Negli Stati Uniti il consumo di alcol scende al minimo storico
Solo il 54% degli adulti dichiara di bere, la quota più bassa in quasi novant’anni. Cresce la convinzione che anche un consumo moderato sia dannoso per la salute.
Il consumo di alcol negli Stati Uniti è sceso a livelli mai registrati prima. Secondo l’ultimo sondaggio Gallup, solo il 54% degli adulti afferma di bere, un dato che segna il punto più basso nei quasi novant’anni di rilevazioni. A questo calo si accompagna un cambiamento culturale: per la prima volta la maggioranza degli americani considera nocivo anche un consumo moderato, definito come uno o due drink al giorno.
Dal 1997 al 2023 la quota di bevitori era rimasta stabilmente sopra il 60%. Nel 2023 si attestava al 62%, nel 2024 al 58%, fino all’attuale 54%. Solo in rarissime occasioni, dal 1939 a oggi, il dato era sceso sotto il 60%, con un minimo del 55% nel 1958. Il massimo era stato toccato tra il 1974 e il 1981, con valori compresi tra il 68% e il 71%.

La riduzione interessa in modo particolare le donne, passate dal 62% del 2023 al 51% di oggi, con un calo di undici punti. Tra gli uomini la diminuzione è stata più contenuta, da 62% a 57%. Anche tra i giovani adulti la tendenza si è accentuata: dal 59% del 2023 si è scesi al 50%, al di sotto dei tassi di consumo di adulti di mezza età e anziani.
Dal punto di vista etnico, il calo è stato marcato tra i bianchi non ispanici (meno 11 punti), mentre tra le persone di colore la percentuale è rimasta stabile, attorno al 50%. La dimensione politica mostra invece un divario inedito: i repubblicani che dichiarano di bere sono scesi al 46%, con un calo di 19 punti in due anni, mentre tra i democratici la quota resta stabile al 61%.
Il calo del consumo non sembra legato a un aumento dell’uso di altre sostanze. L’uso ricreativo di marijuana, pur più diffuso che in passato, è rimasto stabile negli ultimi quattro anni e non appare correlato alla diminuzione del consumo di alcol.
Un elemento centrale riguarda la percezione della salute. Oggi il 53% degli americani ritiene che bere moderatamente sia dannoso, contro il 28% del 2018 e il 45% dello scorso anno. Solo il 6% considera il consumo moderato benefico, mentre il 37% lo giudica irrilevante. La crescita è stata particolarmente forte tra i giovani adulti: circa due terzi di loro considerano ora il bere quotidiano dannoso.
Le differenze di genere sono evidenti: il 60% delle donne contro il 47% degli uomini reputa nocivo l’alcol. Lo stesso vale per le differenze politiche, con il 58% dei democratici e il 55% degli indipendenti che condividono questa visione, contro il 44% dei repubblicani.
Non solo meno persone dichiarano di bere, ma anche i consumatori abituali riducono la frequenza e la quantità. Solo il 24% dei bevitori afferma di aver consumato alcol nelle ultime 24 ore, minimo storico, e il 40% dice che è passato più di una settimana dall’ultimo drink, il dato più alto dal 2000. La media settimanale è scesa a 2,8 drink, rispetto ai 3,8 dello scorso anno e a circa 4 negli anni precedenti.
Chi considera l’alcol dannoso non smette necessariamente di bere, ma lo fa meno: il 49% di loro ha bevuto nell’ultima settimana, contro il 69% di chi non ha preoccupazioni di salute. Anche il numero medio di drink differisce: 4,5 a settimana tra i preoccupati, 6,4 tra gli altri.
Per quanto riguarda le preferenze, la birra resta la bevanda più scelta, davanti a liquori e vino, che si attestano entrambi al 29-30%. Le differenze di genere restano nette: il 52% degli uomini preferisce la birra contro il 23% delle donne, che invece scelgono più spesso il vino (44% contro il 14% degli uomini). La quota di chi sceglie i liquori è simile tra uomini e donne, rispettivamente al 29% e al 32%.