Oltre 7 milioni di americani disoccupati, il livello più alto dal 2017
Il numero di disoccupati raggiunge il livello più alto dal 2017, escluso il periodo pandemico. Le difficoltà per chi cerca lavoro crescono, aggravate dalle guerre commerciali promosse dall’amministrazione Trump

Il numero di americani disoccupati ha raggiunto a maggio quota 7,24 milioni, arrivando al livello più elevato dal 2017 se si esclude il periodo di crisi legato al Covid-19. Lo evidenziano i dati ufficiali riportati da MarketWatch. Secondo l’analisi, questa cifra è un chiaro segnale del peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro negli Stati Uniti in un contesto economico sempre più instabile.
Il confronto con il passato recente mostra una netta inversione di tendenza. Solo pochi anni fa, il numero di disoccupati aveva toccato un minimo ventennale di 5,75 milioni di persone. Oggi, invece, il dato supera anche i livelli registrati nel 2021, durante la fase di ripresa dall’ondata di licenziamenti causata dalla pandemia. Nonostante il tasso di disoccupazione resti relativamente contenuto al 4,2%, questo valore rappresenta un aumento significativo rispetto al minimo cinquantennale del 3,4% raggiunto negli anni precedenti.
L’incremento delle persone in cerca di lavoro mette in luce le crescenti difficoltà per ottenere un impiego stabile. Come sottolineato da Scott Anderson, economista capo per gli Stati Uniti di BMO Capital Markets, “le crepe nella facciata della resilienza del mercato del lavoro stanno iniziando a mostrarsi”. Anderson individua un “lato debole” in un mercato che, a prima vista, potrebbe apparire ancora solido, ma che in realtà sta diventando sempre più fragile, anche a causa delle tensioni commerciali in corso.
Ulteriori indicatori confermano il peggioramento del quadro occupazionale. Il numero di cittadini che ricevono sussidi di disoccupazione ha raggiunto il massimo degli ultimi quattro anni. Al tempo stesso, i tempi medi per trovare un nuovo impiego si stanno allungando, con un numero crescente di persone che riceve i benefici per periodi prolungati. Secondo Heather Long, economista capo della Navy Federal Credit Union, “una recessione non sembra imminente, ma sarà un’estate difficile per chiunque stia cercando un lavoro a tempo pieno”. La sua valutazione si basa sui risultati del rapporto sui posti di lavoro di maggio, definito “tiepido”.
Uno dei fattori che stanno rallentando le assunzioni è l’incertezza provocata dalle guerre commerciali lanciate dal presidente Donald Trump. Le aziende, preoccupate per l’impatto sui loro ricavi e sulle esportazioni, stanno adottando un atteggiamento attendista. Il numero di nuovi posti di lavoro creati nel trimestre marzo-maggio si è attestato in media a 135.000 al mese, in netto calo rispetto ai 232.000 registrati ancora a gennaio.
La riluttanza delle imprese ad assumere nuovi dipendenti è legata ai timori per i costi aggiuntivi derivanti dalle politiche protezionistiche. Sebbene la Casa Bianca abbia deciso di ridurre la maggior parte dei dazi recentemente annunciati, nel tentativo di agevolare i negoziati, i progressi verso la risoluzione dei conflitti commerciali sono stati finora limitati. Questo clima di incertezza scoraggia le aziende dall’investire in nuova manodopera, contribuendo al rallentamento del mercato del lavoro.