Panico nell'establishment Dem dopo il trionfo di Mamdani

Zohran Mamdani ha demolito l'ex governatore di New York, Andrew Cuomo, nelle primarie per le elezioni del prossimo sindaco. I leader democratici nel panico, finanziatori miliardari in fuga: il partito si spacca in due.

Panico nell'establishment Dem dopo il trionfo di Mamdani
Fonte: account X di Mamdani

Il Partito Democratico americano è sempre più in subbuglio dopo la vittoria di Zohran Mamdani, socialista democratico di 33 anni, nelle primarie per la nomina a sindaco di New York City. La sua affermazione di martedì ha colto di sorpresa l'establishment del partito, che aveva puntato tutto sull'ex governatore Andrew Cuomo, scatenando reazioni di panico tra leader e finanziatori democratici.

La vittoria di Mamdani rappresenta l'ennesimo esempio della disconnessione tra la dirigenza del Partito Democratico ed una parte sempre più significativa dei propri elettori. I leader democratici, ancora scossi dalla sconfitta del 2024, temono che le posizioni radicali del giovane candidato possano danneggiare l'immagine nazionale del Partito, mentre i progressisti vedono, al contrario, nella sua formula una strategia replicabile oltre i confini di New York.

Lo shock nell'establishment democratico

Mercoledì, molti deputati e funzionari democratici hanno preso le distanze da Mamdani o hanno evitato di esprimere sostegno pubblico al prossimo candidato democratico come sindaco di New York City, riferisce Axios. I due principali leader democratici al Congresso, entrambi provenienti proprio da New York - il senatore Chuck Schumer e il deputato Hakeem Jeffries - si sono rifiutati di sostenere Mamdani, limitandosi a congratularsi con lui per la vittoria alle primarie.

Alcuni democratici attribuiscono la responsabilità della situazione ai leader dell'establishment, accusati di aver sostenuto Cuomo nonostante i suoi "passati significativi problemi". Esponenti storici dell'establishment democratico come l'ex presidente Bill Clinton, Michael Bloomberg e il deputato Jim Clyburn avevano sostenuto apertamente Cuomo nelle settimane finali. Mamdani aveva invece ottenuto il sostegno di Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez.

"Il panico totale dell'establishment è del tutto prevedibile - non fanno introspezione, e invece si limitano a contrattaccare", ha dichiarato Lis Smith, veterana operatrice democratica ed ex collaboratrice di Cuomo.

"Se non volevi perdere contro un socialista, non avresti dovuto presentare un candidato così compromesso come Andrew Cuomo".

Laura Gillen, deputata della Nassau County, ha invece definito Mamdani "la scelta assolutamente sbagliata per New York". Tom Suozzi, anch'egli della Nassau County, ha espresso "serie preoccupazioni" per la sua vittoria. Altri parlamentari democratici newyorchesi hanno mantenuto il silenzio: Pat Ryan, Josh Riley e Ritchie Torres hanno evitato i giornalisti, mentre Dan Goldman si è limitato a dire "Non in questo momento".

I principali finanziatori democratici, che avevano versato decine di milioni di dollari in un Super PAC a sostegno di Cuomo, stavano discutendo privatamente mercoledì se sostenere una candidatura indipendente di Cuomo alle elezioni generali di novembre o decidere di posizionarsi dietro l'impopolare sindaco uscente Eric Adams.

Posizioni controverse e passato radicale

Il deputato statale Mamdani ha una storia di dichiarazioni controverse su sicurezza e Medio Oriente. In passato aveva ripetutamente chiesto di tagliare i fondi al dipartimento di polizia di New York. In un post del giugno 2020 su X aveva scritto:

"Non abbiamo bisogno di un'indagine per sapere che la polizia di New York è razzista, anti-queer e una grave minaccia per la sicurezza pubblica".

Ancora più problematiche le sue posizioni sul conflitto israelo-palestinese. Mamdani ha evitato di rispondere se Israele ha diritto di esistere come Stato ebraico. Il giorno dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, aveva criticato i contrattacchi israeliani a Gaza senza menzionare Hamas, affermando che "una pace giusta può iniziare solo ponendo fine all'occupazione e smantellando l'apartheid".

Aveva anche dichiarato che la causa palestinese lo aveva portato all'attivismo e che l'Assemblea statale di New York è un "bastione del pensiero sionista". Gillen ha accusato Mamdani di "commenti antisemiti inaccettabili", ma molti elettori - specialmente i più giovani - non hanno evidentemente considerato queste posizioni disqualificanti e lo hanno votato in massa alle primarie.

La formula vincente dell'accessibilità economica

Nonostante tutte le controversie, la piattaforma di Mamdani sull'accessibilità economica in una delle città più costose al mondo ha trovato eco ben oltre la cerchia degli attivisti democratici. Julian Mulvey, fondatore della Fight Agency che ha curato la comunicazione di Mamdani, ha commentato:

"Il messaggio tagliente di Zohran sull'accessibilità economica ha risuonato tra gli elettori nonostante milioni di dollari di attacchi logori".

Il deputato statale Robert Carroll ha spiegato così il successo di Mamdani:

"Mamdani ha vinto perché ha definito la questione chiave della campagna - l'accessibilità economica e come influisce sulla qualità della vita - e ha offerto soluzioni come congelare l'affitto negli appartamenti a canone calmierato, fornire migliori servizi cittadini e assistenza all'infanzia universale".

Due visioni del futuro democratico

Quel che è sicuro è che la vittoria di Mamdani ha evidenziato una profonda spaccatura nel Partito Democratico. Alcuni democratici vedono nel giovane ed energico candidato una boccata d'aria fresca in un partito di leader sempre più anziani e una voce progressista che parla alla pancia degli elettori ignorata dalle élite.

Altri invece considerano Mamdani come politicamente tossico per un partito il cui successo nazionale dipende dall'attrarre voti in luoghi molto meno progressisti di New York City. I risultati elettorali hanno però rivelato un cambiamento nelle priorità: molti elettori, specialmente i più giovani, ormai simpatizzano apertamente più con i palestinesi che con gli israeliani, e pur non parlando più di tagliare i fondi alla polizia, credono ancora in riforme significative delle forze dell'ordine.

La vittoria di Mamdani rappresenta quindi non solo un terremoto politico locale, ma un possibile segnale di cambiamento più ampio, con i giovani progressisti che vedono nella formula che ha portato alla sua vittoria, una strategia potenzialmente esportabile oltre New York, in vista sia delle midterm del 2026 che delle presidenziali 2028, per le quali si fanno sempre più forti i rumor su una possibile candidatura di Alexandria Ocasio-Cortez.

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