PIL americano +2,3% nel 2024, la crescita rallenta ma il mercato del lavoro regge
Il PIL americano cresce meno del previsto nel quarto trimestre 2024, mentre l’inflazione e le incertezze politiche preoccupano gli analisti.
La corsa dell’economia statunitense ha subito una frenata negli ultimi mesi del 2024. Il Prodotto Interno Lordo ha infatti segnato un incremento annualizzato del 2,3% nel quarto trimestre, in discesa rispetto al 3,1% del periodo precedente e leggermente sotto le stime degli analisti.
Nonostante il rallentamento, la crescita complessiva del 2024 si è attestata intorno al 2,5%, indicando un’economia ancora solida se confrontata con le previsioni più fosche che aleggiavano su gran parte dell’anno.
Gli economisti ritengono che i consumi interni abbiano svolto un ruolo cruciale nel sostenere l’attività economica, grazie soprattutto a un tasso di disoccupazione ancora attorno al 4%, considerato storicamente basso.
Questo ha incentivato la spesa delle famiglie, nonostante alcuni segnali di affaticamento: la fiducia dei consumatori si è però leggermente indebolita a gennaio, complice l’aumento generalizzato dei prezzi e il ricorso crescente al credito al consumo.
Anche alcuni marchi simbolo, come Starbucks, hanno registrato vendite in calo, evidenziando come la clientela più sensibile ai prezzi cominci a risentire del caro-vita.
A complicare il quadro, si aggiunge la politica monetaria della Federal Reserve che, dopo aver ritoccato i tassi per frenare l’inflazione, mantiene per ora un atteggiamento prudente.
Il governatore Jerome Powell ha ribadito che la Banca Centrale non intende seguire un “percorso prestabilito” e valuterà i prossimi dati economici prima di intervenire nuovamente.
Il tasso attuale, tra il 4,25% e il 4,5%, resta un freno importante per alcuni settori: quello immobiliare, in particolare, soffre condizioni di finanziamento più costose e ha fatto segnare, durante tutto il 2024, un netto calo delle vendite di case.
Nel frattempo, gli sguardi sono puntati sulle scelte della nuova Amministrazione Trump in materia di immigrazione e commercio internazionale.
Le direttive che agevolano le espulsioni dei migranti potrebbero influire sulla disponibilità di manodopera, mentre l’ipotesi di dazi punitivi rischia di aumentare i prezzi di beni e componenti importati.
Alcuni economisti notano già come la prospettiva di dazi abbia innescato corse agli acquisti di prodotti stranieri nel 2024, spingendo verso l’alto le importazioni e ampliando il disavanzo commerciale americano.
Nonostante queste criticità, molti analisti restano moderatamente ottimisti. I dati complessivi, pur segnalando un rallentamento, non disegnano uno scenario di recessione imminente.
La robusta domanda interna, alimentata da un mercato del lavoro stabile, sembra in grado di sostenere ancora l’economia nei primi mesi del 2025.
A sostenere il clima di fiducia concorre anche la speranza che la nuova amministrazione favorisca misure pro-business e allenti alcuni vincoli normativi: un mix che potrebbe riportare slancio agli investimenti e migliorare ulteriormente le condizioni di imprese e consumatori.