Stop alla mediazione diretta, gli Stati Uniti cambiano approccio nei negoziati tra Russia e Ucraina

Il Dipartimento di Stato annuncia che Washington non sarà più un mediatore attivo tra le parti. Intanto l'UE e gli Stati Uniti coordinano un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca, con il Senato americano pronto a imporre misure "senza precedenti".

Stop alla mediazione diretta, gli Stati Uniti cambiano approccio nei negoziati tra Russia e Ucraina

Gli Stati Uniti non assumeranno più un ruolo di mediazione attiva nei negoziati tra Russia e Ucraina. A confermarlo è stata Tammy Bruce, portavoce del Dipartimento di Stato, annunciando una revisione del modo in cui Washington intende contribuire agli sforzi diplomatici per la fine del conflitto. La dichiarazione è stata riportata nel corso di una conferenza stampa.

La portavoce ha citato esplicitamente il Segretario di Stato Marco Rubio, secondo cui la nuova metodologia non esclude il coinvolgimento degli Stati Uniti nel processo di pace, ma ne ridimensiona il profilo operativo:

“Siamo certamente ancora impegnati in questo processo e continueremo ad aiutare e fare tutto il possibile. Ma non intendiamo volare in giro per il mondo al primo segnale per mediare incontri”.

Il cambio di linea si inserisce in un contesto più ampio, in cui l’Amministrazione del presidente Donald Trump sembra orientata a concentrare l’attenzione su altre priorità geopolitiche. In un’intervista rilasciata a Fox News, lo stesso Rubio ha affermato che le posizioni tra le due parti in conflitto “sono ancora piuttosto distanti”. Secondo il Segretario di Stato:

“Putin non può conquistare tutta l’Ucraina, e l’Ucraina non è in grado di respingere la Russia dove si trovava prima del 2014”.

Rubio ha precisato che gli Stati Uniti non rinunceranno a supportare il raggiungimento di un accordo, ma ha anche riconosciuto che il presidente Trump dovrà “decidere quanto tempo ancora” dedicare a questa crisi, facendo riferimento ad altre problematiche globali giudicate più strategiche.

“Non che la guerra in Ucraina non sia importante, ma direi che ciò che sta accadendo con la Cina è più importante nel lungo periodo per il futuro del mondo”.

Nel frattempo, l’Unione Europea ha annunciato l’elaborazione di un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. A renderlo noto è stato il Ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot, dopo un incontro proprio con il Segretario di Stato Rubio a Washington. Il nuovo pacchetto, il diciassettesimo, verrà coordinato con gli Stati Uniti ed ha l'intento di aumentare la pressione su Mosca qualora non dovesse accettare un cessate il fuoco.

“Ho promesso al senatore Lindsey Graham che cercheremo di coordinare questi due pacchetti sanzionatori sia nella sostanza che nelle tempistiche”, ha dichiarato Barrot all’agenzia AFP. Il giorno precedente, il senatore repubblicano aveva reso noto il sostegno del Senato americano a un provvedimento che prevede sanzioni “schiaccianti” contro Mosca, inclusi dazi del 500% contro i Paesi che acquistano risorse energetiche russe, come petrolio, gas e uranio.

Il disegno di legge gode dell’appoggio di 72 senatori, una maggioranza sufficiente per superare persino un eventuale veto da parte del presidente Trump. “Putin commetterà un grande errore se cercherà di giocare con Trump”, ha dichiarato Graham, sostenendo che la legge costituirà uno strumento di pressione per forzare la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati.

Barrot ha inoltre ribadito che, secondo la posizione europea, la responsabilità dello stallo nei negoziati ricade su Mosca. “Putin non ha compiuto alcuno sforzo e non ha dato alcun segnale di disponibilità alla pace con l’Ucraina”, ha affermato. Il Ministro francese ha anche lodato la posizione del governo di Kyiv, che si sarebbe dichiarato disponibile a un cessate il fuoco immediato e senza condizioni, come indicato dal presidente Volodymyr Zelensky.

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