Starship di SpaceX raggiunge lo spazio ma si disintegra durante il rientro
Il razzo più potente mai costruito ha superato le missioni precedenti, ma la perdita di controllo durante il rientro ha impedito il completamento dei test più critici
Il nono volo di prova di Starship, il razzo sviluppato da SpaceX per portare l’uomo su Marte, ha segnato un passo avanti ma non ha raggiunto tutti gli obiettivi previsti. Lanciato martedì da Starbase, in Texas, il razzo ha raggiunto con successo lo spazio, ma non è riuscito a rientrare integro nell’atmosfera terrestre, disintegrandosi prima di completare la missione.
Durante il volo, la navetta spaziale ha sviluppato una perdita di propellente a metà percorso, perdendo stabilità e iniziando a ruotare fuori controllo. Questo ha compromesso la fase di rientro, impedendo alla navetta di sopravvivere alle temperature dell’atmosfera. I detriti sono caduti nell’Oceano Indiano, lontano da aree abitate.
L'accaduto ha evidenziato le difficoltà ancora presenti nello sviluppo dello stadio superiore del razzo, una componente essenziale per rendere Starship riutilizzabile. La riutilizzabilità è un elemento chiave della visione di Elon Musk, fondatore di SpaceX, che punta a rendere possibili viaggi interplanetari, a partire da missioni su Marte.
Prima del lancio, Musk aveva dichiarato che “la cosa di gran lunga più importante” era testare il rientro del veicolo spaziale. Parlando con Tim Dodd, giornalista del podcast Everyday Astronaut, aveva sottolineato la rilevanza della protezione termica, composta da piastrelle applicate alla parte inferiore del razzo. “È tutto una questione di piastrelle”, aveva affermato. Tuttavia, la rotazione fuori controllo ha reso impossibile raccogliere i dati sui materiali protettivi, costringendo l’azienda a ripetere i test nei prossimi voli.
Nonostante il fallimento del rientro, il volo ha mostrato progressi significativi. L’ascesa è avvenuta regolarmente e si è conclusa con lo spegnimento previsto dei motori principali. “Starship è arrivato al previsto spegnimento dei motori della nave, quindi un grande miglioramento rispetto al volo precedente!” ha scritto Musk su X. Inoltre, ha segnalato che durante l’ascesa non si sono verificate perdite significative delle piastrelle dello scudo termico, un problema che aveva afflitto le missioni precedenti. La causa principale della disintegrazione, secondo Musk, è stata invece la perdita di pressione nel serbatoio principale, indotta da una perdita di propellente durante la fase di crociera e rientro.
La missione ha anche previsto l’impiego di un booster Super Heavy riutilizzato, già impiegato in un volo di gennaio. Questo rappresenta un importante passo verso l’obiettivo della riutilizzabilità. Il booster ha funzionato correttamente durante la fase di salita, ma è stato perso durante la discesa, quando tre motori si sono accesi per simulare un atterraggio controllato nel Golfo del Messico. SpaceX ha chiarito che stava sperimentando limiti di prestazione del booster e che l’insuccesso in questa fase non costituisce necessariamente una battuta d’arresto.
In concomitanza con il lancio, Musk avrebbe dovuto tenere un discorso intitolato “La strada per rendere la vita interplanetaria”. Tuttavia, pochi minuti dopo l’orario previsto, l’evento è stato rimandato. Dopo il volo non ne ha più fatto menzione. In un nuovo post pubblicato su X, ha dichiarato che i prossimi tre voli di prova si svolgeranno con una cadenza più rapida, uno ogni tre o quattro settimane. Un ritmo che appare ambizioso, dato che i progressi nel programma Starship sono risultati più lenti rispetto alle promesse iniziali di Musk.
Una delle scadenze più rilevanti per SpaceX è rappresentata dal contratto con la NASA per la missione Artemis III. Starship è stato selezionato come modulo di atterraggio lunare per riportare astronauti sulla superficie lunare nei prossimi anni. Il contratto, del valore di diversi miliardi di dollari, non sembra tuttavia entusiasmare Musk. Nel colloquio con Dodd, ha definito gli obiettivi del programma Artemis, avviato durante la prima amministrazione del presidente Trump, come “oggettivamente deboli”, sostenendo che sarebbe più utile costruire una base sulla Luna o inviare persone su Marte.
Nel contesto del suo obiettivo marziano, Musk ha annunciato l’intenzione di inviare nel 2026 circa cinque Starship sul pianeta rosso, non con equipaggi umani ma con robot Optimus prodotti da Tesla, la sua azienda di auto elettriche. Per rendere possibile questo piano, saranno necessari progressi significativi su tecnologie non ancora sperimentate, come i lanci ravvicinati e il trasferimento orbitale di propellente tra navicelle.