Schumer resiste alle pressioni: "Non mi dimetto dalla leadership democratica"

Il leader della minoranza al Senato difende la sua posizione nonostante le critiche interne al partito per il voto sul disegno di legge di finanziamento repubblicano

Il leader della minoranza democratica al Senato, Chuck Schumer, ha dichiarato in un'intervista trasmessa domenica su NBC News che non ha intenzione di dimettersi dalla sua posizione di leadership, nonostante le crescenti pressioni all'interno del suo partito. "Non mi dimetto", ha affermato Schumer nel programma "Meet the Press".

La controversia nasce dal sostegno di Schumer a un disegno di legge di finanziamento voluto dai repubblicani, una mossa che ha suscitato forti critiche all'interno del partito democratico. Il leader della minoranza ha difeso la sua posizione sostenendo che, sebbene il disegno di legge fosse "certamente negativo", uno shutdown del governo federale sarebbe stato "15 o 20 volte peggiore".

"È stato un voto di principio", ha dichiarato Schumer, aggiungendo che "a volte, quando sei un leader, devi fare cose per evitare un vero pericolo che potrebbe presentarsi. L'ho fatto per pura convinzione su ciò che un leader dovrebbe fare e su ciò che era giusto per l'America e il mio partito. Le persone non sono d'accordo".

Secondo Schumer, uno shutdown avrebbe dato all'amministrazione Trump "il potere esclusivo" di determinare ciò che è "essenziale", concedendo loro ampia libertà per "sviscerare ulteriormente il governo federale". Ha inoltre sostenuto che non ci sarebbe stata una "via d'uscita" da uno shutdown, e che solo "quelle persone malvagie ai vertici del ramo esecutivo" avrebbero potuto riaccendere le luci.

La decisione di Schumer ha scatenato una significativa opposizione tra i democratici della Camera, molti dei quali vedono il suo voto come un segno di debolezza piuttosto che di leadership risoluta. Le rappresentanti progressiste del cosiddetto "Squad", Ilhan Omar e Alexandria Ocasio-Cortez, hanno alimentato ulteriormente le tensioni giovedì. Durante un incontro pubblico, Omar ha descritto il sostegno del Senato al disegno di legge repubblicano come una rinuncia al "nostro primo punto di leva". Ocasio-Cortez, in un comizio insieme al senatore indipendente Bernie Sanders in Nevada, ha chiesto "un Partito Democratico che combatta più duramente per noi".

Sebbene né Omar né Ocasio-Cortez abbiano direttamente chiesto le dimissioni di Schumer, si vocifera che alcuni democratici alla Camera stiano incoraggiando proprio Ocasio-Cortez a sfidare Schumer per il suo seggio al Senato nel 2028.

Sanders, in un'intervista trasmessa domenica su ABC's "This Week", ha dichiarato che l'approvazione del disegno di legge "non sarebbe dovuta accadere, punto". Ha notato che "Schumer è il leader del partito", ma ha aggiunto che il "punto fondamentale" è un problema più ampio oltre il leader della minoranza al Senato. "Non è solo Chuck Schumer", ha detto, prendendo di mira "un partito democratico... dominato dai miliardari" che è fuori contatto con i problemi degli americani comuni.

Schumer nell'intervista ha anche detto che gli Stati Uniti stanno affrontando una crisi costituzionale nei primi giorni di Trump 2.0. "La democrazia è a rischio", ha affermato, aggiungendo successivamente: "Ora, dobbiamo combattere in ogni modo possibile".

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