Starship completa con successo il decimo volo di prova
Il razzo di SpaceX rompe una serie di fallimenti, testa lo scudo termico e rilascia otto satelliti fittizi in orbita, passo cruciale verso la missione lunare Artemis III della NASA

SpaceX ha portato a termine martedì 26 agosto un’importante missione di prova con Starship, il razzo più grande mai costruito, segnando un punto di svolta dopo una serie di insuccessi. Il decimo volo del sistema da 123 metri di altezza ha visto il distacco dallo stadio Super Heavy, il rilascio in orbita di otto satelliti Starlink simulati e il rientro controllato attraverso l’atmosfera terrestre, testando nuovi scudi termici.
Il lancio è avvenuto alle 19:30 ora locale (00:30 italiane) dal complesso di Starbase, in Texas. Dopo circa tre minuti il booster ha separato lo stadio superiore, che ha proseguito verso lo spazio. A mezz’ora dal decollo, Starship ha attivato per la prima volta il suo sistema di rilascio satellitare, soprannominato “distributore Pez”, espellendo otto prototipi non operativi della costellazione Starlink. Si tratta di una dimostrazione fondamentale per il futuro del business dei lanci commerciali di SpaceX.
Un’ora dopo, il veicolo ha affrontato il rientro a velocità supersonica sopra l’Oceano Indiano. La navicella era rivestita da migliaia di piastrelle esagonali progettate per resistere al calore e ridurre la necessità di manutenzione tra un volo e l’altro. Elon Musk, fondatore e amministratore delegato di SpaceX, aveva sottolineato alla vigilia del test che il principale ostacolo rimane “lo scudo termico orbitale riutilizzabile”. Nonostante il danneggiamento di alcune piastrelle e l’erosione dei flap posteriori, la capsula ha mantenuto il controllo fino all’impatto verticale in mare, previsto dai progettisti.
Il razzo si è posato sull’acqua a ovest dell’Australia, prima di inclinarsi ed esplodere in una palla di fuoco, conseguenza attesa del sistema di terminazione del volo. Il booster, alto 70 metri, ha invece mirato a un ammaraggio controllato nel Golfo del Messico, simulando un diverso assetto di atterraggio.
Il successo rappresenta una tappa decisiva nella strategia di sviluppo di SpaceX, fondata sul metodo “provare fino a fallire”. Le tre missioni precedenti si erano concluse con esplosioni in fase di lancio o con perdita di controllo durante il rientro. L’approccio, più rapido rispetto ai tradizionali protocolli aerospaziali, ha permesso all’azienda di superare oltre 500 lanci con Falcon 9, ma aveva sollevato dubbi sulla solidità del programma Starship dopo una serie di guasti recenti.
NASA punta proprio su Starship per la missione Artemis III, che dovrà riportare due astronauti americani sulla superficie lunare, la prima volta dopo il programma Apollo. Sean Duffy, amministratore ad interim dell’agenzia, ha commentato su X che “il successo del decimo volo apre la strada al sistema di atterraggio umano che porterà gli astronauti sulla Luna”. Artemis III è ufficialmente in calendario per il 2027, ma analisti ed esperti ritengono probabile uno slittamento.
Starship è anche al centro della visione di Musk di trasporto interplanetario: il razzo è progettato per essere completamente riutilizzabile e per trasportare carichi fino a 250 tonnellate. L’obiettivo dichiarato resta quello di rendere possibili missioni verso Marte, sebbene per raggiungere destinazioni oltre l’orbita bassa sarà necessario dimostrare rifornimenti in orbita, una tecnologia non ancora testata. Musk ha annunciato che SpaceX tenterà già nel 2026 un trasferimento di propellenti tra due Starship.
Il test ha inoltre un impatto diretto sulla costellazione Starlink, che garantisce una quota significativa delle entrate di SpaceX, stimate in 15,5 miliardi di dollari nel 2025. Finora i satelliti sono stati messi in orbita con Falcon 9, ma le nuove generazioni, più grandi, richiederanno la capacità di carico di Starship.
L’azienda ha costruito una catena di montaggio a ritmo serrato a Starbase, trasformata in municipalità a maggio grazie a un voto popolare sostenuto dai dipendenti. Questo complesso industriale è il cuore della produzione dei prototipi che consentono di accelerare i test.
Nonostante i progressi, gli esperti ritengono che la strada sia ancora lunga. Oltre a perfezionare lo scudo termico, SpaceX dovrà riuscire a far atterrare Starship intatta e sviluppare operazioni di rifornimento in orbita. Anche Artemis III dipenderà da questi risultati. Todd Harrison, analista dell’American Enterprise Institute, ha osservato che la missione “ha probabilmente raggiunto tutti gli obiettivi prefissati” e ha ridato slancio al programma, ma ha ricordato che “ci sono ancora molti problemi tecnici da risolvere”.
Il decimo volo ha comunque invertito una tendenza negativa, permettendo a SpaceX di consolidare la propria posizione dominante nel settore spaziale commerciale. Le difficoltà di concorrenti come Blue Origin, Boeing e Lockheed Martin hanno rafforzato la leadership di Musk, già sostenuta dai contratti governativi e dal successo di Falcon 9.
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