New York Times: Putin ha sempre voluto avere maggior peso in Europa. Ora grazie a Trump lo avrà

Secondo l'analisi del giornale americano, la svolta nei rapporti tra Washington e Mosca potrebbe ridisegnare gli equilibri continentali in maniera congeniale a Mosca, mentre l'UE affronta crescenti pressioni interne ed esterne.

New York Times: Putin ha sempre voluto avere maggior peso in Europa. Ora grazie a Trump lo avrà

La visione che Vladimir Putin aveva articolato alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco nel 2007 - vale a dire un ridimensionamento dell'influenza americana e un nuovo equilibrio di potere in Europa più favorevole a Mosca - sembrava all'epoca un'aspirazione irrealizzabile.

Oggi, quasi due decenni dopo, nello stesso forum, l'Amministrazione Trump sembra offrire al leader russo l'opportunità di trasformare quel sogno in realtà, afferma il New York Times in una sua analisi pubblicata oggi.

Le dichiarazioni del Segretario alla Difesa Pete Hegseth e del Vicepresidente JD Vance alla conferenza di quest'anno hanno scosso i partecipanti europei, lasciando intendere che gli Stati Uniti potrebbero, almeno parzialmente, allinearsi con la Russia di Putin e abbandonare i loro tradizionali alleati continentali.

"Dal nascere della Guerra Fredda alla fine degli anni '40, il Cremlino ha sognato di allontanare l'America dal suo ruolo di pilastro della sicurezza europea", ha dichiarato in un'intervista al New York Times Andrew S. Weiss, vicepresidente del Carnegie Endowment for International Peace.

"Putin è certamente abbastanza accorto da cogliere qualsiasi opportunità offerta dalla nuova Amministrazione."

Anche la presenza militare americana, che ha garantito ottant'anni di pace nell'Europa occidentale dal termine della Seconda Guerra Mondiale, potrebbe non essere più scontata. In un discorso a Varsavia, Hegseth ha lanciato un chiaro avvertimento in questo senso ai leader europei.

Ma è stato Vance, parlando successivamente a Monaco, a delineare uno scenario ancora più inquietante: non sono Russia o Cina a rappresentare una minaccia, ma l'Europa stessa.

Il vicepresidente ha preso di mira in particolare quelle che ha definito "misure non democratiche" utilizzate dalle nazioni europee per contenere i partiti di estrema destra, alcuni dei quali godono del sostegno di Mosca.

Ha citato esplicitamente il caso della Romania, dove la Corte Costituzionale ha annullato un'elezione presidenziale che vedeva in vantaggio un candidato ultranazionalista sostenuto da una presunta campagna d'influenza russa.

"Se la vostra democrazia può essere distrutta con qualche centinaia di migliaia di dollari di pubblicità digitale da un paese straniero, allora non era molto forte sin dall'inizio", ha affermato Vance in uno dei passaggi più controversi del suo intervento.

Secondo Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto Affari Internazionali di Roma, il messaggio di Vance rappresenta una minaccia diretta all'Unione Europea.

"Il punto non è nemmeno l'Ucraina. Il punto è l'indebolimento deliberato, se non la distruzione dell'Europa, di cui l'Ucraina fa parte."

I risultati di questo riallineamento sono già visibili, secondo il New York Times. In meno di un mese dall'inizio del suo secondo mandato, il presidente Trump ha smantellato U.S.A.I.D., l'agenzia di aiuti esteri americana da tempo criticata da Mosca.

Inoltre Trump ha nominato funzionari per posizioni di alto livello che condividono almeno parzialmente le posizioni del Cremlino - tra cui Tulsi Gabbard come nuova direttrice dell'intelligence nazionale americana - e ha minacciato una guerra commerciale con gli alleati europei.

Questa svolta geopolitica giunge in un momento di particolare vulnerabilità per l'Europa. Germania e Francia, i pilastri dell'Unione Europea, affrontano crisi di leadership interne, mentre il Regno Unito post-Brexit ha visto diminuire significativamente la sua influenza nel Vecchio Continente.

I negoziati sul conflitto in Ucraina, il più grande sul suolo europeo dalla Seconda Guerra Mondiale, potrebbero ora procedere senza la partecipazione dei leader europei.

Un incontro tra rappresentanti americani e russi, senza la partecipazione né di esponenti ucraini né di inviati dell'Unione Europea, è previsto questa settimana in Arabia Saudita, segnalando un ulteriore passo avanti nel riassetto degli equilibri diplomatici.

"Questo è il momento in cui siamo più vulnerabili", ha avvertito Tocci.

"Se l'obiettivo finale è distruggere questo progetto [l'UE], questo è il momento per farlo."

La trasformazione in corso delle relazioni transatlantiche potrebbe rappresentare per Putin una vittoria ben più significativa di qualsiasi obiettivo in Ucraina, conclude quindi il New York Times, ridisegnando in maniera drastica gli equilibri di potere che hanno caratterizzato l'ordine europeo degli ultimi ottant'anni.

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