Papa Francesco è morto a 88 anni nel Lunedì di Pasqua
Il pontefice, che ha guidato la Chiesa verso posizioni più progressiste, era stato recentemente ricoverato per problemi respiratori. Aveva incontrato il vicepresidente americano JD Vance il giorno precedente. Il Collegio cardinalizio si riunirà ora per eleggere il suo successore.

Papa Francesco è morto questo lunedì di Pasqua all’età di 88 anni, nella sua residenza presso la Casa Santa Marta in Vaticano alle 7:35 di questa mattina. Lo ha annunciato ufficialmente la Santa Sede attraverso un comunicato, precisando che il decesso è avvenuto in seguito a un peggioramento delle condizioni di salute del pontefice.
Il Papa, il cui nome di battesimo era Jorge Mario Bergoglio, aveva una lunga storia di fragilità respiratorie. Nel 1957 gli era stato asportato parzialmente un polmone e, all’inizio di febbraio, era stato ricoverato per una bronchite. Gli esami avevano successivamente evidenziato un’infezione polimicrobica delle vie respiratorie, che si era poi evoluta in una polmonite bilaterale, come riferito dall’Ufficio Stampa della Santa Sede.
Nonostante le condizioni critiche, Papa Francesco aveva continuato a svolgere parte dei suoi impegni. Solo il giorno prima della sua scomparsa aveva incontrato brevemente, in Vaticano, il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance, in occasione della domenica di Pasqua.
Un pontificato iniziato nel segno del rinnovamento
Eletto nel marzo 2013, Papa Francesco è salito al soglio pontificio in un momento particolarmente delicato per la Chiesa Cattolica, segnata da scandali e tensioni interne. Proveniente da Buenos Aires, è stato il primo papa delle Americhe, il primo non europeo da oltre dodici secoli e il primo appartenente alla Compagnia di Gesù, l’ordine dei Gesuiti.
Nel corso del suo pontificato, Francesco ha promosso una visione della Chiesa più aperta, moderna e vicina ai bisogni delle persone. Le sue posizioni hanno incontrato il favore di chi auspicava una riforma delle strutture ecclesiastiche, ma hanno generato forti critiche da parte dei settori più conservatori.
Tra le decisioni più rilevanti assunte da Papa Francesco vi è stata l’apertura alla comunità LGBTQ. Ha più volte espresso sostegno alle unioni civili tra persone dello stesso sesso, un tema storicamente critico per la dottrina cattolica. Allo stesso modo, ha lavorato per aumentare la presenza femminile all’interno del Vaticano, affidando incarichi dirigenziali a diverse donne, in un contesto ecclesiastico tradizionalmente dominato dagli uomini.
Francesco ha anche fatto sentire la propria voce in ambito politico e sociale. Ha invitato con forza i Paesi ad accogliere e proteggere i migranti, denunciando le politiche di respingimento. Recentemente, aveva criticato i rimpatri di massa dell’Amministrazione Trump, esortando i credenti a non cedere a narrative discriminatorie nei confronti di rifugiati e immigrati.
Il Papa si è distinto anche per l’impegno sul fronte ambientale. Ha definito il cambiamento climatico una “strada verso la morte”, attribuendo le responsabilità della negazione del problema a “persone sciocche”. In più occasioni, ha invitato le autorità mondiali a intraprendere azioni concrete per la salvaguardia del pianeta.
Nel suo ultimo libro, pubblicato lo scorso anno, Francesco aveva affrontato anche il conflitto in Medio Oriente, chiedendo un’indagine per verificare se le operazioni militari di Israele a Gaza potessero configurarsi come genocidio. In linea con la sua visione pastorale, ha costantemente posto l’attenzione sui poveri e sugli emarginati, denunciando le disuguaglianze sociali sia nella sua America Latina che a livello globale.
L’approccio diretto e l’orientamento progressista del Papa hanno spesso provocato reazioni negative all’interno della stessa gerarchia ecclesiastica. In particolare, alcuni vescovi statunitensi hanno manifestato opposizione alle sue riforme. In risposta, Francesco aveva definito il loro atteggiamento come “suicida”, ribadendo la distinzione tra il rispetto della tradizione e l’adesione a rigide posizioni dogmatiche.
Scontri con le Amministrazioni statunitensi
Durante il suo pontificato, Papa Francesco ha avuto rapporti tesi con le Amministrazioni statunitensi, in particolare con quella del presidente Trump. Le divergenze si sono manifestate soprattutto sulle politiche migratorie e sulle questioni internazionali.
In una lettera indirizzata ai vescovi statunitensi nel febbraio 2025, il Papa ha condannato le deportazioni di massa dei migranti, affermando che tali pratiche "ledono la dignità di molti uomini e donne" e invitando i cattolici a opporsi a narrative discriminatorie. La risposta dell'Amministrazione Trump è stata critica, con il responsabile per i confini, Tom Homan, che ha suggerito al Papa di "pensare alla sua Chiesa" e ha sottolineato la presenza di un muro attorno al Vaticano.
Anche sulla questione ucraina, le posizioni del Papa hanno suscitato discussioni. Sebbene Francesco abbia sempre auspicato la pace e condannato l'escalation del conflitto, ha anche riconosciuto il diritto dell'Ucraina a difendersi. Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha dichiarato che "la pace non si impone" e che è necessario un dialogo rispettoso tra le parti per raggiungere una soluzione duratura.
Verso un nuovo conclave
Con la morte del pontefice, si apre ora la fase di transizione per l’elezione del suo successore. Come da prassi, il Collegio dei Cardinali – composto da alti esponenti ecclesiastici provenienti da tutto il mondo – si riunirà a Roma alla Cappella Sistina per eleggere il nuovo Papa tramite scrutinio segreto. Il conclave dovrebbe iniziare entro 15-20 giorni dal decesso, come stabilito dalla normativa vaticana.
Papa Francesco ha avuto un ruolo determinante nella composizione dell'attuale Collegio cardinalizio. Durante il suo pontificato, ha creato 163 cardinali, di cui 133 elettori. Al momento della sua morte, su un totale di 252 cardinali, 138 erano elettori, e di questi, 110 (circa il 79%) erano stati nominati da lui. Questo dato evidenzia l'influenza significativa che le sue nomine avranno sulla scelta del suo successore.