New York Times: Trump vuole soffocare il giornalismo indipendente
Meredith Kopit Levien, amministratrice delegata del New York Times, ha definito infondata la causa da 15 miliardi di dollari intentata dal presidente e l’ha paragonata alle strategie usate in paesi come Turchia e Ungheria per screditare la stampa critica.
L'amministratrice delegata del New York Times, Meredith Kopit Levien, ha accusato il presidente Donald Trump di applicare un “manuale anti-stampa” con la causa da 15 miliardi di dollari intentata contro il quotidiano. Intervenendo a una conferenza organizzata dal Financial Times a Los Angeles, Levien ha detto che l’azione legale è “priva di basi giuridiche” e serve soltanto a intimidire il giornalismo indipendente.
Secondo la manager, la strategia ricorda le pratiche di governi come quelli di Turchia, Ungheria e India, paesi che pur mantenendo elezioni democratiche “lavorano per soffocare le voci di opposizione”. In questi contesti, ha spiegato, il modello prevede “molestie contro i giornalisti e delegittimazione della stampa indipendente”.
La causa è stata depositata lunedì in un tribunale federale della Florida. Trump accusa il quotidiano di essere “un megafono del Partito democratico” e di diffondere “falsità contro il presidente”. È la quarta denuncia miliardaria per diffamazione presentata dal presidente contro grandi testate statunitensi dal marzo 2024. In precedenza, ABC News e CBS News hanno scelto di chiudere le controversie versando rispettivamente 15 e 16 milioni di dollari destinati alla futura biblioteca presidenziale di Trump.
In luglio, il presidente aveva fatto causa al Wall Street Journal chiedendo 10 miliardi di dollari per un articolo che parlava di un biglietto di compleanno inviato al defunto Jeffrey Epstein. In quel caso, l’editore Dow Jones ha annunciato che si difenderà “con vigore”.
Diversi esperti di diritto costituzionale hanno definito priva di fondamento la nuova azione contro il New York Times. Rebecca Tushnet, docente ad Harvard, ha parlato di “un atto di disprezzo per la verità, il pubblico americano e il processo giudiziario”. RonNell Andersen Jones, professoressa all’Università dello Utah e fellow dello Yale Information Society Project, ha aggiunto che l’obiettivo non è vincere in tribunale ma “usare la causa come manifesto politico contro la stampa, imporre spese legali enormi e ottenere leva contro una fonte autorevole di giornalismo investigativo critico”.
Trump chiede un risarcimento non inferiore a 15 miliardi di dollari, oltre a ulteriori danni punitivi da stabilire in giudizio. Una cifra enorme se confrontata con la capitalizzazione di mercato del New York Times, che in borsa vale meno di 10 miliardi di dollari.
Levien ha ribadito che il giornale “non si farà intimidire” e continuerà a pubblicare inchieste basate sui fatti, “anche quando portano in luoghi scomodi”. In un post su Truth Social, Trump ha invece definito il quotidiano “uno dei giornali peggiori e più degenerati della storia del nostro Paese”.