Tensioni USA-Iran: Trump minaccia “conseguenze gravi” senza un accordo sul nucleare

Il presidente statunitense avverte Teheran dopo la risposta iraniana alla sua lettera inviata tre settimane fa. L'Oman si propone come mediatore in un possibile negoziato indiretto.

Tensioni USA-Iran: Trump minaccia “conseguenze gravi” senza un accordo sul nucleare
Immagine creata dall’intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Le tensioni tra Stati Uniti e Iran sul programma nucleare iraniano continuano ad intensificarsi.

Il presidente Donald Trump ha nuovamente lanciato un chiaro avvertimento a Teheran, dichiarando ieri che “cose molto negative accadranno all’Iran” se non sarà raggiunto un nuovo accordo sul programma nucleare.

“L’Iran è molto in alto nella mia lista delle priorità. Dovremo parlarne, altrimenti accadranno cose molto negative all’Iran, e non voglio che questo accada”, ha affermato Trump.

“La mia forte preferenza è risolvere diplomaticamente la questione con l’Iran, ma se non ci riusciremo, cose molto, molto negative accadranno.”

Queste dichiarazioni seguono la risposta di Teheran a una lettera inviata da Trump tre settimane fa alla Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, nella quale il presidente americano minacciava un’azione militare in assenza di un accordo entro due mesi.

L’Oman si propone come mediatore

Secondo quanto riportato da Axios, fonti informate dei fatti hanno confermato che la risposta iraniana è stata consegnata tramite il Sultanato dell’Oman, che a breve recapiterà il messaggio alla Casa Bianca.

Questo ruolo di intermediario assunto dall’Oman è significativo, soprattutto considerando che Trump aveva scelto inizialmente gli Emirati Arabi Uniti come mediatore tra i due Paesi.

Il Ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha spiegato ieri che l’Iran ha preferito utilizzare l’Oman come intermediario grazie al precedente positivo ruolo svolto dagli omaniti nelle mediazioni con gli Stati Uniti, e per la fiducia che Teheran ripone nel governo di Mascate.

Araghchi ha anche ribadito che l’Iran non è interessato a negoziati diretti con Washington, ma è disposto solo a dialogare indirettamente attraverso l’Oman.

La posizione iraniana

Ali Shamkhani, ex capo del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale iraniano e consigliere di Khamenei, ha descritto la risposta iraniana a Trump come “moderata”.

Shamkhani ha affermato che Teheran è disponibile a negoziati indiretti con gli USA, purché si svolgano “su un piano di parità”, e che il Paese è pronto a compiere passi ulteriori se questo approccio sarà rispettato.

Va ricordato che nel 2018 Trump si ritirò unilateralmente dall’accordo nucleare del 2015, stipulato dal suo predecessore Barack Obama.

Khamenei ha più volte indicato questo ritiro come prova della scarsa affidabilità degli Stati Uniti, mettendo in dubbio la possibilità stessa di negoziati fruttuosi con Washington.

Lo stato attuale del programma nucleare iraniano

Negli ultimi quattro anni, il programma nucleare iraniano ha fatto progressi significativi e, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), la riserva di uranio arricchito al 60% in possesso dell’Iran basterebbe per costruire sei bombe nucleari, qualora venisse ulteriormente arricchita al 90%.

Questa situazione evidenzia l’urgenza della questione nucleare, spiegando la determinazione dell’Amministrazione Trump nel cercare un accordo che limiti le capacità nucleari iraniane, anche tramite minacce di azione militare qualora fallissero i tentativi diplomatici.

Il recente scambio di comunicazioni indirette tra Stati Uniti e Iran rappresenta il primo significativo tentativo di riaprire un canale negoziale dopo anni di tensioni crescenti e il collasso dell’accordo precedente.

L’Oman potrebbe rappresentare una possibile via diplomatica per uscire dall’attuale situazione di stallo, ma resta da verificare se le due parti riusciranno a superare la profonda diffidenza reciproca accumulata in decenni di relazioni complesse e ulteriormente compromesse dal ritiro statunitense dall’accordo del 2015.

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