Putin ha chiesto a Trump il controllo di Donetsk e Luhansk

Il presidente russo ha chiesto che l’Ucraina ceda le due regioni orientali in cambio di un congelamento della linea del fronte. Trump ha trasmesso la proposta a Zelensky e ai leader europei, invitandoli a puntare a un accordo di pace e non a un semplice cessate il fuoco.

Putin ha chiesto a Trump il controllo di Donetsk e Luhansk
White House

Vladimir Putin ha chiesto all’Ucraina di ritirarsi da Donetsk e Luhansk come condizione per fermare la guerra, proponendo in cambio di congelare il fronte nelle altre regioni occupate. La richiesta è stata avanzata durante l’incontro con Donald Trump ad Anchorage, in Alaska, secondo quanto riportato dal Financial Times.

Il presidente russo avrebbe chiarito che la rinuncia a quelle due regioni sarebbe un prerequisito, mentre il Cremlino non ha abbandonato le sue “domande centrali” legate alle “cause profonde” del conflitto, che comprendono la fine dell’attuale configurazione statale dell’Ucraina e il ridimensionamento dell’espansione della Nato. Putin avrebbe però manifestato disponibilità a compromessi su altre questioni territoriali se tali condizioni venissero soddisfatte.

Trump, rientrato dal vertice, ha comunicato la proposta a Volodymyr Zelensky e ai leader europei in una telefonata, esortandoli a non insistere su un semplice cessate il fuoco con Mosca ma a cercare un accordo di pace complessivo. In un post su Truth Social, il presidente statunitense ha scritto che “il modo migliore per porre fine all’orribile guerra tra Russia e Ucraina è andare direttamente a un accordo di pace, e non a un semplice cessate il fuoco, che spesso non regge”.

Secondo le fonti citate dal quotidiano, Zelensky non avrebbe intenzione di cedere Donetsk, ma si sarebbe detto aperto a discutere di questioni territoriali con Trump a Washington, dove i due si vedranno lunedì, o in un eventuale incontro trilaterale con lo stesso Putin.

Attualmente Mosca controlla circa il 70% di Donetsk, mentre una catena di città strategiche a ovest resta in mano ucraina. Quasi tutta Luhansk è invece sotto occupazione russa. L’eventuale consegna integrale di queste aree darebbe a Mosca il pieno controllo su territori contesi da oltre dieci anni.

Al termine del vertice, Putin ha definito i colloqui “tempestivi e molto utili” davanti ai vertici del Cremlino. Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo, ha parlato di una “conversazione importante e sostanziale che può avvicinare un accordo”, pur senza rivelarne i contenuti.

La proposta di Putin e la scelta di Trump di non insistere su un cessate il fuoco hanno suscitato nuove preoccupazioni tra i leader europei. Già prima del vertice in Alaska, l’ipotesi di scambi territoriali aveva sollevato allarmi. Emmanuel Macron avrebbe avvertito Trump, durante la telefonata di sabato, che Putin “non è affidabile” e ha ricordato il mancato rispetto degli accordi di Minsk. Un diplomatico europeo, citato dal Financial Times, ha osservato che “Trump è di fretta di fare un accordo, ma Putin molto meno”.

Il Cremlino ha smentito che sia stato discusso un incontro trilaterale con Zelensky ad Anchorage. Intanto la Coalition of the Willing, il gruppo di paesi incaricati di definire eventuali garanzie di sicurezza per l’Ucraina, tra cui Francia, Germania, Regno Unito, Canada e Giappone, si riunirà domenica per valutare la situazione.

Il vertice di Anchorage, durato tre ore, ha dato a Putin l’occasione di rompere l’isolamento internazionale, con un’accoglienza ufficiale da parte di Trump, tra tappeto rosso e immagini di cordialità diffuse dalle televisioni. Alla fine, però, il presidente statunitense non ha ottenuto il cessate il fuoco che aveva minacciato di imporre in assenza di concessioni. Al contrario, si è fatto portavoce delle richieste di Mosca ai suoi alleati.

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