Modi snobba Trump e vola da Xi: il vertice di Tianjin ridisegna gli equilibri asiatici

Il premier indiano rifiuta quattro telefonate del presidente americano dopo i dazi punitivi e partecipa al summit della Shanghai Cooperation Organization in Cina. Putin e altri leader autoritari presenti all'incontro che punta a creare un contrappeso all'ordine mondiale guidato dagli Stati Uniti.

Modi snobba Trump e vola da Xi: il vertice di Tianjin ridisegna gli equilibri asiatici
Fonte: sito web del Cremlino

Il premier indiano Narendra Modi ha rifiutato di rispondere a quattro telefonate del presidente Donald Trump nelle ultime settimane, scegliendo invece di volare a Tianjin per il primo viaggio in Cina in sette anni. La rottura diplomatica tra Washington e Nuova Delhi, causata dai pesanti dazi americani sulle esportazioni indiane, sta offrendo in questo modo a Xi Jinping l'opportunità di presentare la Cina come alternativa stabile agli Stati Uniti in un momento di turbolenze nelle alleanze occidentali.

Il summit della Shanghai Cooperation Organization (SCO), che si tiene da domenica nella città portuale cinese per due giorni, riunisce i leader di Paesi che governano circa il 40% della popolazione mondiale e controllano vaste riserve energetiche globali. Tra i partecipanti figurano Vladimir Putin, arrivato con gli onori del tappeto rosso, il dittatore nordcoreano Kim Jong-un in viaggio sul suo treno blindato, e i presidenti di Iran, Bielorussia e Pakistan.

La guerra dei dazi scatena la crisi indo-americana

La frattura tra India e Stati Uniti è emersa quando Trump ha imposto un dazio del 25% sulle esportazioni indiane, per poi raddoppiare la misura punitiva accusando Nuova Delhi di "riciclaggio di petrolio" per l'acquisto di greggio russo. Scott Bessent, Segretario al Tesoro americano, ha attaccato i "titani energetici politicamente connessi dell'India", riferendosi implicitamente a Reliance, il conglomerato di Mukesh Ambani che ha importato petrolio russo per 6,4 miliardi di sterline nei primi sette mesi dell'anno secondo il Centre for Research of Energy and Clean Air.

L'India sostiene invece di aver acquistato petrolio russo con il benestare di Washington, vendendo poi gran parte dei prodotti raffinati all'Unione Europea. Il governo di Nuova Delhi sottolinea inoltre che i dazi imposti all'India sono cinque volte superiori a quelli applicati alla Russia stessa, che beneficia automaticamente di tariffe preferenziali e fa notare che Cina, Turchia, Arabia Saudita e Giappone, tutti significativi acquirenti di energia russa, non hanno ricevuto sanzioni simili. Austria e Slovacchia hanno addirittura aumentato la loro dipendenza dal gas russo dall'inizio della guerra, con l'Austria che ora importa il 98% del suo gas dalla Russia.

Xi Jinping sfrutta le divisioni occidentali

Il presidente cinese ha definito il summit il più grande nella storia della SCO, utilizzando diplomazia e cerimonie per presentare il suo Paese come leader globale capace di fornire un contrappeso alle istituzioni occidentali. La scelta di Tianjin come sede ha un valore simbolico per la Cina: un porto forzatamente aperto dalle potenze coloniali nel XIX secolo e città occupata dal Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale.

Putin, nel suo arrivo a Tianjin, ha elogiato il partenariato sino-russo come "forza stabilizzatrice" per il mondo. In un'intervista scritta per l'agenzia di stampa statale cinese Xinhua, ha dichiarato che i due Paesi sono "uniti nella visione di costruire un ordine mondiale giusto e multipolare", un'allusione agli sforzi per rivedere quello che considerano un ordine mondiale guidato dagli Stati Uniti e ingiustamente sbilanciato contro di loro.

L'attacco aereo russo contro l'Ucraina di questa settimana, il secondo più grande dall'inizio dell'invasione su larga scala, evidenzia come Putin continui a ignorare le pressioni internazionali per porre fine all'offensiva, godendo comunque di visibilità internazionale due settimane dopo il suo summit in Alaska con Trump.

L'organizzazione che sfida l'Occidente

La Shanghai Cooperation Organization, fondata nel 2001 come gruppo focalizzato sulla cooperazione per la sicurezza regionale tra Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan, si è espansa nel corso degli anni sia in termini di dimensioni che di portata. I membri attuali includono anche India, Iran, Pakistan e Bielorussia, con 16 Paesi partner e osservatori tra cui Cambogia, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Qatar, Kuwait e persino un Paese membro della NATO, la Turchia.

I membri SCO conducono esercitazioni congiunte antiterrorismo, condividono intelligence per combattere "terrorismo, separatismo ed estremismo" e lavorano per espandere il coordinamento in aree come istruzione, commercio ed energia. L'inclusione dell'Iran nel 2023 e della Bielorussia un anno dopo sono state ampiamente viste come uno sforzo di Pechino e Mosca per rendere l'organizzazione sempre più esplicitamente anti-occidentale.

Il riavvicinamento indo-cinese

La partecipazione di Modi al vertice aggiunge peso alla lista degli ospiti di Xi, considerando che il premier indiano aveva invece saltato il summit dell'anno scorso in Kazakistan. Il suo arrivo a Tianjin avviene in un contesto di deterioramento delle relazioni con Washington e mentre Pechino e Nuova Delhi hanno mosso passi per allentare le proprie frizioni, un riallineamento nascente che potrebbe compromettere gli sforzi americani di coltivare l'India come contrappeso contro una Cina in ascesa.

Le relazioni tra India e Cina erano state gravemente tese da uno scontro al confine himalayano nel giugno 2020, combattuto con bastoni e mattoni, che aveva ucciso 20 soldati indiani. Il fatto che la riconciliazione stia avvenendo, dato il legame personale un tempo stretto tra Trump e Modi, è di per se notevole. I due leader avevano tenuto vasti raduni nei rispettivi paesi: 50.000 persone al rally "Howdy, Modi" in Texas nel 2019 e 100.000 al "Namaste, Trump" ad Ahmedabad l'anno successivo.

Alcuni ospiti del summit, tra cui Putin, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian e il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif, rimarranno per la parata militare a Pechino, dove il Partito Comunista al potere mostrerà la sua potenza militare e sottolineerà il suo ruolo nella lotta contro il Giappone imperiale come parte delle Forze Alleate nella Seconda Guerra Mondiale, mentre il mondo commemora gli 80 anni dalla fine di quella guerra.

Il gruppo ha regolarmente chiesto di "evitare approcci di blocco, ideologici o di confronto" nell'affrontare le minacce alla sicurezza, ma i suoi summit non hanno ancora prodotto una dichiarazione congiunta che menzioni la guerra in Ucraina. La SCO e i suoi membri principali, Cina e Russia, sembrano anche aver avuto poco ruolo nella de-escalation di un conflitto di quattro giorni tra membri India e Pakistan all'inizio di quest'anno. Il gruppo ha tuttavia "condannato fermamente" gli attacchi militari condotti da Stati Uniti e Israele contro l'Iran lo scorso giugno.

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