Tensioni USA-Ucraina: dopo lo scontro con Zelensky, primi dissensi nel partito repubblicano

La senatrice repubblicana dell'Alaska, Lisa Murkowski, critica duramente l'approccio del presidente americano dopo lo scontro con il leader ucraino alla Casa Bianca.

Tensioni USA-Ucraina: dopo lo scontro con Zelensky, primi dissensi nel partito repubblicano

La politica estera americana verso l'Ucraina ha subito una brusca svolta dopo il teso incontro bilaterale tra il presidente Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy avvenuto venerdì scorso.

Durante l'evento, descritto come "disastroso" dagli osservatori, Trump ha rimproverato pubblicamente il leader ucraino, segnando un cambio di rotta significativo nella posizione degli Stati Uniti sul conflitto russo-ucraino.

La reazione di Murkowski: "Disgustata dall'Amministrazione"

La senatrice repubblicana Lisa Murkowski dell'Alaska ha rilasciato una dichiarazione di ferma condanna: "Sono disgustata nel vedere l'Amministrazione che sembra allontanarsi dai nostri alleati e abbracciare Putin, una minaccia per la democrazia e i valori statunitensi in tutto il mondo".

La Murkowski ha aggiunto:

"Questa settimana è iniziata con funzionari dell'Amministrazione che si rifiutavano di riconoscere che la Russia ha iniziato la guerra in Ucraina. Si conclude con una conversazione tesa e scioccante nello Studio Ovale e con voci dalla Casa Bianca che potrebbero tentare di porre fine a tutto il sostegno statunitense all'Ucraina".

Questa critica rappresenta una rara voce di dissenso all'interno del Partito Repubblicano, dove la maggioranza dei membri si è allineata dietro la posizione "America First" di Trump.

Il nuovo corso della politica estera americana

L'aspro rimprovero di Trump e del vicepresidente JD Vance nei confronti di Zelenskyy segna una chiara svolta nella politica estera americana. Nelle ultime settimane, l'Amministrazione Trump ha più volte indicato che l'allineamento con gli alleati europei non è più una priorità.

A febbraio, durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il vicepresidente Vance aveva rimproverato gli alleati europei con un discorso che ha provocato onde d'urto globali.

Trump ha segnalato con crescente chiarezza che uno dei suoi principali obiettivi è normalizzare le relazioni con il Cremlino, cercando di ribaltare l'ordine di sicurezza globale.

Elon Musk da parte sua è andato anche oltre, dicendosi d'accordo alla richiesta di uscita degli Stati Uniti sia dalla NATO che dalle Nazioni Unite.

Reazioni contrastanti nel Partito Repubblicano

La maggioranza dei repubblicani ha accolto con favore il cambio di rotta di Trump. Il senatore Lindsey Graham ha dichiarato che il presidente ucraino dovrebbe dimettersi, aggiungendo:

"Non so se potremo mai più fare affari con Zelenskyy".

Altri repubblicani hanno mostrato sostegno a Trump sui social media, condividendo video del teso scambio. Il senatore Tommy Tuberville ha definito Zelensky "quella donnetta ucraina".

Tuttavia, Murkowski non è stata l'unica voce critica.

Il senatore John Curtis e il deputato Don Bacon hanno entrambi espresso delusione per la piega dell'incontro.

"La diplomazia e l'arte di governo sembrano essere state lasciate alla porta dello Studio Ovale oggi", ha scritto Curtis su X, esprimendo la speranza che gli Stati Uniti e l'Ucraina possano "tornare al tavolo e far avanzare le prospettive di una pace giusta".

Bacon ha definito il fiasco "un brutto giorno per la politica estera americana" affermando che l'Ucraina "vuole far parte dell'Occidente", mentre la Russia "odia noi e i nostri valori occidentali".

Il sostegno internazionale all'Ucraina

Mentre a Washington si consumava lo scontro interno anche al partito repubblicano, Zelensky si è recato a Londra per una visita al primo ministro britannico Keir Starmer, che ha dato una dimostrazione pubblica di sostegno al presidente ucraino.

Starmer ha evidenziato la "determinazione incrollabile" del Regno Unito nel sostenere l'Ucraina, affermando che il Paese ha il "pieno sostegno di tutto il Regno Unito".

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