Musk sfida gli operatori di telefonia mobile tradizionali dallo spazio

Dopo la connessione a Internet, la costellazione di satelliti Starlink punta al mercato delle telecomunicazioni. Gli operatori tradizionali si mostrano scettici, ma il potenziale di questa tecnologia potrebbe raggiungere fino al 10% del mercato globale della telefonia mobile.

Musk sfida gli operatori di telefonia mobile tradizionali dallo spazio
Photo by Evgeny Opanasenko / Unsplash

Anche se Elon Musk non parteciperà al Mobile World Congress, il salone delle telecomunicazioni che si tiene dal 3 al 6 marzo a Barcellona, la sua presenza aleggerà sui partecipanti. Starlink, l'azienda che diffonde internet dai satelliti nello spazio, si prepara infatti a rivoluzionare l'universo del settore delle telecomunicazioni.

Dopo aver lanciato il suo servizio di connessione a Internet, disponibile in più di cento paesi, Elon Musk sta ora puntando alla telefonia mobile. Il 9 febbraio, Starlink ha lanciato, in collaborazione con l'operatore americano T-Mobile, una soluzione denominata "direct to cell", che permette di utilizzare un dispositivo 4G standard anche nelle zone prive di copertura mobile tradizionale.

Attualmente, questo servizio consente solo l'invio di SMS, ma le prossime generazioni di satelliti dovrebbero permettere anche chiamate vocali e video. In fase di test, l'offerta sarà commercializzata negli Stati Uniti a partire da luglio. Per promuovere il servizio, Starlink e T-Mobile hanno acquistato uno spazio pubblicitario durante l'intervallo del Superbowl, la finale del campionato di football americano, raggiungendo 130 milioni di telespettatori.

Per Elon Musk, il "direct to cell" non è una nicchia, ma un vero e proprio mercato di massa. Starlink conta già 7.000 satelliti in orbita bassa e la sua flotta dovrebbe arrivare a 12.000 entro la fine del 2025, per raggiungere, a termine, 42.000 unità. Da qui la domanda: Elon Musk vuole sottrarre milioni di clienti agli operatori mobili?

"Se facciamo della pura prospettiva, il rischio è nella mente di tutti", ammette Stéphane Villard, socio di Deloitte, al giornale francese il Monde. "Quattro anni fa si diceva che Starlink fosse adatto solo per i militari o per collegare piattaforme petrolifere. Oggi, l'antenna è in vendita nei negozi di elettronica di consumo".

Secondo Alexandre Ménard, socio di McKinsey, il "direct to cell" "non sostituirà le soluzioni mobili classiche nelle zone popolate e ad alto traffico di dati". Tuttavia, stima "il suo potenziale, al massimo, tra il 5% e il 10% del mercato totale della telefonia mobile a livello mondiale". Ciò rappresenta diverse centinaia di milioni di clienti potenziali, in particolare in Africa, dove Starlink è già molto presente.

Logicamente, gli operatori mobili tradizionali si mostrano scettici. "Immaginare che le soluzioni satellitari possano sostituire i gruppi di telecomunicazioni classici non ha alcun senso", spiega Jérôme Berger, direttore della strategia di Orange. Berger vede queste costellazioni solo come un complemento alle reti terrestri, nelle zone poco dense o difficili da coprire (montagne, mare...).

Il primo argomento, secondo lui: "Una costellazione, per quanto importante sia, non può trasportare tutto il traffico mobile che oggi transita attraverso le antenne delle reti mobili terrestri". "La qualità del segnale di questi satelliti è scarsa all'interno degli edifici", aggiunge Berger, e la latenza, cioè il tempo impiegato da un dato per andare dal telefono al server, è molto più lunga quando si passa attraverso lo spazio.

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