Senatori Dem chiedono a Trump il ritiro delle truppe da Los Angeles

La lettera firmata da 47 senatori democratici chiede la fine dei dispiegamenti militari federali nelle città statunitensi

Senatori Dem chiedono a Trump il ritiro delle truppe da Los Angeles

Tutti i senatori democratici degli Stati Uniti hanno firmato una lettera indirizzata al presidente Trump per chiedere il ritiro immediato delle forze militari da Los Angeles. L’iniziativa, guidata dal senatore della California Alex Padilla, è stata resa nota da Axios e rappresenta una delle più forti prese di posizione collettive del partito contro l’uso della forza militare da parte dell’amministrazione federale per gestire le proteste civili.

Nella lettera, i 47 senatori democratici chiedono a Trump di “ritirare immediatamente tutto il personale militare che è stato schierato a Los Angeles nei giorni recenti” e di “cessare qualsiasi ulteriore minaccia di schierare la Guardia nazionale o altro personale militare in servizio attivo nelle città americane in assenza di una richiesta del governatore”. Secondo i firmatari, il rispetto per la Costituzione e per le autorità civili locali richiede una netta separazione tra ordine pubblico e gestione militare.

La mobilitazione dei democratici arriva in seguito a un episodio che ha suscitato forte indignazione tra i parlamentari: giovedì il senatore Padilla è stato fisicamente rimosso da una conferenza stampa della segretaria alla Sicurezza interna Kristi Noem, durante la quale è stato ammanettato. Le immagini dell'accaduto hanno rapidamente fatto il giro dei media e alimentato la reazione del partito, che ha denunciato un grave abuso nei confronti di un membro in carica del Senato.

Il trattamento subito da Padilla ha rafforzato l’unità dei democratici contro l’approccio dell’amministrazione Trump, già al centro delle critiche per aver federalizzato la Guardia nazionale della California senza il consenso del governatore e per aver mobilitato oltre 700 marine nello Stato per affrontare le proteste contro il piano di rimpatri di massa.

Il Pentagono ha dichiarato venerdì che i soldati statunitensi presenti a Los Angeles non saranno incaricati dell’applicazione della legge, ma si limiteranno a proteggere proprietà e personale federali. Tuttavia, il dispiegamento militare rimane controverso. Una corte d’appello federale ha autorizzato giovedì la continuazione dell’operazione, almeno temporaneamente, nonostante l’opposizione delle autorità statali.

Il programma di rimpatri dell’amministrazione è divenuto il catalizzatore di un’ondata di proteste che ha interessato numerose città statunitensi. Trump ha minacciato di estendere ulteriormente i dispiegamenti militari, affermando la necessità di garantire l’ordine in tutto il paese. I democratici, però, sostengono che queste misure minacciano l’equilibrio costituzionale tra Stato federale e Stati membri, e accusano il presidente di usare la forza armata a fini politici.

Il movimento di protesta contro i rimpatri è in espansione. A Los Angeles, dove la tensione resta alta, il dispiegamento militare è stato percepito da molti manifestanti come un atto di intimidazione. La presenza di truppe federali nelle strade e l’arresto di un senatore hanno alimentato una narrazione sempre più diffusa tra i democratici: quella di un’amministrazione che usa mezzi eccezionali per reprimere l’opposizione politica e sociale.

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