Nell’incontro con Netanyahu, Trump propone la ricollocazione permanente dei palestinesi via da Gaza
Il presidente americano definisce l'enclave palestinese un "sito di demolizione" e suggerisce il reinsediamento dei palestinesi in paesi limitrofi, scatenando immediate reazioni di Hamas e dei leader regionali.
Nel corso di un incontro alla Casa Bianca con il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il Presidente Trump è tornato a proporre la sua idea controversa riguardo il futuro dei civili palestinesi di Gaza, suggerendo una loro ricollocazione permanente al di fuori dell'enclave costiera.
La dichiarazione odierna rappresenta la posizione più esplicita assunta finora dalla seconda Amministrazione Trump sulla questione palestinese.
La proposta di Trump
Durante l'incontro nello Studio Ovale, Trump ha descritto Gaza come un "sito di demolizione" e "un inferno", sostenendo che i palestinesi non avrebbero alcun motivo di farvi ritorno, se venissero reinsediati altrove in pace.
"È mia speranza poter fare qualcosa di davvero positivo, qualcosa di davvero buono, per farsi che loro non vogliano tornare. Perché dovrebbero voler tornare?"
Il presidente americano ha inoltre sostenuto che l'unica ragione per cui i palestinesi vorrebbero tornare a Gaza è la mancanza di alternative, proponendo quindi di trovare "una bellissima area per reinsediare [i palestinesi di Gaza, ndr] in modo permanente" dove possano vivere "senza paura della violenza".
DOOCY: Would Palestinians have the right to return to Gaza if they left during the rebuilding?
— Aaron Rupar (@atrupar) February 4, 2025
TRUMP: It would be my hope that we could do something really nice, really good, where they wouldn't want to return
(A reporter can be heard yelling, "It's their home, sir!") pic.twitter.com/NkYVY14Qe3
I dubbi di Trump sullo Stato palestinese
Interrogato dai giornalisti sulla necessità della nascita di uno Stato palestinese per normalizzare i rapporti tra Israele e Arabia Saudita - una richiesta chiave del regno saudita - Trump ha mantenuto una posizione vaga, affermando:
”Stanno chiedendo una sola cosa. Sapete cosa? La pace."
Questa ambiguità sull’argomento mette potenzialmente in discussione la storica politica statunitense che ha costantemente sostenuto negli ultimi 30 anni la soluzione dei due Stati attraverso diverse Amministrazioni di diverso colore politico.
La reazione dei leader regionali
La proposta di reinsediare i palestinesi lontano da Gaza aveva però già incontrato una ferma opposizione sia da parte di Hamas che dei leader arabi regionali.
Un alto funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri, aveva definito le dichiarazioni di Trump come “una ricetta per creare caos e tensione nella regione", mentre un altro, Izzat al-Rishq, aveva sottolineato come il popolo palestinese abbia "sconfitto i piani di sfollamento e deportazione sotto i bombardamenti per più di 15 mesi."
Pochi giorni fa i Ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Giordania, Egitto, Qatar, Emirati Arabi Uniti, insieme a un alto funzionario palestinese, hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo a questa idea in una lettera al Segretario di Stato Marco Rubio.
Nel documento, hanno evidenziato come tale mossa costituirebbe "una chiara violazione del diritto internazionale" e "una minaccia alla stabilità e sicurezza regionale."
Le implicazioni regionali
La situazione è particolarmente delicata per Paesi come Giordania ed Egitto, che hanno sottoscritto trattati di pace con Israele.
Entrambi si oppongono al reinsediamento dei palestinesi nei loro territori, sostenendo che ciò rappresenterebbe un rischio per la loro sicurezza, un fattore destabilizzante e potrebbe provocare proteste di massa.
La Giordania, in particolare, ospita già circa 3 milioni di palestinesi, molti dei quali sfollati da precedenti conflitti.
Le dichiarazioni di Trump sollevano perciò interrogativi significativi sul futuro processo di pace in Medio Oriente e sulla possibilità di una soluzione duratura al conflitto israelo-palestinese, mentre la regione continua a confrontarsi con le conseguenze di oltre 15 mesi di guerra tra Israele e Hamas.