. La piena ha colto di sorpresa le autorità, sollevando critiche alla gestione delle allerte.

Texas, alluvione sul fiume Guadalupe: almeno 52 morti e decine di dispersi

Le inondazioni che hanno colpito il Texas tra il 3 e il 4 luglio hanno causato almeno 52 morti, di cui 43 nella sola contea di Kerr. La causa è stata la piena improvvisa del fiume Guadalupe, ingrossatosi di oltre otto metri in meno di un’ora a seguito di precipitazioni intense e concentrate. La tragedia ha investito un’area turistica nota come Flash Flood Alley, una delle regioni più soggette a inondazioni improvvise degli Stati Uniti.

Tra le vittime si contano 28 adulti e 15 bambini. Ventisette bambine risultano ancora disperse: facevano parte di un gruppo di circa 750 partecipanti al Camp Mystic, campo estivo cristiano femminile a Hunt, lungo le rive del fiume. Il direttore e proprietario del campo ha perso la vita, così come il responsabile di un altro campeggio nella zona.

Il livello del fiume, secondo le autorità locali, è salito da circa 0,9 metri a oltre 10 metri in novanta minuti, con una portata che ha raggiunto i 4.700 metri cubi al secondo. La pioggia ha toccato i 250–300 millimetri all’ora in alcune aree, pari a un terzo delle precipitazioni medie annue del Kerr County. Alcune zone hanno registrato livelli compatibili con quelli di una “piena centennale”.

Oltre 860 persone sono state evacuate, almeno 160 delle quali con l’ausilio di elicotteri. Otto feriti sono stati registrati. Le operazioni di soccorso hanno coinvolto 500 operatori, 14 elicotteri, la Guardia nazionale del Texas e la Guardia costiera statunitense. La ricerca dei dispersi continua senza sosta, ha dichiarato il governatore Greg Abbott. Il suo vice ha affermato che alcune delle bambine disperse potrebbero essere semplicemente irraggiungibili per via delle comunicazioni interrotte, ma le speranze si affievoliscono con il passare delle ore.

I critici hanno puntato il dito contro la gestione delle allerte meteo. Il National Weather Service, parte della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), aveva emesso un’allerta alluvione già nel pomeriggio del 3 luglio e una seconda in serata per 30.000 persone. Tuttavia, le autorità locali non hanno ordinato l’evacuazione. Un funzionario della contea, Rob Kelly, ha ammesso: «Non abbiamo un sistema di allerta». Secondo il meteorologo Daniel Swain, non è corretto attribuire responsabilità alla NOAA: le previsioni erano presenti, ma il fenomeno è stato di intensità eccezionale e sottovalutato a livello locale.

L’episodio si inserisce in un contesto meteorologico noto. L’area è soggetta a fenomeni intensi per la combinazione di aria calda e umida proveniente dal Golfo del Messico e dal Pacifico, che scontrandosi con correnti fredde delle Grandi Pianure genera temporali estremi. La conformazione calcarea delle colline non trattiene l’acqua, che scorre rapidamente lungo i pendii e i canyon, trasformando i ruscelli in torrenti impetuosi.

L’elevata temperatura del Golfo del Messico ha intensificato la portata delle precipitazioni, un fenomeno ormai comune che i meteorologi definiscono rain bombs, “bombe d’acqua”. Secondo gli esperti, questi episodi tenderanno ad aumentare con l’innalzamento delle temperature globali.

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