Stati Uniti e Israele cercano destinazioni in Africa orientale per i Palestinesi di Gaza

Il piano di Trump per il reinsediamento dei profughi palestinesi incontra sempre più resistenze e solleva preoccupazioni legali.

Stati Uniti e Israele cercano destinazioni in Africa orientale per i Palestinesi di Gaza
Foto di Mohammed Ibrahim / Unsplash

Stati Uniti e Israele hanno avviato contatti con funzionari di tre governi dell'Africa orientale per discutere l'utilizzo dei loro territori come potenziali destinazioni per il trasferimento dei Palestinesi sfollati dalla Striscia di Gaza.

Questo secondo quanto rivelato da funzionari americani e israeliani all'agenzia stampa internazionale Associated Press.

I Paesi coinvolti sarebbero Sudan, Somalia e la regione separatista somala nota come Somaliland.

Questi approcci diplomatici dimostrano la determinazione di USA e Israele nel portare avanti il piano postbellico proposto dal presidente Donald Trump per prendere il controllo di Gaza e trasformarlo in una “Riviera del Mediterraneo”, nonostante sia stato ampiamente condannato e sollevi serie questioni legali e morali.

La scelta di queste aree, caratterizzate da povertà e in alcuni casi da violenza diffusa, mette però in discussione l'obiettivo dichiarato da Trump di reinsediare i palestinesi di Gaza in una "bellissima area".

Secondo quanto riferito all'Associated Press, funzionari sudanesi hanno respinto le proposte americane, mentre rappresentanti di Somalia e Somaliland hanno dichiarato di non essere a conoscenza di alcun contatto in merito.

Il piano di Trump per Gaza

Il piano di Trump prevede il trasferimento permanente degli oltre 2 milioni di abitanti di Gaza verso altre località.

Secondo la proposta, gli Stati Uniti prenderebbero possesso del territorio, supervisionerebbero un lungo processo di bonifica e lo svilupperebbero come progetto immobiliare.

L'idea di un trasferimento di massa dei palestinesi era un tempo considerata una fantasia della frangia ultranazionalista israeliana.

Tuttavia, da quando Trump ha presentato l'idea durante un incontro alla Casa Bianca il mese scorso, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu l'ha elogiata definendola una "visione audace".

I palestinesi di Gaza hanno respinto categoricamente la proposta, respingendo le affermazioni israeliane secondo cui le partenze sarebbero volontarie.

Il piano alternativo arabo

Le nazioni arabe hanno espresso una forte opposizione e offerto un piano di ricostruzione alternativo che lascerebbe i palestinesi nei loro luoghi attuali.

Gruppi per i diritti umani hanno dichiarato che forzare o fare pressione sui palestinesi affinché lascino Gaza potrebbe configurarsi come un potenziale crimine di guerra.

Nonostante le critiche, la Casa Bianca ha dichiarato però che Trump "sostiene la sua visione".

Fonti americane e israeliane, parlando a condizione di anonimato data la natura riservata dell'iniziativa diplomatica, hanno confermato i contatti con Somalia e Somaliland, mentre gli americani hanno confermato anche quelli con il Sudan.

Non è chiaro quanto siano seri questi sforzi o a quale livello si siano svolte le discussioni.

Secondo i funzionari statunitensi, le iniziative separate da parte di USA e Israele verso le tre potenziali destinazioni sono iniziate il mese scorso, pochi giorni dopo che Trump ha presentato il piano per Gaza insieme a Netanyahu. Israele starebbe assumendo la guida in queste discussioni.

Israele e Stati Uniti dispongono di vari incentivi – finanziari, diplomatici e di sicurezza – da offrire a questi potenziali partner.

Si tratta di una formula che Trump ha già utilizzato cinque anni fa quando ha mediato gli Accordi di Abramo, una serie di accordi diplomatici reciprocamente vantaggiosi tra Israele e quattro Paesi arabi.

La reazione in Israele

Gli uffici di Netanyahu e di Ron Dermer, Ministro del governo israeliano e confidente di Netanyahu che guida la pianificazione postbellica di Israele, non hanno voluto rilasciare commenti sulla questione.

Tuttavia, il Ministro ultra nazionalista delle Finanze Bezalel Smotrich, sostenitore di lunga data della cosiddetta emigrazione "volontaria" dei palestinesi, ha confermato questa settimana che Israele sta lavorando per identificare Paesi disposti ad accogliere i palestinesi.

Smotrich ha anche aggiunto che Israele sta preparando un "ufficio per l'emigrazione" all'interno del suo Ministero della Difesa.

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