Stati Uniti e Israele discutono di un'amministrazione americana temporanea per Gaza
Discussioni riservate tra Stati Uniti e Israele ipotizzano una gestione transitoria della Striscia, sul modello dell’Iraq nel 2003. Hamas e Autorità Nazionale Palestinese sarebbero escluse

Stati Uniti e Israele hanno avviato colloqui sulla possibilità che Washington guidi un’amministrazione temporanea nella Striscia di Gaza una volta conclusa la fase militare del conflitto in corso. La notizia, riportata da Reuters, descrive un progetto ancora in fase preliminare ma significativo per le implicazioni politiche e diplomatiche.
L’ipotesi prevede la creazione di un governo transitorio sotto la guida di un funzionario statunitense, incaricato di sovrintendere Gaza fino alla sua completa demilitarizzazione, alla stabilizzazione dell’area e all’emergere di una nuova amministrazione palestinese considerata sostenibile. Le fonti hanno paragonato il piano all’Autorità Provvisoria di Coalizione istituita in Iraq nel 2003. Allora, l’organismo guidato dagli Stati Uniti prese il controllo del paese dopo la caduta di Saddam Hussein, ma fu presto percepito da molti iracheni come una forza di occupazione e trasferì il potere a un governo iracheno ad interim nel 2004, senza essere riuscito a fermare l’insurrezione crescente.
Questo precedente solleva interrogativi sull’efficacia di un’iniziativa analoga in un contesto profondamente diverso come quello di Gaza. Le divergenze politiche, culturali e storiche tra Iraq e Palestina, così come l’elevata sensibilità internazionale attorno alla questione israelo-palestinese, rendono complesso valutare la fattibilità e le conseguenze di una simile amministrazione.
La durata dell’eventuale amministrazione americana a Gaza non sarebbe definita in modo rigido, ma dipenderebbe dall’evoluzione della situazione sul campo. Non è stata fissata una tempistica precisa, né sono stati resi noti i criteri per determinare il momento in cui il controllo dovrebbe passare a una nuova leadership palestinese.
Nel quadro del progetto, altri paesi sarebbero invitati a partecipare alla gestione della Striscia, anche se non è stato specificato quali potrebbero essere coinvolti. L’intenzione, secondo le fonti, sarebbe quella di costruire un’amministrazione multilaterale sotto guida statunitense, con la partecipazione di tecnocrati palestinesi. Tuttavia, verrebbero esclusi sia Hamas – il gruppo che controllava Gaza prima del conflitto – sia l’Autorità Nazionale Palestinese, attualmente guidata da Mahmoud Abbas e riconosciuta dalla comunità internazionale come rappresentante legittimo del popolo palestinese.
L’esclusione dell’Autorità Nazionale Palestinese appare particolarmente rilevante. Nonostante il suo ruolo riconosciuto nei consessi diplomatici e il sostegno di diverse capitali occidentali, la proposta attualmente sul tavolo tra Washington e Tel Aviv sembrerebbe non prevedere alcun coinvolgimento diretto dell’ANP. Una scelta che potrebbe ridurre la legittimità dell’amministrazione agli occhi dei palestinesi stessi, oltre a complicare l’accettazione del piano da parte di attori regionali e internazionali.
La proposta arriva in un contesto di forti pressioni internazionali per delineare una strategia sostenibile per il futuro di Gaza. Con il conflitto ancora in corso e gravi preoccupazioni umanitarie sul terreno, la comunità internazionale cerca risposte su chi e come potrà governare la Striscia una volta cessate le ostilità. Il modello proposto dagli Stati Uniti, sebbene ancora lontano da una definizione operativa, rappresenta un segnale della volontà di Washington di assumere un ruolo diretto nella gestione del dopoguerra.