Mosca respinge l'idea di restituire i territori occupati a Kyiv mentre gli USA cercano di allentare i legami russo-cinesi

Il Cremlino definisce i territori annessi "parte inalienabile della Russia" mentre l'Amministrazione Trump esplora nuove vie diplomatiche per risolvere il conflitto in Ucraina.

Mosca respinge l'idea di restituire i territori occupati a Kyiv mentre gli USA cercano di allentare i legami russo-cinesi
Mariupol

Il presidente Trump, durante la prima riunione del suo gabinetto ieri alla Casa Bianca, ha dichiarato che Washington tenterà di aiutare Kyiv a recuperare parte dei territori ucraini annessi dalla Russia.

"Faremo tutto il possibile per concludere il miglior accordo per entrambe le parti. Per l'Ucraina, ci impegneremo molto affinché possano recuperare il maggior territorio possibile".

La risposta del Cremlino

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che i territori ucraini annessi dalla Federazione Russa sono "parte inalienabile della Russia".

Peskov ha sottolineato che l'appartenenza di queste regioni alla Federazione Russia, prevista anche nella Costituzione russa, rappresenta "un fatto assolutamente incontestabile e non negoziabile".

I giornalisti hanno chiesto a Peskov se la promessa del presidente Trump di "restituire all'Ucraina il maggior numero possibile di territori" potrebbe complicare i negoziati per porre fine alla guerra.

Il portavoce del Cremlino ha risposto che, mantenendo la volontà politica da entrambe le parti, sarà possibile "trovare una soluzione alla questione ucraina".

Peskov ha aggiunto che la guerra in Ucraina è "troppo complessa e protratta" e nessuno si aspetta soluzioni "facili e rapide".

"Quello che osserviamo è che il presidente Trump parla e è pronto ad ascoltare gli altri. Questo distingue in maniera fondamentale l'attuale Amministrazione di Washington dalla precedente".

Le relazioni Russia-Cina e la strategia americana

Nel frattempo, il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato in un'intervista a Breitbart News che Washington intende indebolire i legami della Russia con la Cina, senza però seminare discordia tra i due Paesi.

"Non so se potremo mai rompere completamente i loro rapporti con i cinesi. Non penso nemmeno che avere Cina e Russia l'una sulle spalle dell'altra sia positivo per la stabilità globale, considerando che entrambi i paesi sono potenze nucleari".

Secondo Rubio, legami più stretti tra Cina e Russia creerebbero problemi per gli Stati Uniti, specialmente se Mosca diventasse un "partner minore permanente" di Pechino, poiché ciò rappresenterebbe l'unione di due potenze nucleari contro gli Stati Uniti.

"Potremmo trovarci in una situazione in cui, indipendentemente dal fatto che la Russia voglia migliorare le sue relazioni con gli Stati Uniti, non può farlo perché è completamente dipendente dai cinesi", ha aggiunto, sottolineando che per Washington l'opzione migliore sarebbe comunque "avere relazioni" con Mosca.

Intanto Bloomberg ha riferito che Stati Uniti e Russia stanno discutendo dell'Artico come possibile area di cooperazione economica.

I funzionari americani considerano questa cooperazione come un modo per "creare una frattura tra Mosca e Pechino", sebbene questa strategia possa risultare difficile considerando il rafforzamento dei legami russo-cinesi negli ultimi anni.

Analisi della situazione diplomatica

L'amministrazione Trump sta tentando di ridefinire l'approccio americano sia verso la Russia che verso la Cina.

La strategia di allentare i legami russo-cinesi rappresenta un cambiamento significativo rispetto all'Amministrazione precedente, ma affronta difficoltà considerevoli data la profondità delle relazioni sviluppate tra Mosca e Pechino.

Il fatto che la Cina abbia espresso sostegno al dialogo russo-americano aggiunge complessità alla situazione, suggerendo che Pechino, pur mantenendo stretti legami con Mosca, non intende necessariamente opporsi a un miglioramento delle relazioni russo-americane.

La questione dei territori ucraini annessi rimane comunque uno dei principali punti di attrito.

La posizione del Cremlino, che considera questi territori "parte inalienabile della Russia", contrasta direttamente con l'obiettivo dichiarato, almeno a parole, dell'Amministrazione Trump di voler aiutare l'Ucraina a recuperarne parzialmente il controllo, rappresentando un potenziale ostacolo significativo sul tavolo dei negoziati.

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