Senato Usa verso nuove sanzioni contro la Russia

Il disegno di legge, sostenuto da 82 senatori, mira a colpire Mosca e i Paesi che acquistano il suo petrolio. Graham minaccia dazi del 500% alla Cina e prevede pressioni su Europa e OPEC

Senato Usa verso nuove sanzioni contro la Russia
Photo by Ian Hutchinson / Unsplash

Il Senato degli Stati Uniti potrebbe iniziare già nei prossimi giorni l'esame di un nuovo disegno di legge volto a rafforzare le sanzioni contro la Russia e contro i Paesi che continuano a sostenerne l'economia attraverso l'acquisto di materie prime. Lo ha annunciato il senatore repubblicano Lindsey Graham nel corso di un briefing a Kiev. L’iniziativa, presentata in aprile con il sostegno bipartisan del democratico Richard Blumenthal, si propone di incrementare la pressione economica sul Cremlino per indurlo a porre fine alla guerra in Ucraina.

Secondo Graham, la Russia non ha alcuna reale volontà di negoziare la pace. “Non credo che la Russia sia interessata alla pace. Mentre parliamo, stanno concentrando truppe al confine ucraino per una possibile offensiva in estate o in autunno. Tutti i loro discorsi di pace sono un tentativo di prolungare il processo negoziale”, ha dichiarato il senatore. A suo avviso, un’osservazione attenta delle dinamiche militari sul campo rivela come Vladimir Putin stia in realtà preparando una nuova fase del conflitto, non un accordo di cessate il fuoco.

Graham ha affermato che l’Ucraina continua a cercare una soluzione pacifica, mentre Mosca porta avanti una politica aggressiva. Ha inoltre annunciato che il Senato inizierà a discutere il disegno di legge già nella settimana compresa tra il 2 e l’8 giugno. “Alcuni membri della Camera dei deputati sono pronti ad aggiungere i loro emendamenti. Vedrete le azioni del Congresso”, ha aggiunto.

Il senatore ha ricordato che il presidente Donald Trump aveva già imposto al Cremlino una scadenza di due settimane per dimostrare la volontà di porre fine alle ostilità. Secondo Graham, trascorso quel periodo sarà evidente che la Russia sta solo “giocando un gioco a spese degli Stati Uniti e del resto del mondo”. “Cambieremo le regole di questo gioco per la Russia. Il gioco che sta giocando Putin cambierà presto. Gli Stati Uniti gli infliggeranno un duro colpo quando si arriverà alle sanzioni”, ha dichiarato.

Il disegno di legge prevede un impianto sanzionatorio articolato su più livelli. Oltre alle sanzioni primarie contro la Russia, sono previste anche misure secondarie che colpiranno individui, aziende e Stati che contribuiscono – direttamente o indirettamente – a sostenere l’economia di guerra russa. Sono contemplati due scenari di attivazione: nel caso in cui i negoziati di pace falliscano, oppure nel caso in cui Mosca violi un accordo eventualmente raggiunto. Una delle misure più rilevanti consiste nell’imposizione di una tariffa del 500% sulle importazioni da Paesi che continuano ad acquistare da Mosca petrolio, uranio o altre risorse strategiche.

Il disegno di legge ha già ottenuto il sostegno di 82 senatori su 100, segno di un ampio consenso trasversale al Congresso. L’intento dichiarato è quello di colpire in modo significativo le entrate derivanti dall’export energetico russo, che costituisce una parte sostanziale del bilancio statale.

Durante il suo intervento a Kiev, Graham ha indirizzato un messaggio diretto alla Cina, affermando che non potrà continuare ad acquistare petrolio russo senza conseguenze. “Se continuerete ad acquistare petrolio a buon mercato da Putin – il carburante per la sua macchina militare – tutti i vostri beni che entrano negli Stati Uniti saranno soggetti a dazi del 500%”, ha dichiarato.

Secondo Graham, circa il 70% del petrolio russo è destinato a Cina e India, che sono quindi i principali acquirenti del greggio di Mosca. Il senatore ha fatto sapere di voler proseguire il suo viaggio europeo con tappe in Francia e Germania, nel tentativo di ottenere il sostegno degli alleati per una strategia coordinata. In particolare, cercherà di convincere i governi europei ad abbassare ulteriormente il tetto massimo del prezzo del petrolio russo, al fine di limitarne i ricavi.

Parallelamente, Graham intende fare pressione sui Paesi dell’OPEC affinché aumentino i livelli di produzione, contribuendo così a ridurre i prezzi mondiali del petrolio e a ridimensionare il vantaggio competitivo del greggio russo venduto con sconti.

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