Russia e USA cercano un elusivo accordo di pace sull'Ucraina tra minacce di dazi e pesanti perdite sul campo di battaglia

L'inviato di Putin a Washington discute i termini per il cessate il fuoco mentre emergono dati sulle enormi perdite militari russe e Trump minaccia dazi secondari sul petrolio russo in caso di mancato accordo.

Russia e USA cercano un elusivo accordo di pace sull'Ucraina tra minacce di dazi e pesanti perdite sul campo di battaglia
Immagine creata dall'intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Kirill Dmitriev, capo del Fondo russo per gli investimenti diretti (RFPI) e rappresentante speciale del presidente Putin, ha incontrato senatori repubblicani a Washington.

In particolare, Dmitriev ha incontrato i senatori Lindsey Graham e Markwayne Mullin in una riunione organizzata su iniziativa del presidente Trump. Oltre a Graham, Dmitriev ha avuto anche colloqui con l'inviato speciale del presidente, Steve Witkoff.

Le dichiarazioni di Dmitriev

Dmitriev ha confermato poi di aver incontrato "membri chiave dell'Amministrazione Trump", e che durante gli incontri sono state discusse "le prospettive di ritorno degli investimenti americani in Russia", la cooperazione nell'Artico, l'estrazione di metalli delle terre rare e il ripristino dei collegamenti aerei diretti tra i due Paesi, oltre che la possibilità di porre fine alla guerra in Ucraina e le condizioni poste da Putin per un cessate il fuoco.

"Abbiamo fatto tre passi avanti su un gran numero di questioni," ha affermato Dmitriev, aggiungendo che presto si terranno nuovi incontri per consolidare "i progressi raggiunti."

Dmitriev, sotto sanzioni americane, ha potuto recarsi a Washington grazie a una temporanea revoca delle restrizioni sui visti, per una visita mirata a "rassicurare l'Amministrazione Trump e sottolineare la possibilità di una soluzione pacifica ed il raggiungimento di importanti accordi finanziari."

Tensioni tra Trump e Putin

La visita di Dmitriev arriva in un momento di apparente tensione tra i due leader. Fonti della Casa Bianca hanno riferito a NBC News che i consiglieri del presidente Trump gli hanno suggerito di non telefonare più al presidente Putin fino all'accettazione di un completo cessate il fuoco in Ucraina.

Trump ha tenuto sinora due conversazioni telefoniche con Putin: la prima il 12 febbraio e la seconda il 18 marzo.

Dopo la seconda telefonata, incentrata sulla risoluzione del conflitto, il Cremlino aveva comunicato che Putin aveva accettato di sospendere per 30 giorni gli attacchi alle infrastrutture energetiche.

Nonostante l'accordo sulla carta, però, gli attacchi sono continuati da entrambe le parti.

La minaccia di nuovi dazi sul petrolio russo

La tensione è aumentata quando Putin ha dichiarato che in Ucraina sarebbe stato necessario istituire un'amministrazione esterna per tenere elezioni presidenziali.

Questa dichiarazione avrebbe "infuriato" Trump, che si è detto "molto arrabbiato" per il modo in cui Putin ha cercato di screditare il presidente ucraino Zelensky.

In risposta, Trump ha accusato la Russia di ritardare i negoziati e ha minacciato:

"Se non riusciremo a concludere un accordo per fermare lo spargimento di sangue in Ucraina e se penserò che sia colpa della Russia, imporrò dazi secondari su tutto il petrolio russo."

Solo dopo queste minacce di Trump, Putin ha deciso di inviare Dmitriev a Washington come suo inviato speciale.

Nel frattempo, al Congresso è stato presentato un disegno di legge per imporre dazi secondari del 500% sui beni dei Paesi che acquisteranno petrolio, gas e uranio dalla Russia. I senatori di entrambi i partiti hanno dichiarato la loro disponibilità ad approvare questo disegno di legge in caso di fallimento dei negoziati in corso sul cessate il fuoco.

La posizione russa sulle sanzioni

Durante la sua visita, Dmitriev ha parlato in maniera sprezzante delle sanzioni già in essere. In un'intervista concessa alla CNN, ha affermato che la Russia sta gestendo bene le sanzioni imposte e non chiede che vengano revocate.

"Non chiediamo alcun allentamento delle sanzioni. Notiamo semplicemente che se l'America vuole fare più affari con la Russia, certamente gli Stati Uniti possono farlo," ha dichiarato.

Ha aggiunto che, nonostante le restrizioni, il PIL russo è cresciuto del 4% lo scorso anno, contro l'1% dell'Europa.

Apertura sulle garanzie di sicurezza

Tuttavia, in quella che potrebbe rappresentare un'importante svolta diplomatica, Dmitriev ha dichiarato a Fox News che "alcune garanzie di sicurezza fornite dai Paesi occidentali per l'Ucraina in una forma o nell'altra potrebbero essere accettabili", senza però specificare quali.

Questa rappresenta la prima apertura di questo tipo da parte di un inviato del Cremlino. Allo stesso tempo, comunque, Dmitriev ha definito l'adesione dell'Ucraina alla NATO come "assolutamente impossibile" per Mosca.

Finora, Putin aveva ripetutamente affermato che la pace in Ucraina sarebbe possibile solo dopo la sua "smilitarizzazione", mentre il Ministro degli Esteri Lavrov aveva respinto "categoricamente" la possibilità della presenza di truppe dei Paesi membri NATO in Ucraina, anche operanti come forze di pace al di fuori dell'egida dell'Alleanza.

Kyiv, dal canto suo, insiste sul fatto che non accetterà alcun accordo di pace senza concrete garanzie di sicurezza sotto forma di presenza di truppe occidentali che aiutino a prevenire una nuova aggressione russa.

In risposta all'appello ucraino, il presidente francese Macron ha dichiarato che non spetta alla Russia decidere quali truppe si troveranno sul territorio dell'Ucraina sovrana.

Il bilancio umano del conflitto

Mentre i diplomatici discutono, il costo umano della guerra continua a crescere.

Secondo Deutsche Welle, che cita un alto funzionario NATO rimasto anonimo, almeno 250.000 soldati e ufficiali russi sarebbero morti in Ucraina dall'inizio della guerra.

Il numero totale delle perdite russe (che comprende morti e feriti gravi) nei tre anni di guerra supererebbe ormai le 900.000 persone. Le perdite giornaliere delle truppe russe sarebbero superiori a 1.000 persone al giorno tra morti e feriti.

Molti soldati russi feriti sarebbero diventati disabili permanentemente a causa della scarsa qualità dell'assistenza medica ricevuta, secondo il funzionario intervistato a margine dell'incontro dei ministri degli Esteri NATO a Bruxelles.

Nonostante queste perdite, la Russia sta per ora continuando a riuscire a rimpiazzare i propri soldati messi fuori combattimento.

Il ritmo dell'avanzata russa sta rallentando, ma "le autorità russe sembrano pronte a tollerare grandi perdite in cambio di lenti progressi."

Nonostante queste grandi perdite sul campo, la società russa, ha aggiunto il funzionario, non mostra per ora segni di malcontento di massa.

Secondo dati raccolti da necrologi e messaggi online, i militari russi morti in Ucraina identificati per nome dal media indipendente russo Mediazona e dal servizio russo della BBC hanno già superato quota 100.000, di cui 4.842 ufficiali.

Fonte: Mediazona

La regione con il maggior numero di caduti è la Baschiria (4.487 morti), seguita dal Tatarstan (4.371) e dalla regione di Sverdlovsk (3.446).

Fonte: Mediazona
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