Scontro Trump-Newsom sulle proteste di Los Angeles: il governatore si candida a leader dell'opposizione
Il presidente ha ordinato l'invio dei Marines in California dopo le manifestazioni contro gli arresti di immigrati. Il governatore democratico ha accusato la Casa Bianca di "autoritarismo" e sfidato Trump ad arrestarlo.

Il governatore della California Gavin Newsom e il presidente Donald Trump sono sempre più ai ferri corti dopo l'esplosione delle proteste a Los Angeles contro gli arresti di massa di immigrati. Lo scontro ha raggiunto il culmine lunedì quando Trump ha dichiarato che Newsom dovrebbe essere arrestato per "grave incompetenza", mentre il governatore ha accusato il presidente di "autoritarismo".
La tensione è esplosa dopo una telefonata venerdì sera. Secondo la Casa Bianca, Trump ha chiamato Newsom esortandolo a mobilitare la polizia mentre immagini di rivoltosi riempivano i notiziari. Trump ha raccontato a Fox News di aver detto a Newsom di "muoversi e fermare le rivolte". Newsom ha definito questa versione una "bugia totale", sostenendo che Trump non lo avesse mai chiamato.
Lunedì Trump ha poi dichiarato: "Penso che il suo crimine principale sia stato candidarsi a governatore perché ha fatto un pessimo lavoro". La risposta di Newsom è stata diretta: "Arrestami, ma smettila di attaccare queste persone vulnerabili". "I nostri Padri Fondatori non sono vissuti e morti per questo", ha aggiunto Newsom al Wall Street Journal dal centro operativo di emergenza della contea di Los Angeles. Il governatore 57enne, considerato un potenziale candidato presidenziale democratico, si è così posizionato sempre di più come leader dell'opposizione.
Le implicazioni politiche
Per Newsom, questo momento rappresenta opportunità e rischio. La sua risposta combattiva ha galvanizzato i democratici, ma rischia di consolidare la sua immagine di leader progressista mentre stava cercando di moderare il suo profilo in vista del 2028.
Parlando delle sue aspirazioni presidenziali, Newsom non ha negato il suo interesse: "Al momento non sto pensando di candidarmi, ma è un percorso che potrei vedere svilupparsi", ha detto al Wall Street Journal. Dan Schnur, docente di comunicazione politica all'UC Berkeley, ha osservato: "Nell'era post-Biden, Newsom sa che il Partito Democratico sta cercando leader in grado di combattere. Sa di irritare Trump, quindi usa questo a suo vantaggio".
L'attuale scontro contrasta con le immagini di gennaio, quando i due leader si erano abbracciati dopo che Trump aveva visitato lo Stato dopo i devastanti incendi invernali. Ma Newsom sostiene ora che Trump sia diventato più vendicativo: gli aiuti promessi non si sono materializzati e l'Amministrazione sta anzi minacciando di trattenere altri finanziamenti federali.
"Ho la responsabilità di difendere i valori che la stragrande maggioranza degli americani considera cari", ha concluso Newsom. "Respingeremo le tendenze autoritarie. E resteremo qui per il lungo periodo".
I dati dell'opinione pubblica
Un sondaggio YouGov ha intanto rilevato che il 45% degli americani disapprova le proteste di Los Angeles, contro il 36% che le approva. Con margine simile (45% contro 39%), però, gli americani disapprovano anche la gestione delle espulsioni da parte di Trump. Una pluralità di americani disapprova anche l'invio di Guardia Nazionale e Marines.
La Casa Bianca sostiene, in ogni caso, di avere a suo favore l'opinione pubblica: "I rivoltosi violenti hanno attaccato le forze dell'ordine, dato fuoco alle auto e alimentato il caos", ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Abigail Jackson. "Il presidente Trump è giustamente intervenuto per proteggere gli agenti federali".