Putin sostiene l’“arricchimento zero” in Iran: cambio di linea nelle trattative sul nucleare
Secondo fonti citate da Axios, il presidente russo ha proposto a Trump, Macron e agli stessi iraniani un accordo che vieti a Teheran ogni arricchimento di uranio, segnando una rottura con le posizioni russe degli ultimi anni

Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso il proprio sostegno a un accordo nucleare con l’Iran che preveda l’“arricchimento zero” dell’uranio, ovvero l’impossibilità per Teheran di mantenere alcuna capacità autonoma di arricchimento sul proprio territorio. Lo rivela la testata statunitense Axios, citando fonti a conoscenza delle discussioni.
Secondo tre funzionari europei e un funzionario israeliano, Mosca ha incoraggiato direttamente l’Iran ad accettare un’intesa che vieti ogni forma di arricchimento. Due fonti riferiscono inoltre che la leadership russa ha informato anche il governo israeliano sulla nuova posizione di Putin. Un alto funzionario israeliano ha dichiarato: “Sappiamo che questo è quello che Putin ha detto agli iraniani”.
Il presidente russo avrebbe ribadito questa posizione durante recenti colloqui telefonici con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e con il presidente francese Emmanuel Macron. Il sostegno russo a un’ipotesi di “arricchimento zero” segna una svolta rispetto al tradizionale allineamento diplomatico con Teheran sulle questioni nucleari.
Il cambiamento arriva dopo un conflitto durato 12 giorni tra Israele e Iran, durante il quale le forze israeliane e statunitensi hanno colpito duramente le infrastrutture nucleari iraniane. Gli attacchi, pur infliggendo danni rilevanti, non sono riusciti a distruggere completamente l’uranio già arricchito presente nel Paese. Rimane inoltre incerto se alcune delle centrifughe siano sopravvissute.
Secondo le fonti, il presidente Trump è determinato a ottenere un nuovo accordo nucleare con Teheran, e uno dei punti centrali dei negoziati sarà proprio l’eliminazione della capacità di arricchimento sul suolo iraniano. Finora, l’Iran ha sempre ribadito che ogni intesa deve includere il diritto a mantenere una capacità limitata di arricchimento, considerata essenziale per l’autonomia energetica e scientifica del Paese.
Le fonti riferiscono che Putin e altri alti funzionari russi hanno più volte fatto pervenire agli iraniani, nel corso delle ultime settimane, il loro sostegno a un’intesa priva di qualsiasi arricchimento domestico. Un funzionario europeo, con conoscenza diretta della questione, ha affermato: “Putin sosterrebbe l’arricchimento zero. Ha incoraggiato gli iraniani a lavorare in quella direzione per rendere i negoziati con gli americani più favorevoli. Gli iraniani hanno detto che non lo prenderanno in considerazione”.
La posizione russa appare particolarmente rilevante se si considera che Teheran ha sostenuto attivamente Mosca nella guerra in Ucraina, fornendo centinaia di droni d’attacco e missili superficie-superficie. Tuttavia, secondo le stesse fonti, durante e dopo il recente conflitto con Israele, la leadership iraniana è rimasta delusa dall’assenza di un sostegno concreto da parte della Russia, al di là di dichiarazioni pubbliche di circostanza. Questo ha generato tensioni nelle relazioni bilaterali.
Mosca, sempre secondo quanto riportato da Axios, avrebbe chiarito la propria disponibilità a gestire il materiale nucleare iraniano nel caso si raggiungesse un accordo. La proposta prevedrebbe che la Russia si occupi della rimozione dell’uranio altamente arricchito dall’Iran e che successivamente fornisca uranio al 3,67% per uso civile, oltre a piccole quantità di uranio al 20% per il reattore di ricerca di Teheran e per la produzione di isotopi nucleari.
Sul fronte negoziale, l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff ha avuto contatti diretti con il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi per valutare una possibile ripresa dei colloqui. Un piano prevedeva di tenere un incontro a Oslo nei prossimi giorni, ma entrambe le parti si sarebbero mostrate riluttanti a questa sede e starebbero cercando un’alternativa.
Il Cremlino e la Casa Bianca non hanno fornito commenti ufficiali sulla vicenda, mentre la missione iraniana presso le Nazioni Unite ha rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti. Rimane quindi incerta la prospettiva di un rilancio dei negoziati nel breve termine, anche alla luce della distanza tra le richieste statunitensi, ora sostenute anche da Mosca, e le posizioni tradizionali di Teheran.