Pentagono: difesa interna più importante della minaccia cinese

Il Pentagono prepara un cambio di rotta: la nuova National Defense Strategy punta a concentrare risorse sulla protezione del territorio americano e dell’emisfero occidentale, ridimensionando il contrasto alla Cina e alla Russia.

Pentagono: difesa interna più importante della minaccia cinese
Photo by SaiKrishna Saketh Yellapragada / Unsplash

Il Pentagono prepara un cambio di rotta: la nuova National Defense Strategy punta a concentrare risorse sulla protezione del territorio americano e dell’emisfero occidentale, ridimensionando il contrasto alla Cina e alla Russia. La bozza, arrivata sulla scrivania del segretario alla Difesa Pete Hegseth, segna una netta discontinuità rispetto alle amministrazioni precedenti, compresa la prima di Donald Trump, quando Pechino era indicata come principale rivale strategico.

Secondo Politico, che cita tre fonti informate sul documento, il piano privilegia missioni interne e regionali. Negli ultimi mesi il Pentagono ha già dato segnali in questa direzione: migliaia di riservisti della Guardia nazionale sono stati mobilitati per sostenere la polizia a Los Angeles e Washington, mentre navi da guerra e caccia F-35 sono stati inviati nei Caraibi per bloccare i traffici di droga.

La nuova dottrina ha implicazioni anche fuori dai confini. Una fonte ha sottolineato che “le vecchie promesse affidabili degli Stati Uniti sono ora messe in discussione”. Per gli alleati, la prospettiva è quella di doversi assumere più responsabilità in materia di sicurezza, mentre Washington si concentra su compiti domestici.

Il piano comporta anche un arretramento in Europa. È stata confermata la decisione di tagliare i fondi alla Baltic Security Initiative, che garantiva centinaia di milioni di dollari a Estonia, Lettonia e Lituania per infrastrutture militari e sistemi come gli HIMARS. Al tempo stesso, i circa 80.000 soldati americani stanziati in Europa potrebbero diminuire nei prossimi anni. Alcuni Paesi però saranno esentati: durante una visita del nuovo presidente polacco alla Casa Bianca, Trump ha assicurato che le truppe in Polonia resteranno, aggiungendo che “se mai, ne metteremo di più”.

Il contrasto con la retorica del presidente è evidente. Trump continua ad attaccare Pechino, imponendo dazi e accusando Xi Jinping di “cospirare contro” gli Stati Uniti dopo un incontro con Kim Jong Un e Vladimir Putin. Tuttavia, al Pentagono il principale artefice della svolta è Elbridge Colby, capo della politica di difesa, già tra gli autori della strategia del 2018 e oggi sostenitore, insieme al vicepresidente JD Vance, di un approccio più isolazionista.

Accanto alla National Defense Strategy, sono attese due ulteriori revisioni: una sulla distribuzione globale delle forze americane e una sulle difese aeree e missilistiche. I tre documenti saranno collegati e dovrebbero uscire già il mese prossimo. In tutti, emerge la stessa linea: concentrare gli sforzi vicino a casa e ridurre l’impegno diretto nelle aree lontane.

Con questo cambiamento, la priorità non è più contenere la Cina, ma rafforzare la difesa interna e delle Americhe. Una scelta che, secondo osservatori citati da Politico, rappresenta “una svolta storica per gli Stati Uniti e i loro alleati”.

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