Ritratto gigante di Trump sul Dipartimento dell’Agricoltura
Accanto a un poster di Abraham Lincoln, l'immagine presidenziale campeggia sull'edificio USDA con lo slogan “Growing America Since 1862”. Sui social, paragoni con regimi autoritari e critiche all’estetica scelta.

Un nuovo elemento visivo nel cuore di Washington D.C. ha catalizzato l’attenzione del dibattito pubblico: un imponente ritratto del presidente Donald Trump è stato affisso sulla facciata neoclassica del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. L’immagine, austera e solenne, riprende la foto ufficiale presidenziale ed è accompagnata da un secondo poster raffigurante Abraham Lincoln. Entrambe le installazioni includono il logo dell’United States Department of Agriculture (USDA) e lo slogan “Growing America Since 1862” (“Facendo crescere l’America dal 1862”).
La segretaria all’Agricoltura Brooke Rollins ha dichiarato su X (ex Twitter) che l’iniziativa è stata concepita per celebrare l’anniversario della fondazione del dipartimento. Rollins ha affermato che, dopo 163 anni, “il meglio deve ancora venire”, facendo riferimento alla “audace visione” del presidente Trump, che starebbe “inaugurando un’età dell’oro per i nostri agricoltori”.
Happy 163rd birthday to the USDA!
— Secretary Brooke Rollins (@SecRollins) May 15, 2025
Lincoln founded the ‘People’s Department’— today, our National Mall banners celebrate his legacy & President Trump’s commitment to our farmers.
I’m honored to serve as we grow America’s future. 🌱🎂 pic.twitter.com/Ep0GV78R6y
La presenza del ritratto ha però provocato una vasta ondata di reazioni critiche sui social media. Numerosi utenti hanno evocato paragoni con pratiche tipiche di regimi autoritari. Tra i commenti più diffusi su X, alcuni hanno definito l’immagine “dall’aspetto fascista” e con “un’estetica nordcoreana”, paragonandola alle raffigurazioni pubbliche di figure come Saddam Hussein.
Anche voci note nel panorama mediatico si sono aggiunte al coro delle critiche. Tim Miller, conduttore del podcast The Bulwark e analista per MSNBC, ha commentato: “È interessante come questi amanti della libertà, alfa maschi MAGA, vogliano istituire questa cultura profondamente inquietante da terzo mondo dove abbiamo un padre nazionale che deve essere obbedito”.
Brooke Rollins, alla guida dell’USDA dal 13 febbraio, è stata confermata dal Senato con 72 voti favorevoli e 28 contrari. Attualmente si trova di ritorno da una visita ufficiale nel Regno Unito, in seguito alla conclusione di un accordo commerciale stipulato in risposta ai dazi imposti dal presidente Trump nei confronti dei partner commerciali degli Stati Uniti.
Durante il suo primo giorno completo da segretaria, Rollins ha adottato una serie di misure che riflettono l’orientamento politico dell’attuale amministrazione. Tra le decisioni più rilevanti: la revoca di tutti i programmi di Diversità, Equità, Inclusione e Accessibilità (DEIA), la riforma del programma dei buoni alimentari per introdurre requisiti lavorativi e l’attuazione delle raccomandazioni del Department for Government Efficiency (DOGE), con l’obiettivo di ottimizzare la forza lavoro dell’USDA e contenere le spese ritenute improduttive.
Secondo quanto riportato da Politico a inizio mese, circa 15.000 dipendenti del Dipartimento dell’Agricoltura hanno accettato l’offerta di dimissioni proposta dall’amministrazione Trump, pari a circa il 15% dell’intera forza lavoro dell’agenzia. L’obiettivo sarebbe quello di raddoppiare tale cifra, segnando una significativa contrazione per un ente federale che gestisce un ampio ventaglio di programmi: dalla supervisione della sicurezza alimentare e dei prestiti agricoli, alle iniziative per la banda larga nelle aree rurali, fino ai programmi federali di nutrizione.