Musk lancia ultimatum ai dipendenti federali Usa: "Giustificate il vostro lavoro o dimissioni"
Il magnate annuncia su X l'invio di una email a tutti i dipendenti pubblici. Immediate le reazioni di FBI, Dipartimento di Stato e sindacati dei lavoratori federali.

Elon Musk ha lanciato un nuovo controverso ultimatum ai dipendenti federali statunitensi, annunciando su X che dovranno rispondere a una email giustificando il lavoro svolto nell'ultima settimana, pena le dimissioni forzate.
Consistent with President @realDonaldTrump’s instructions, all federal employees will shortly receive an email requesting to understand what they got done last week.
— Elon Musk (@elonmusk) February 22, 2025
Failure to respond will be taken as a resignation.
Secondo quanto riportato da diversi media americani, i dipendenti federali hanno già iniziato a ricevere una email dall'Office of Personnel Management (OPM) che richiede di elencare in circa cinque punti le attività svolte durante la settimana, con scadenza lunedì alle 23:59 ET.
BREAKING: This is the email that federal employees are receiving this afternoon from DOGE.
— Brian Krassenstein (@krassenstein) February 22, 2025
“Subject: "What did you do last week?"
Please reply to this email with approx. 5 bullets of what you accomplished last week and cc your manager.
Please do not send any classified… pic.twitter.com/fx7KsBl1Vg
L'email, che deve risposta inviando quanto richiesto con in copia i propri manager, specifica di non includere informazioni classificate, link o allegati.
La mossa ha provocato immediate reazioni da parte delle agenzie federali. Il neo direttore dell'FBI Kash Patel ha ordinato ai propri dipendenti di sospendere qualsiasi risposta, specificando che l'agenzia valuterà il lavoro del proprio personale secondo le proprie procedure.
The power struggles begin.
— Ken Dilanian (@KenDilanianNBC) February 23, 2025
FBI Director Kash Patel tonight has instructed his employees to ignore @elonmusk’s productivity inquiry, saying, essentially—we will evaluate our own people, thanks. pic.twitter.com/BkisigRPNq
Analogamente, anche il Dipartimento di Stato ha comunicato ai propri dipendenti di non rispondere all'email.
Top leadership at the State Department has instructed its employees to ignore @elonmusk’s productivity inquiry, saying, essentially—we will evaluate our own people. A sign not all Trump officials are on board with Musk’s DOGE email. pic.twitter.com/9tsufc1rXA
— Yamiche Alcindor (@Yamiche) February 23, 2025
Dura anche la reazione dei sindacati. Everett Kelley, presidente dell'American Federation of Government Employees (AFGE), ha condannato l'iniziativa di Musk e dell'Amministrazione Trump, promettendo di contestare eventuali "licenziamenti illegali" dei propri iscritti e dei dipendenti federali.
Make no mistake - AFGE will challenge any unlawful terminations of our members and federal employees across the country. https://t.co/BSAx4qiLQn
— Everett Kelley (@AFGEPrezKelley) February 22, 2025
Il precedente di Twitter
La mossa richiama alla memoria quanto accaduto durante l'acquisizione di Twitter per 44 miliardi di dollari. All'epoca, Musk aveva chiesto ai dipendenti di stampare il codice scritto più di recente per dimostrare la loro produttività.
Un approccio simile era stato utilizzato anche con l'ex CEO Parag Agrawal, al quale Musk aveva chiesto "Cosa hai fatto questa settimana?" durante uno scambio di messaggi precedente all'acquisizione.
Agrawal fu successivamente rimosso dall'incarico, anche se le circostanze del suo allontanamento sono oggetto di controversia legale per mancati pagamenti di buonuscita.
La nuova si inserisce nel più ampio progetto del Dipartimento per l'Efficienza Governativa (DOGE) di Musk di ridurre drasticamente il personale federale, che ha già portato a controversi licenziamenti, incluso quello accidentale di funzionari del Dipartimento dell'Agricoltura impegnati nella risposta all'influenza aviaria.
Secondo i dati del Pew Research Center, il governo federale impiegava circa 3 milioni di persone a novembre 2024, tutti potenzialmente interessati da questa nuova disposizione.