Tagli al Dipartimento dell’Energia: a rischio 8.500 posti, coinvolti anche i tecnici nucleari
Tra i dipendenti potenzialmente licenziati figurano 500 specialisti dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Nucleare. Il Dipartimento guidato da Elon Musk ha già ridotto di 75.000 unità il personale federale da gennaio

Il Ministero dell’Energia degli Stati Uniti ha identificato circa 8.500 dipendenti che potrebbero essere licenziati, secondo quanto emerge da un documento interno citato da Bloomberg. L’elenco, ancora oggetto di valutazioni, è stato redatto in seguito alle direttive del Dipartimento di Efficienza Governativa (DOGE), organo guidato da Elon Musk e creato con l’insediamento dell’amministrazione Trump per razionalizzare la spesa pubblica.
A destare particolare attenzione è il fatto che tra i potenziali esuberi vi siano anche 500 dei circa 3.000 specialisti dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Nucleare (NNSA). Questi tecnici, classificati come “secondari” dall’attuale amministrazione, svolgono funzioni cruciali come la manutenzione e l’ammodernamento dell’arsenale nucleare statunitense.
La notizia ha sollevato immediate reazioni politiche. La rappresentante Marcy Kaptur e la senatrice Patty Murray, entrambe esponenti del Partito Democratico, hanno definito i possibili tagli “estremamente allarmanti”. In un comunicato congiunto, hanno dichiarato: “È estremamente allarmante che il ministero stia considerando il licenziamento degli stessi esperti incaricati di garantire la sicurezza e l'affidabilità degli armamenti nucleari. Questi pericolosi tagli non devono avvenire. Esortiamo ad abbandonare questa follia”.
Il Dipartimento dell’Energia, che attualmente conta 17.500 dipendenti, ha chiarito che nessuna decisione definitiva è stata presa e che sono in corso valutazioni su più scenari. Tuttavia, le preoccupazioni non si limitano agli ambiti militari: il ministero ha un ampio raggio di competenze, che comprende anche la gestione delle centrali idroelettriche, lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, la manutenzione delle reti elettriche e i programmi di efficienza energetica per le abitazioni.
Il tema dei licenziamenti nel settore energetico federale non è nuovo. Già nel febbraio scorso, l’amministrazione Trump era stata costretta a reintegrare centinaia di tecnici dell’NNSA precedentemente allontanati su indicazione dello stesso dipartimento guidato da Musk. Il ripensamento era maturato dopo aver riconosciuto che molti di questi dipendenti ricoprivano ruoli strategici nella gestione dell’arsenale nucleare e nella supervisione di appaltatori chiave.
Il Ministro dell’Energia Chris Wright ha ammesso pubblicamente che quei tagli furono un errore. Tuttavia, ha anche sottolineato che durante la precedente amministrazione Biden, il dipartimento aveva visto una crescita eccessiva del personale, che ora necessita di essere contenuta.
Dal mese di gennaio, il DOGE ha promosso la riduzione di circa 75.000 posti di lavoro nel pubblico impiego, una cifra che rappresenta il 4% dell’intero corpo dei dipendenti federali. Come riportato dal Washington Post, ai lavoratori coinvolti è stato proposto un incentivo all’esodo: mantenimento dello stipendio fino a settembre in cambio delle dimissioni volontarie. Offerte simili sarebbero state estese anche a dipendenti di altre agenzie federali.