Salute infantile in forte peggioramento negli Stati Uniti
Uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association rivela un aumento di mortalità e malattie croniche tra bambini e adolescenti americani, con tassi molto superiori alla media OCSE e una situazione in rapido deterioramento dal 2019
La salute dei bambini negli Stati Uniti mostra un peggioramento marcato e diffuso, secondo un’analisi pubblicata il 12 agosto sul Journal of the American Medical Association (JAMA). Lo studio, guidato dal pediatra Christopher B. Forrest del centro ospedaliero-universitario di Filadelfia, indica che negli ultimi diciassette anni la mortalità e la morbidità infantile hanno superato in modo significativo la media dei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE), con un divario in aumento dal 2019.
Il tasso medio di mortalità prima dell’anno di età, calcolato per il periodo 2007-2022, è superiore del 78% rispetto alla media OCSE. Anche tra 1 e 19 anni la mortalità resta più alta di circa l’80%. Nei primi mesi di vita, le principali cause sono la prematurità (+120% rispetto alla media OCSE) e la morte improvvisa del lattante (+140%). Tra bambini e adolescenti, i fattori predominanti sono la morte per arma da fuoco (+1.400%) e gli incidenti stradali (+145%).
Dal 2019 la tendenza è peggiorata: mentre nei paesi comparabili la mortalità infantile è diminuita, negli Stati Uniti è aumentata. Un’eccezione rilevata dallo studio riguarda la Francia, dove la mortalità sotto l’anno di età è scesa fino al 2011 ma risale dal 2014.
L’analisi evidenzia anche un aumento consistente di malattie croniche. Nel 2011, il 25,8% dei bambini americani tra 3 e 17 anni presentava almeno una delle quindici patologie croniche considerate; nel 2023 la quota è salita al 31%, con un incremento di quasi un quinto in dodici anni. Le maggiori variazioni riguardano: depressioni gravi (+230%), apnee del sonno (+222%), disturbi dell’alimentazione (+220%), disturbi d’ansia (+206%), disturbi dello spettro autistico (+162%), obesità (+137%), disturbi del metabolismo (+106%) e disturbi dello sviluppo (+105%), tra cui difficoltà di apprendimento, deficit di attenzione e iperattività.
I dati confermano una crescita dell’obesità infantile: tra il 2007-2008 e il 2021-2023, la prevalenza è passata dal 17% al 21%. Nello stesso periodo, tra le bambine, i casi di pubertà precoce sono saliti dal 9,1% al 14,8%. Entrambi i fattori sono associati a un maggiore rischio di malattie gravi in età adulta, inclusi alcuni tumori.
In un editoriale che accompagna la ricerca, tre professori di pediatria sottolineano che gli Stati Uniti presentano un’aspettativa di vita e un livello di salute inferiori rispetto agli altri paesi ad alto reddito, pur spendendo in sanità quasi il doppio in rapporto al prodotto interno lordo rispetto alla media OCSE. Le cause immediate – diffusione delle armi da fuoco, epidemia di oppioidi, alti tassi di obesità – non bastano a spiegare la portata del problema, che si estende alla popolazione pediatrica, anche nei primi anni di vita.
Il JAMA richiama l’attenzione sui fattori sistemici individuati dall’Accademia nazionale di medicina americana: assetto del sistema sanitario, comportamenti individuali, condizioni socio-economiche, degrado ambientale e scelte di politica pubblica. Tuttavia, secondo gli autori, il contesto politico attuale non favorisce misure basate sull’evidenza scientifica, alimentando il rischio di un ulteriore peggioramento della salute infantile rispetto agli altri paesi ricchi.