Tensioni alla Casa Bianca: Witkoff propone la cessione di territori ucraini alla Russia, Kellogg si oppone

Tensioni interne all'Amministrazione Trump sulle trattative con Mosca mentre il presidente continua a puntare ad un cessate il fuoco entro maggio.

Tensioni alla Casa Bianca: Witkoff propone la cessione di territori ucraini alla Russia, Kellogg si oppone

Nell’ambito dei colloqui per porre fine al conflitto in Ucraina, Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti per i negoziati con Mosca, ha proposto al presidente Donald Trump una controversa strategia che assegnerebbe alla Russia il controllo di quattro regioni orientali ucraine.

Questa proposta è stata avanzata durante un incontro alla Casa Bianca, successivo a una cena che Witkoff aveva avuto con Kirill Dmitriev, un emissario del presidente russo Vladimir Putin, riporta Reuters, causando diverse apprensioni tra i repubblicani al Congresso.

Secondo l’agenzia stampa, Witkoff avrebbe sostenuto che il modo più rapido per ottenere un cessate il fuoco consisterebbe nel riconoscere ufficialmente alla Russia il possesso integrale delle regioni di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson, aree che Mosca ha tentato di annettere illegalmente nel 2022 e che non controlla neppure interamente.

Durante lo stesso incontro, però, il generale Keith Kellogg, inviato del presidente per l’Ucraina, ha espresso una ferma opposizione a questa idea, sottolineando che Kyiv non accetterà mai di cedere unilateralmente tali territori.

L’incontro alla Casa Bianca si è così concluso senza alcuna decisione definitiva e Witkoff è successivamente partito per la Russia, dove ha incontrato lo stesso Putin.

Tensioni nell’Amministrazione Trump

I funzionari dell’amministrazione Trump appaiono sempre più divisi sulla strategia da adottare riguardo al conflitto ucraino.

In particolare, emergono forti contrasti tra Witkoff, che spinge per una posizione più conciliante nei confronti di Mosca, e Kellogg, che sostiene invece un appoggio più diretto a Kyiv.

Diplomatici occidentali che dialogano con l’Amministrazione Trump hanno confermato la crescente divisione interna.

Questa situazione è stata aggravata dalla scelta iniziale di Witkoff di invitare Dmitriev, già sottoposto a sanzioni dagli Stati Uniti, a una cena privata nella propria residenza, un’iniziativa considerata una violazione delle normali procedure di sicurezza. La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato hanno così deciso di spostare l’incontro in una sede ufficiale.

Le precedenti controverse dichiarazioni di Witkoff

Le proposte di Witkoff hanno provocato indignazione non solo tra gli avversari politici, ma anche tra alcuni esponenti repubblicani, preoccupati dall’apparente inclinazione dell’Amministrazione Trump verso Mosca.

Già in precedenza, durante una controversa intervista con Tucker Carlson del 21 marzo, Witkoff ha pubblicamente suggerito di cedere le quattro regioni ucraine alla Russia, sostenendo che “sono aree di lingua russa dove la popolazione ha espresso chiaramente, attraverso referendum, il desiderio di essere sotto controllo russo”.

Queste affermazioni hanno destato forte preoccupazione all’interno degli ambienti della sicurezza nazionale statunitense, poiché rispecchiano la propaganda del Cremlino, nonostante i referendum siano stati bollati come illegittimi dai governi occidentali.

Alcuni repubblicani al Congresso si sono rivolti direttamente al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz e al Segretario di Stato Marco Rubio per esprimere la loro contrarietà.

Ruolo di Witkoff e preoccupazioni internazionali

Steve Witkoff ricopre un ruolo sempre più cruciale nella politica estera dell’Amministrazione Trump.

Prima dell’insediamento del presidente, Witkoff aveva già ottenuto risultati significativi come il cessate il fuoco temporaneo a Gaza ed il successo dei negoziati per il rilascio di un cittadino statunitense detenuto in Russia.

Recentemente si è recato nuovamente a Mosca per colloqui diretti con Putin e prossimamente sarà impegnato anche in trattative con l’Iran in Medio Oriente.

Per gli alleati occidentali degli Stati Uniti, però, questa situazione di divisioni interne e le proposte controverse di Witkoff alimentano l’impressione che Washington manchi di una strategia chiara.

In questo conteso, funzionari europei hanno espresso il timore che l’Amministrazione Trump possa adottare misure che potrebbero destabilizzare ulteriormente non solo l’Ucraina, ma l’intera architettura di sicurezza europea.

“Riceviamo spesso segnali contraddittori da diverse parti dell’Amministrazione”, ha commentato un diplomatico occidentale, “e questo rafforza la sensazione che non ci sia un piano coerente.”

La strategia di Trump e le critiche interne

Dal suo insediamento a gennaio, il presidente Trump ha apportato significative modifiche alla politica estera degli Stati Uniti, premendo affinché l’Ucraina accettasse un cessate il fuoco e ridimensionando molte misure adottate dalla precedente Amministrazione Biden contro la Russia.

Trump ha dichiarato pubblicamente di voler ottenere un cessate il fuoco entro maggio, sottolineando la necessità di porre fine a un conflitto che ha causato centinaia di migliaia di vittime. Tuttavia, gli unici due accordi parziali finora raggiunti – uno sulle infrastrutture energetiche e uno sul Mar Nero – alla fine non sono stati implementati, alimentando frustrazione in Trump.

Diversi funzionari statunitensi ed europei temono inoltre che la Russia stia approfittando dell’inesperienza di Witkoff nei negoziati. In una lettera del 26 marzo, Eric Levine, un influente donatore repubblicano, ha esortato apertamente:

“Witkoff deve essere sostituito da Rubio.”

Anche i democratici hanno espresso forti critiche. Ned Price, ex portavoce del Dipartimento di Stato sotto Biden, ha accusato Witkoff e Trump di aver commesso un grave errore diplomatico:

“Hanno messo pubblicamente in mostra la loro disperazione nel cercare un accordo.”
Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.