Proteste ai town hall: i repubblicani affrontano proteste nei distretti chiave

Aumenta l’opposizione alle riforme dell'Amministrazione Trump e del DOGE mentre i manifestanti invadono i town hall repubblicani.

Proteste ai town hall: i repubblicani affrontano proteste nei distretti chiave

I membri del Congresso repubblicani, in particolare quelli in distretti considerati "swing" alle prossime elezioni di midterm, si trovano ad affrontare proteste sempre più accese nei loro uffici distrettuali e durante gli incontri pubblici.

Il deputato Rich McCormick della Georgia si è confrontato con un pubblico numeroso e agitato durante un town hall giovedì scorso.

Situazioni analoghe hanno coinvolto i deputati Cliff Bentz dell'Oregon, Stephanie Bice dell'Oklahoma e Scott Fitzgerald del Wisconsin.

L'ondata di proteste si è estesa anche agli uffici di legislatori in altri distretti considerati "swing", tra cui David Schweikert dell'Arizona, Ken Calvert della California, Scott Perry della Pennsylvania, Tom Kean Jr. del New Jersey, Mike Lawler di New York, Ryan Mackenzie della Pennsylvania e Bryan Steil del Wisconsin.

La reazione repubblicana

Nonostante l'intensità delle proteste, alcuni repubblicani continuano a mantenere per ora un atteggiamento distaccato.

Un deputato eletto un distretto "swing", parlando in condizione di anonimato ad Axios, ha manifestato "zero preoccupazioni" riguardo alle manifestazioni previste, paragonando la situazione al 2017:

"Sono gli stessi che odiano Trump dal 2016".

Il deputato ha però notato una nuova componente nelle proteste, evidenziando come:

“La maggior parte [dei manifestanti] ora odia Musk, stando alle chiamate ricevute".

Il ruolo delle organizzazioni progressive

Le organizzazioni progressiste stanno giocando un ruolo attivo nell'organizzazione delle proteste.

MoveOn ha dichiarato apertamente la propria intenzione di manifestare presso i town hall congressuali e gli uffici dei rappresentanti repubblicani, "i cui voti saranno cruciali nell'opposizione alle politiche dannose di Trump e Musk".

Anche il Working Families Party e Indivisible hanno espresso il loro sostegno alle manifestazioni, con quest'ultima che le ha inquadrate all'interno della loro "Settimana d'Azione".

Le speranze democratiche

I Democratici vedono in queste prime proteste echi del ciclo elettorale del 2018, quando conquistarono la Camera cavalcando l'onda anti-Trump.

CJ Warnke, portavoce del House Majority PAC democratico, ha sottolineato che:

"I Repubblicani della Camera hanno galvanizzato gli elettori in tutto il Paese a protestare contro i tagli a Medicaid, i licenziamenti ed i tagli ai fondi dell'assistenza sanitaria per i primi soccorritori dell'11 settembre."

Gli strateghi di entrambi gli schieramenti prevedono, al momento, che qualsiasi "ondata" elettorale nel 2026 sarà però più contenuta rispetto al passato.

Tuttavia, i Democratici mantengono un cauto ottimismo sulla possibilità di riconquistare la Camera, facendo leva sul malcontento crescente verso l'Amministrazione.

Come ha affermato Warnke:

"I Repubblicani della Camera possono fuggire dai town hall e dalle proteste, ma non possono nascondersi dai loro elettori - e questo avrà un costo nelle elezioni del 2026."
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