New York apre al gerrymandering in risposta a Texas e Ohio

La governatrice di New York apre alla possibilità di modificare le circoscrizioni elettorali, mentre stati repubblicani come Texas e Ohio ridisegnano le loro mappe. La manovra, vicina alla logica del gerrymandering, rischia di scontrarsi con limiti costituzionali.

New York apre al gerrymandering in risposta a Texas e Ohio
Steve Nass / Wikipedia Commons

La governatrice democratica di New York, Kathy Hochul, non esclude un ridisegno delle circoscrizioni elettorali della Camera federale, in risposta alle mosse di stati repubblicani come Texas e Ohio, che stanno revisionando le proprie mappe. «Tutto è lecito in amore e in guerra. Seguiamo le regole e facciamo la redistribuzione ogni 10 anni. Ma se altri stati violano le regole per ottenere un vantaggio, dirò solo che esaminerò attentamente la questione con Hakeem Jeffries», ha dichiarato giovedì a Buffalo, durante un evento non collegato al tema.

La questione riguarda il cosiddetto gerrymandering, pratica comune negli Stati Uniti, che consiste nel disegnare i confini dei collegi elettorali in modo da favorire un partito o un gruppo politico. Attraverso una configurazione artificiale dei distretti, si possono concentrare o disperdere gli elettori di un partito, alterando di fatto la rappresentanza parlamentare. Pur essendo formalmente legale in molti stati, il gerrymandering è un modo per distorcere la volontà popolare e di ridurre la competizione politica.

Le parole di Hochul arrivano dopo che il governatore del Texas, Greg Abbott, ha annunciato una sessione speciale del Parlamento statale dedicata alla redistribuzione dei collegi. Secondo due fonti a conoscenza diretta dei fatti, l’ufficio di Hochul ha avuto colloqui con il team del leader della minoranza alla Camera, Hakeem Jeffries, subito dopo l’annuncio di Abbott.

«Non mi sorprende che stiano cercando di infrangere le regole per ottenere un vantaggio», ha aggiunto Hochul. «Ma questo non è democratico, e non solo li stiamo denunciando, stiamo anche valutando quali siano le nostre opzioni».

Jeffries, intervistato in un podcast, ha affermato che i democratici devono mantenere i repubblicani «sotto pressione politica». «Sto parlando con i membri della delegazione di New York, così come con la governatrice, per capire se si possa fare qualcosa per garantire che New York faccia la sua parte con mappe eque in tutto il Paese», ha dichiarato. «Ogni singolo stato dovrà fare lo stesso, perché i repubblicani sono disperati».

Tuttavia, un ridisegno delle circoscrizioni a metà decennio appare complesso e rischia di essere contestato in sede legale. La costituzione statale di New York stabilisce infatti che la redistribuzione dei collegi avvenga una sola volta ogni dieci anni, basandosi sui dati dell’ultimo censimento.

Le parole di Hochul hanno suscitato critiche immediate tra i repubblicani. «Kathy Hochul e i democratici di Albany sono esperti nel truccare le regole per proteggere il loro potere e mettere a tacere gli elettori», ha dichiarato il leader della minoranza al Senato statale, Robert Ortt.

Le possibilità di un intervento rapido restano ridotte. Dopo vari ricorsi legali, la commissione per la ridistribuzione di New York ha approvato la nuova mappa nel 2024. Un ulteriore cambiamento richiederebbe una nuova sentenza e un calendario estremamente serrato per applicare le modifiche prima delle elezioni di metà mandato del 2026.

«Al momento la domanda è: il Texas ridisegnerà la sua mappa, e poi la California seguirà? Aspettiamoci l’imprevisto», ha commentato Jeff Wice, esperto di ridistribuzione e docente alla New York Law School.

Le affermazioni della governatrice evidenziano la posta in gioco nelle prossime elezioni della Camera, oggi divisa con margini ridotti. Nonostante la tradizionale prevalenza democratica, New York ospita vari collegi in bilico che potrebbero determinare il controllo dell’aula e influire sugli ultimi due anni di presidenza di Donald Trump.

Anche altri stati democratici valutano mosse simili. In California, il governatore Gavin Newsom ha ipotizzato di ridisegnare i confini dei collegi per favorire il partito alle elezioni dell’anno prossimo. L’ex presidente Barack Obama parteciperà a un evento di raccolta fondi per sostenere un gruppo democratico attivo sul fronte della ridistribuzione.

All’interno del partito democratico di New York, tuttavia, non tutti sono favorevoli a una risposta simmetrica. «Capisco coloro che osservano ciò che accade in Texas e Ohio e vogliono compensare il loro vantaggio sleale», ha dichiarato a Politico il presidente dei democratici statali, Jay Jacobs. «Ma credo che dobbiamo fare attenzione alla democrazia, perché la trovo piuttosto fragile in questo momento storico».

Jacobs ha ricordato i vincoli costituzionali. «Non cambi le regole del gioco a tuo vantaggio solo perché puoi farlo», ha affermato. «La costituzione è chiara: il processo di redistribuzione dovrebbe avvenire ogni 10 anni. Non so come si possa interpretare la possibilità di farlo ogni due anni».

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.