Pentagono e Sicurezza Interna non vogliono invocare l'Insurrection Act
I Segretari Hegseth e Noem segnaleranno al presidente il calo degli attraversamenti al confine, ritenendo non necessaria l’adozione di misure straordinarie

Il presidente Donald Trump non riceverà indicazioni favorevoli all’invocazione dell’Insurrection Act da parte del Segretario alla Difesa Pete Hegseth e della Segretaria alla Sicurezza Interna Kristi Noem. Secondo quanto riferito alla CNN da più funzionari statunitensi a conoscenza della questione, i due Segretari si preparano a consegnare un memorandum congiunto in cui raccomanderanno di non attivare la storica legge del XIX secolo, che autorizza l’uso delle truppe in servizio attivo per attività di applicazione della legge sul territorio nazionale.
Il documento in fase di stesura da parte del Pentagono e del Dipartimento per la Sicurezza Interna risponde a un ordine esecutivo firmato da Trump a gennaio, con cui veniva dichiarata un’emergenza al confine meridionale e richiesta, entro 90 giorni, una valutazione della situazione e una raccomandazione formale sull’eventuale ricorso all’Insurrection Act per ottenere il “completo controllo operativo” dell’area di confine.
La scadenza ufficiale per la consegna del rapporto è fissata per domenica, ma i funzionari hanno anticipato alla CNN che il memorandum sarà trasmesso alla Casa Bianca all’inizio della prossima settimana.
Nel documento, Hegseth e Noem indicheranno che gli attraversamenti irregolari del confine meridionale sono attualmente a livelli contenuti, inferiori ai 300 al giorno. Si tratta, secondo quanto riportato da un funzionario del Dipartimento per la Sicurezza Interna, di un dato significativamente più basso rispetto agli anni recenti, quando il numero di ingressi illegali superava frequentemente le 1.000 unità giornaliere.
Negli ultimi mesi, l’esercito statunitense ha aumentato il numero di truppe impiegate lungo il confine meridionale, includendo anche personale in servizio attivo. Tuttavia, il loro ruolo si è finora limitato ad attività di pattugliamento, alla costruzione di barriere e al supporto logistico al Dipartimento per la Sicurezza Interna, senza coinvolgimento diretto nell’arresto di migranti.
In seno all’amministrazione Trump si registra una certa frustrazione per la lentezza con cui procedono gli arresti interni di immigrati irregolari in altre aree del paese. Fonti citate dalla CNN parlano di telefonate tese tra la Casa Bianca e l’agenzia per l’Immigrazione e le Dogane (Immigration and Customs Enforcement), riflesso delle difficoltà operative nel rafforzamento delle politiche di espulsione.
Gli arresti interni, spiegano i funzionari, richiedono risorse umane e logistiche maggiori rispetto alla gestione dei migranti intercettati al momento dell’attraversamento del confine. In questo contesto, alcuni esponenti vicini al presidente hanno visto nell’Insurrection Act uno strumento utile per aumentare la capacità di arresto su scala nazionale, autorizzando l’intervento diretto delle truppe nelle operazioni.
Tuttavia, una simile opzione comporterebbe anche problemi significativi di capienza nelle strutture di detenzione, che non sarebbero attualmente in grado di gestire un incremento rilevante di detenuti. A questo proposito, è stato individuato Fort Bliss, base militare situata a El Paso, Texas, come potenziale sito per l’allestimento di strutture in grado di ospitare migliaia di migranti. Secondo quanto riportato dalla CNN, sono già stati firmati contratti per avviare i lavori di costruzione di tali infrastrutture all’interno della base.
Parallelamente, è stata interrotta a tempo indefinito la costruzione di tende a Guantanamo Bay, inizialmente pensata come alternativa per ospitare i migranti in sovrannumero. L’assenza di strutture già operative rappresenta uno dei fattori principali che scoraggiano un’azione immediata basata sull’Insurrection Act.