Sono ripresi i colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran, ma per ora sono stati fatti pochi passi avanti
Avviato il primo round di negoziati a Oman. L'inviato americano Steve Witkoff ed il Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi si sono incontrati brevemente oggi in Oman. La linea rossa di Trump: "L'Iran non può avere armi nucleari".

Stati Uniti e Iran hanno tenuto oggi in Oman il primo round di colloqui indiretti sul programma nucleare iraniano, segnando il primo tentativo diplomatico dell'Amministrazione Trump sulla questione da quando il presidente è tornato alla Casa Bianca. L'incontro è durato circa due ore e mezza ed è stato mediato dal Ministro degli Esteri omanita, Badr Al-Busaidy.
Ai colloqui hanno partecipato il Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e l'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff. Sebbene le discussioni siano state prevalentemente indirette – con le due delegazioni in stanze separate e i messaggi veicolati attraverso la mediazione dell'Oman – i rappresentanti di Stati Uniti e Iran hanno avuto un breve scambio diretto alla conclusione dell'incontro.
"Ci sono stati quattro scambi di messaggi tramite i mediatori omaniti", ha riferito Araghchi alla televisione di Stato iraniana. Si tratta del primo contatto diretto tra funzionari statunitensi e iraniani dalla nuova Smministrazione Trump.
Posizioni degli Stati Uniti e dell'Iran
Il presidente Trump ha ribadito la necessità che l'Iran raggiunga rapidamente un accordo che impedisca la produzione di armi nucleari. "Voglio che l'Iran sia un paese meraviglioso, grande e felice, ma non può avere un'arma nucleare", ha dichiarato ieri ai giornalisti a bordo dell'Air Force One.
La posizione statunitense, espressa chiaramente dall'inviato Witkoff al Wall Street Journal, è improntata sulla richiesta iniziale dello smantellamento totale del programma nucleare iraniano. Tuttavia, Witkoff ha lasciato intendere possibili margini di compromesso, precisando che la linea rossa è rappresentata dal "fermare l'uso militare delle capacità nucleari iraniane".
Da parte iraniana, Araghchi ha invece indicato come obiettivo il raggiungimento di un accordo "giusto e rispettoso, su un piano di parità", e ha aggiunto che Teheran punta a definire un calendario chiaro per proseguire i negoziati. Prima dell'inizio delle discussioni, il Ministro ha incontrato Al-Busaidy, ringraziando l'Oman per l'ospitalità e il ruolo svolto nella mediazione.
Contesto e prospettive future
I colloqui si svolgono in un contesto particolarmente delicato. Nel 2018 Trump aveva infatti deciso di ritirare gli Stati Uniti dal precedente accordo nucleare con l'Iran negoziato dall'Amministrazione Obama, imponendo nuovamente dure sanzioni economiche. Proprio questa settimana, gli Stati Uniti hanno imposto ulteriori sanzioni contro cinque entità e una persona iraniane, accusate di supportare il programma nucleare.
Secondo il Ministro degli Esteri dell'Oman, i colloqui si sono svolti "in un'atmosfera amichevole, favorevole al riavvicinamento delle posizioni". Witkoff ha aggiunto che il primo incontro ha avuto come principale obiettivo la "costruzione di fiducia", più che l'esame dettagliato di termini specifici per un eventuale accordo.
Entrambe le parti hanno già confermato un secondo incontro previsto per sabato prossimo, sempre in Oman. Araghchi ha sottolineato che "entrambe le parti riconoscono la necessità di raggiungere rapidamente un accordo".
Al momento, però le posizioni restano ancora lontane. Washington chiede lo smantellamento del programma nucleare, mentre Teheran insiste sul proprio diritto di sviluppare tecnologie nucleari per scopi pacifici e sulla revoca delle sanzioni. I prossimi incontri chiariranno se esiste un reale spazio di negoziazione tra queste posizioni al momento inconciliabili.