Shapiro contro Harris: il suo libro contiene "bugie palesi"
La reazione furiosa del politico democratico più popolare della Pennsylvania alle accuse contenute in "107 Days". "Sono bugie palesi", dice il governatore che era stato considerato per la vicepresidenza. Un episodio che rivela le tensioni interne al partito e le ambizioni per il 2028.
Josh Shapiro è noto per il controllo che mantiene nelle sue apparizioni pubbliche. Il governatore della Pennsylvania, 52 anni, ripete risposte calibrate parola per parola anche quando i giornalisti insistono con le stesse domande. Ma quando il giornalista Tim Alberta gli ha rivelato il contenuto del libro di memorie di Kamala Harris, Shapiro ha reagito in modo inaspettato.
Harris non lo aveva avvisato. Nel suo libro intitolato "107 Days", l'ex vicepresidente ha accusato Shapiro di essersi comportato come se la nomina fosse già cosa fatta, arrivando a chiedere informazioni su come esporre opere di artisti della Pennsylvania nella residenza ufficiale del vicepresidente. Ha scritto che Shapiro aveva preteso "di essere presente per ogni decisione" che lei avrebbe potuto prendere. E ha raccontato che durante il colloquio per la vicepresidenza il governatore aveva dominato la conversazione al punto che lei aveva dovuto ricordargli che non sarebbe stato co-presidente.
"Ha scritto questo nel suo libro?", ha chiesto Shapiro quando Alberta gli ha letto il passaggio sull'arte nella residenza. "Sono stronzate complete e totali". Poi ha aggiunto: "Posso dire che i suoi resoconti sono bugie palesi".
Il governatore ha spiegato di aver fatto "un sacco di domande" durante l'incontro, ribattendo: "Non faresti domande anche tu se qualcuno ti parlasse di formare una partnership e lavorare insieme?". Secondo Shapiro, ciò che lo irritava era che Harris lo stesse dipingendo come egoista e ossessionato dall'ambizione, voci che lo hanno seguito per tutta la carriera.
Quando Alberta gli ha chiesto se si sentisse tradito, considerando che si conoscevano da vent'anni, Shapiro ha risposto: "Voglio dire, sta cercando di vendere libri e coprirsi il culo". Poi si è fermato e ha corretto: "Non dovrei dire 'coprirsi il culo'. Non penso sia appropriato. Sta cercando di vendere libri. Punto".
Secondo Alberta, che ha letto il libro e parlato con persone di entrambi gli schieramenti, le descrizioni dell'incontro sono per lo più coerenti. Shapiro è arrivato nervoso, irritato dai tentativi di alcuni democratici di sabotare la sua candidatura. Il governatore, che è ebreo, era particolarmente infastidito dalle insinuazioni antisemite provenienti dalla sinistra del partito. I due hanno saltato le formalità e Shapiro ha proceduto a intervistare Harris, invece che il contrario.
Dalle fonti vicine a Shapiro emerge che il governatore aveva perso rispetto per Harris durante la campagna del 2024, e non solo perché lei aveva scelto qualcun altro come vice. Nella sua visione, considerando la posta in gioco per il partito democratico e per la democrazia americana, gli errori di Harris durante la campagna, in particolare l'aver ignorato l'evidente declino di Joe Biden, erano gravi. Ma fino a quel momento era stato attento a non dirlo pubblicamente.
L'episodio mostra le dinamiche interne al partito democratico. Shapiro, che molti prevedono possa candidarsi alla presidenza nel 2028, ha costruito la sua carriera sulla capacità di gestire le situazioni politiche con precisione. Ma questo scontro con Harris rivela anche alcuni suoi limiti. Per un uomo con un profilo pubblico consolidato e decenni di esperienza in cariche elettive, Shapiro rimane una figura le cui vere opinioni e motivazioni sono oggetto di dibattito.
Nell'ultimo anno, Shapiro ha dovuto affrontare un presidente che ha usato il governo federale contro avversari politici, ha evacuato moglie e figli da una residenza data alle fiamme da un aspirante assassino, ha affrontato un'ondata di antisemitismo dall'estrema destra e dall'estrema sinistra. Il governatore della Pennsylvania mantiene un indice di gradimento intorno al 60 per cento nello stato, una percentuale elevata considerando che la Pennsylvania è uno degli stati più contesi del paese.
Il fatto che Harris abbia scelto Tim Walz come vicepresidente potrebbe rivelarsi vantaggioso per Shapiro. Ha evitato una sconfitta elettorale e ora si trova nella posizione di beneficiare del rifiuto dell'elettorato verso alcune posizioni della sinistra democratica. Se dovesse candidarsi nel 2028, Shapiro farebbe campagna nella prima elezione dell'era post-Trump.
Lo scontro con Harris resta comunque un episodio significativo. Mostra le tensioni tra figure di spicco del partito democratico e le diverse strategie in vista delle prossime elezioni presidenziali. Per Shapiro, noto per le sue risposte misurate, questo confronto pubblico rappresenta un momento insolito di esposizione diretta.