Musk al Pentagono: cresce la preoccupazione per l'accesso ai dati sensibili

Il Dipartimento della Difesa si prepara all'arrivo del team DOGE di Elon Musk, mentre funzionari ed esperti esprimono timori per la sicurezza nazionale. Il Segretario alla Difesa pone limiti chiari all'intervento del gruppo nei sistemi del Pentagono.

Musk al Pentagono: cresce la preoccupazione per l'accesso ai dati sensibili
Immagine creata con l'intelligenza artificiale. Fonte: Grok

Il Dipartimento della Difesa americano si sta preparando all'arrivo del team DOGE (Department of Government Efficiency) guidato da Elon Musk. Il gruppo, che opera sotto l'Ufficio Esecutivo del Presidente con l'obiettivo di modernizzare la tecnologia federale, ha già ottenuto accessi amministrativi a sistemi informatici sensibili in diverse agenzie governative.

Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth, pur accogliendo la prospettiva di collaborazione con il team di Musk, ha tracciato una linea di demarcazione netta, dichiarando che "il Dipartimento della Difesa non è USAID", riferendosi all'agenzia per lo sviluppo internazionale recentemente ridimensionata dal DOGE. Hegseth ha indicato possibili aree di intervento, come l'ottimizzazione dei processi di acquisizione dei sistemi d'arma, specificando però che non verranno permesse azioni che possano compromettere le capacità operative o tattiche americane.

La questione dell'accesso ai dati riservati sta destando serie preoccupazioni. In particolare, un alto funzionario del settore cybersecurity del Pentagono ha manifestato timori per la presenza di giovani ingegneri software con poca esperienza che potrebbero accedere a informazioni sensibili, tanto più che non è chiaro se abbiano ottenuto le necessarie autorizzazioni di sicurezza. Il precedente in altre agenzie federali non è rassicurante: il team DOGE ha già ricevuto privilegi amministrativi eccezionali, come è successo all'Ufficio Gestione del Personale, dove ha potuto consultare database contenenti dati personali di milioni di dipendenti pubblici.

Un aspetto particolarmente delicato riguarda i potenziali conflitti di interesse. Le aziende di Musk, in particolare SpaceX, hanno ricevuto contratti federali per oltre 17 miliardi di dollari dal 2015. Inoltre, i legami commerciali di Musk con paesi come la Cina e la Russia, e i suoi significativi interessi nel settore delle tecnologie militari, sollevano interrogativi sulla sua posizione privilegiata all'interno del Pentagono.

Gli esperti sottolineano che l'approccio di Musk all'efficienza governativa, basato principalmente sull'automazione e sui tagli del personale, potrebbe non essere adatto al Dipartimento della Difesa. Michael Brown, ex capo della Defense Innovation Unit, ha evidenziato che il problema del Pentagono non è l'eccesso di personale, ma piuttosto la carenza di figure chiave in ruoli specifici, come gli ufficiali addetti ai contratti.

Il Pentagono, con il suo budget di 886 miliardi di dollari, rappresenta una sfida particolare per qualsiasi tentativo di riforma. A differenza di agenzie più piccole, il Dipartimento della Difesa opera come un'entità complessa che include strutture sanitarie, alloggi, servizi di ristorazione e trasporti in tutto il mondo. Questa complessità rende particolarmente delicata qualsiasi modifica sostanziale ai suoi sistemi e procedure.

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