Negli Stati Uniti record di 14 milioni di immigrati senza documenti
Secondo il Pew Research Center, la popolazione di immigrati senza pieno status legale ha raggiunto il massimo storico nel 2023, con 14 milioni di persone. Le politiche delle amministrazioni Biden e Trump hanno inciso sull’andamento tra 2024 e 2025.

La popolazione di immigrati senza pieno status legale negli Stati Uniti ha toccato un livello record di 14 milioni nel 2023, secondo le stime del Pew Research Center. Si tratta di un incremento di 3,5 milioni in soli due anni, il più rapido mai registrato. Questa crescita ha portato gli immigrati senza documenti a rappresentare il 27% dell’intera popolazione immigrata e il 4,1% del totale degli abitanti del Paese.
Il termine “immigrati senza autorizzazione” utilizzato dal centro di ricerca si riferisce situazioni giuridiche differenti: persone entrate irregolarmente, individui che hanno oltrepassato la scadenza del visto, ma anche coloro che pur avendo ricevuto una forma di protezione temporanea dal rimpatrio restano in una condizione precaria. Nel 2023 circa 6 milioni di persone – oltre il 40% del totale – godevano di una protezione temporanea contro l’espulsione, cifra molto superiore ai 500.000 del 2007, quando la popolazione senza status regolare era di 12,2 milioni.

Le protezioni derivavano da diverse misure: 2,6 milioni erano richiedenti asilo, 700.000 erano entrati con permessi speciali di parole, altrettanti erano vittime di crimini o violenze, 650.000 avevano il Temporary Protected Status (TPS) e 600.000 beneficiavano del programma Deferred Action for Childhood Arrivals (DACA). A questi si aggiungevano circa 1 milione di persone rilasciate dopo essere state fermate dalla Border Patrol, in attesa di una decisione giudiziaria.
L’analisi mostra anche una forte diversificazione delle origini. Nel 2023 gli immigrati irregolari provenienti dal Messico erano 4,3 milioni, pari al 30% del totale, la quota più bassa mai registrata. Crescite significative si sono osservate da altri Paesi: 850.000 da Guatemala ed El Salvador, 775.000 da Honduras, 680.000 dall’India, 650.000 dal Venezuela. In quest’ultimo caso, la popolazione irregolare è aumentata in pochi anni da 55.000 nel 2007 a oltre 650.000. Incrementi notevoli hanno riguardato anche Cuba, Haiti, Nicaragua, Colombia, Ecuador, Ucraina e Perù.

La distribuzione geografica all’interno degli Stati Uniti mostra una concentrazione nei sei stati principali: California (2,3 milioni), Texas (2,1 milioni), Florida (1,6 milioni), New York (825.000), New Jersey (600.000) e Illinois (550.000). Tuttavia, la quota detenuta da questi stati è scesa dal 80% del 1990 al 56% nel 2023, segno di una maggiore dispersione territoriale. La crescita più marcata si è registrata in Florida (+700.000), Texas (+450.000), California (+425.000) e New York (+230.000).
Le famiglie coinvolte sono state 7,5 milioni nel 2023, pari al 5,6% del totale nazionale. La grande maggioranza di queste famiglie è di “status misto”, con almeno un componente cittadino statunitense o residente legale. Sono circa 4,6 milioni i minori nati negli Stati Uniti che vivevano con almeno un genitore irregolare. Altri 1,5 milioni di bambini sotto i 18 anni erano essi stessi immigrati senza documenti.
Il mercato del lavoro ha visto un record di 9,7 milioni di lavoratori irregolari, pari al 5,6% della forza lavoro complessiva. I settori con la quota più alta sono stati edilizia (15%), agricoltura (14%), turismo e ristorazione (8%), servizi vari (7%) e attività professionali (7%). In alcune professioni specifiche, come l’agricoltura e le costruzioni, gli irregolari hanno raggiunto tra il 25% e il 40% della forza lavoro.
Dal punto di vista temporale, oltre 4,2 milioni di adulti erano presenti negli Stati Uniti da meno di cinque anni, un raddoppio rispetto al 2021. Altri 4,3 milioni erano residenti da almeno 18 anni.
Il Pew Research Center sottolinea che nel 2024 la crescita della popolazione senza documenti è continuata a ritmo elevato fino a metà anno, per poi rallentare bruscamente a seguito di nuove restrizioni adottate dall’amministrazione Biden, che ha interrotto alcuni programmi di ingresso e sospeso le domande d’asilo al confine. Nel 2025, con le politiche più restrittive della nuova amministrazione Trump, il numero complessivo avrebbe iniziato a diminuire, anche se rimarrebbe superiore ai livelli del 2023.
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