Mosca alza il tiro: "Relazioni USA-Russia sull'orlo del collasso"
Il Cremlino usa toni duri e detta le condizioni per la pace in Ucraina mentre emergono notizie di primi contatti diretti tra Putin e Trump.

Il Cremlino ha lanciato oggi un severo monito sullo stato delle relazioni tra Stati Uniti e Russia, definendole senza mezzi termini come "in bilico sull'orlo di una rottura", mentre si intensificano le speculazioni sui presunti contatti telefonici diretti tra i presidenti Donald Trump e Vladimir Putin per porre fine al conflitto in Ucraina.
La posizione di Mosca
Il vice Ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, responsabile delle relazioni con gli Stati Uniti e del controllo degli armamenti, ha dichiarato durante una conferenza stampa che tutte le condizioni poste dal presidente Putin devono essere "pienamente soddisfatte" prima di qualsiasi risoluzione del conflitto.
Ryabkov ha anche avvertito che le forniture di armi moderne americane all'Ucraina hanno reso gli Stati Uniti "parte del conflitto".
Un messaggio che sembra voler stabilire da parte di Mosca una linea dura nei confronti dell'Amministrazione Trump.
Il diplomatico russo ha comunque elogiato l'Amministrazione Trump per il suo interesse al dialogo, specificando che Mosca è pronta a negoziare "su base paritaria", ma ha ribadito che qualsiasi accordo dovrà necessariamente affrontare "le cause profonde del conflitto" e riconoscere "la realtà sul terreno".
Sostanzialmente, dunque, le richieste russe per la pace, delineate da Putin in un discorso dello scorso giugno, rimangono quindi immutate: l'Ucraina deve rinunciare alle sue ambizioni di adesione alla NATO e ritirare le proprie truppe dall'intero territorio delle quattro regioni illegalmente e in gran parte controllate dalla Russia.
Condizioni che Kyiv aveva precedentemente rigettato e definito equivalenti a una resa.
La realtà attuale sul terreno
Attualmente la Russia controlla circa il 20% del territorio ucraino, includendo la Crimea, illegalmente annessa nel 2014, e parte di quattro regioni nell'Ucraina orientale e meridionale.
Sebbene Mosca rivendichi l'intera sovranità su queste quattro regioni, le forze russe ne controllano effettivamente solo il 70-80%, con circa 26.000 chilometri quadrati ancora in mano alle truppe ucraine.
I contatti Trump-Putin
Intanto il presidente Trump ha confermato di aver avuto conversazioni con Putin, pur mantenendo un velo di riserbo sui dettagli. "Ho avuto dei contatti con lui", ha dichiarato ai giornalisti sull'Air Force One, aggiungendo di aspettarsi "molte altre conversazioni" finalizzate a porre fine al conflitto.
"Odio vedere tutti questi giovani uccisi. I soldati vengono uccisi a centinaia di migliaia", ha aggiunto il presidente.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, da parte sua, ha mantenuto un atteggiamento cauto, non confermando né smentendo questi contatti, che, se confermati, rappresenterebbero il primo contatto ufficialmente riconosciuto tra i due leader dal 2022 in poi.
Le prospettive diplomatiche
L'Amministrazione Trump sta preparando diverse opzioni per porre fine al conflitto. Keith Kellogg, inviato speciale per Russia-Ucraina, ha fatto sapere che intende coordinare incontri con tutti i Paesi NATO per sviluppare una strategia comune.
A sua volta il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz ha dichiarato che gli Stati Uniti sono pronti a utilizzare dazi, sanzioni e altre misure per portare Putin al tavolo dei negoziati.
Da parte sua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso la disponibilità a colloqui con la Russia, ma ha posto come condizione preliminare un incontro con Trump, sottolineando che "altrimenti sembrerebbe un dialogo sull'Ucraina senza l'Ucraina".
Zelensky ha inoltre proposto di fornire agli Stati Uniti contratti esclusivi per le terre rare e altri minerali ucraini in cambio del sostegno finanziario e militare allo sforzo bellico.