Ondata di panico nelle città USA per la stretta sull'immigrazione: il ruolo della disinformazione

La linea dura dell'Amministrazione Trump ha scatenato una serie di fake news che alimentano la paura nelle comunità di immigrati, con ripercussioni sulla vita quotidiana e sui servizi essenziali.

Ondata di panico nelle città USA per la stretta sull'immigrazione: il ruolo della disinformazione
Foto di Alejandro Cartagena 🇲🇽🏳‍🌈 / Unsplash

La recente stretta federale sull'immigrazione negli Stati Uniti sta generando un'ondata di disinformazione che si propaga da costa a costa, creando uno stato di allerta e tensione nelle comunità di immigrati.

Il fenomeno, che ha assunto proporzioni significative nelle ultime settimane, sta spingendo leader delle comunità e organizzazioni a supporto degli immigrati a lanciare appelli alla calma e all'utilizzo di fonti d'informazione affidabili.

Il caso delle scuole e la propagazione delle false notizie

La nuova crisi di disinformazione è nata in seguito all'annuncio dell'Amministrazione Trump di autorizzare gli agenti dell'Immigration and Customs Enforcement (ICE) a condurre operazioni di controllo all'interno degli istituti scolastici.

A Chicago, una falsa segnalazione sulla presenza di agenti ICE in una scuola elementare ha rapidamente guadagnato visibilità mediatica, trovando eco persino nelle dichiarazioni del governatore democratico dell'Illinois, JB Pritzker.

Il contagio della disinformazione si è poi esteso anche a Philadelphia, dove il distretto scolastico, che copre oltre 198.000 studenti, si è trovato costretto a rilasciare un comunicato ufficiale per smentire la presenza di agenti ICE nelle proprie strutture.

Anche dall'altra parte del Paese, a San Francisco, il presunto avvistamento di un agente ICE su un autobus cittadino da parte di uno studente delle medie ha scatenato il panico tra genitori e residenti.

L'estensione del fenomeno e le reazioni istituzionali

La diffusione di false informazioni non si è limitata al settore educativo. A Boston, il rinomato Boston Children's Hospital ha dovuto pubblicamente smentire le voci di un'operazione ICE all'interno della struttura, dopo che diversi account social popolari avevano amplificato la falsa notizia.

In Colorado, post online che allertavano di imminenti retate hanno circolato velocemente, richiedendo l'intervento delle forze dell'ordine locali per smentire tali operazioni.

"La disinformazione è particolarmente pericolosa perché genera panico e caos in qualsiasi comunità, e le comunità di immigrati non fanno eccezione", afferma Conchita Cruz, co-direttrice esecutiva dell'Asylum Seeker Advocacy Project (ASAP) in una intervista concessa ad Axios.

Cruz sottolinea come la situazione sia stata ulteriormente complicata dalla scarsa chiarezza degli ordini esecutivi e dei cambiamenti politici annunciati.

L'ambiguità della situazione è esacerbata dalle dichiarazioni contraddittorie dei vertici dell'Amministrazione Trump riguardo gli obiettivi delle operazioni ICE: non è chiaro se queste si concentreranno esclusivamente su individui con precedenti penali o se coinvolgeranno chiunque si trovi illegalmente nel paese.

Inoltre, le autorità non hanno fornito dettagli specifici sulle circostanze in cui potrebbero procedere a un arresto all'interno di una scuola.

Le conseguenze sociali

Sta di fatto che l'impatto di questa nuova ondata di disinformazione si sta già rivelando significativo sulla vita quotidiana delle comunità di immigrati.

La paura e l'incertezza stanno portando molte persone a evitare di recarsi al lavoro o a scuola, con pesanti ripercussioni sia sul tessuto sociale che sul sistema economico locale.

Che questa ambiguità sia intenzionale o meno, resta il fatto che sta contribuendo in modo significativo ad alimentare un clima che rischia di minare la stabilità delle comunità di immigrati e la loro integrazione nel tessuto sociale americano.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.