Politico: Donald Trump potrebbe aver raggiunto un accordo poco vantaggioso sulle risorse minerarie dell'Ucraina

Il presidente USA punta alle ricchezze minerarie dell'Ucraina, ma le stime che risalgono all'epoca sovietica e le difficoltà tecniche potrebbero rendere l'affare meno vantaggioso del previsto.

Politico: Donald Trump potrebbe aver raggiunto un accordo poco vantaggioso sulle risorse minerarie dell'Ucraina

Il presidente Donald Trump, noto per le sue abilità negoziali, è in procinto di firmare un accordo che garantirebbe agli Stati Uniti un accesso preferenziale alle estese riserve di materie prime dell'Ucraina.

Tuttavia, l'affare potrebbe rivelarsi meno vantaggioso di quanto sperato, come riporta Politico in una sua analisi.

Cosa comprende l'accordo?

Secondo l'ultima bozza dell'accordo, citata dal giornale ucraino Economic Pravda, Kiev dovrebbe destinare il 50% delle entrate derivanti dalle risorse naturali di proprietà statale a un fondo che investirebbe in Ucraina, senza ottenere in cambio garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti.

Sulla carta, l'accordo appare estremamente vantaggioso per Washington. Il Ministero ucraino delle Risorse Naturali e dell'Ambiente afferma che il sottosuolo del Paese contiene circa il 5% delle terre rare mondiali, e di altri minerali critici tra cui grafite, litio, titanio, berillio e uranio.

Si tratta di risorse essenziali per la produzione di batterie, sistemi radar e armature, fondamentali per l'industria della difesa e tecnologica.

Lo sfruttamento di queste risorse potrebbe ridurre significativamente la dipendenza americana dai minerali cinesi. Tuttavia, l'entità effettiva del patrimonio minerario ucraino rimane in gran parte un mistero.

Quanti minerali rari possiede davvero l'Ucraina?

Sebbene l'Ucraina dichiari l'esistenza di oltre 20.000 depositi e siti minerari esaminati, solo circa 8.000 sono stati valutati come economicamente sfruttabili. Di questi, meno della metà era in fase di sfruttamento prima dell'invasione russa su larga scala dell'Ucraina iniziata tre anni fa.

Le stime sul valore di questi depositi si basano principalmente su rilevamenti dell'era sovietica, effettuati prevalentemente tra gli anni '60 e '80. Le informazioni, spesso incomplete, sono disperse in tutto il Paese e sono ancora in fase di digitalizzazione.

Gran parte di esse è stata segretata da quando il presidente Volodymyr Zelensky ha imposto la legge marziale all'inizio della guerra.

Anche se ulteriori esplorazioni confermassero l'esistenza di preziosi depositi minerari, la loro estrazione richiederebbe molto tempo e ingenti risorse economiche.

Il Servizio Geologico Ucraino (UGS) stima il costo di sfruttamento dei 10 maggiori giacimenti minerari conosciuti del Paese in 15 miliardi di dollari, costo che la costruzione di miniere, cave e circa 20 nuovi impianti di lavorazione.

Uno di questi è il deposito di Novopoltasvke, che l'UGS descrive come "uno dei più grandi" siti di terre rare al mondo. Il suo sviluppo richiederebbe un investimento stimato di 300 milioni di dollari. Un rapporto separato dell'UGS caratterizza il sito come "relativamente difficile" a causa dei rischi di inondazioni e frane.

Il deposito di Novopoltavske, scoperto nel 1970 ed esplorato negli anni '80, non ha visto alcun lavoro di sviluppo dal 1991. È uno dei sei depositi noti in Ucraina di elementi di terre rare, un gruppo di 17 minerali utilizzati nella produzione di missili, laser, computer, televisori, smartphone e turbine eoliche.

Perché le terre rare sono così importanti?

Sebbene le terre rare non siano effettivamente così rare, sono molto costose da estrarre e lavorare, poiché sono mescolate ad altri minerali in concentrazioni variabili.

La Cina, che produce quasi il 90% delle terre rare a livello mondiale, detiene un "quasi monopolio" su questa fase della catena di approvvigionamento, secondo il Center for Strategic and International Studies.

I principali produttori di terre rare, inclusi gli Stati Uniti, non dispongono del know-how o dell'infrastruttura necessaria per raffinare i minerali, e sono costretti cosi a dipendere da Pechino.

Sviluppare tale infrastruttura in Ucraina, anche con investimenti statunitensi, richiederebbe anni e sarebbe probabilmente meno efficiente che spedire i minerali in Cina per la lavorazione.

A questi investimenti si aggiungono i miliardi di dollari necessari per bonificare i territori da mine ed esplosivi – operazione che di per sé potrebbe richiedere oltre un decennio – e per ricostruire le infrastrutture essenziali per sostenere il settore minerario ucraino, dalle strade alle centrali elettriche.

A causa delle sfide tecniche e dei costi coinvolti, "i depositi ucraini di elementi di terre rare potrebbero non essere redditizi da estrarre", conclude S&P Global, una società di intelligence di mercato.

I costi della ricostruzione in Ucraina

Nella loro ultima valutazione, il governo ucraino, la Banca Mondiale e la Commissione Europea stimano il costo della ricostruzione dell'Ucraina in 524 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni, più o meno l'importo che Trump ha inizialmente richiesto come compensazione per il sostegno di Washington a Kyiv nella resistenza all'aggressione di Mosca.

Il livello reale di aiuti dagli Stati Uniti dall'inizio della guerra è in realtà più vicino ai 120 miliardi di dollari.

Molte miniere si trovano nelle zone occupate dai russi

Un ulteriore ostacolo che si frappone tra Trump e le ricchezze minerarie dell'Ucraina è rappresentato dal fatto che diverse miniere promettenti si trovano in territori attualmente sotto occupazione russa.

Due dei più grandi giacimenti noti di terre rare – i depositi di Azovske e Mazurivske – si trovano nella zona della regione di Donetsk occupata dai russi. Il sito di Novopoltavske si trova invece a Zaporizhzhia, sotto diretta minaccia russa.

Anche alcuni promettenti giacimenti di litio in varie fasi di sviluppo – il campo di Shevchenkivske nella regione di Donetsk e il blocco di Kruta Balka nella regione di Zaporizhzhia – si trovano direttamente sulla linea del fronte.

La vice primo ministro ucraina Yulia Svyrydenko, capo negoziatore per l'accordo sui minerali, ha dichiarato che la Russia controlla riserve di minerali critici e gas del suo Paese per un valore di 350 miliardi di dollari. Altre stime collocano il valore delle risorse perdute nell'ordine di migliaia di miliardi di dollari.

Di fronte a questa situazione, Trump potrebbe trovarsi costretto a scegliere se intensificare il sostegno all'Ucraina e aiutarla a riconquistare i territori occupati, oppure accettare l'offerta di Vladimir Putin di acquistare minerali dalla Russia, compresi quelli estratti nei territori ucraini occupati.

Le decisioni del presidente statunitense determineranno se quest’operazione diventerà l’affare del secolo oppure costringerà gli Stati Uniti a farsi carico di un gruppo di miniere in perdita, in cui nessuna impresa americana sarebbe mai disposta a investire, conclude Politico.

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