Mobilitare gli elettori o convincere gli indecisi? Sono la stessa cosa

I Dem non devono scegliere tra strategie opposte: i non-votanti e gli elettori incerti sostengono politiche simili, rendendo possibile conquistarli entrambi con lo stesso approccio.

Mobilitare gli elettori o convincere gli indecisi? Sono la stessa cosa
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I democratici hanno sempre creduto di dover scegliere: mobilitare la propria base o conquistare gli elettori indecisi? Spostare le posizioni a sinistra per entusiasmare i propri sostenitori o moderarle per attrarre chi è in bilico? Secondo Jesse Richardson, esperto di analisi elettorale, questa scelta non esiste. Mobilitare gli elettori e persuadere gli indecisi sono la stessa cosa.

Richardson parte da un grafico del rapporto Deciding To Win, pubblicato la settimana scorsa per analizzare la sconfitta democratica del 2024. Il grafico mostra una forte correlazione tra le politiche sostenute dai non-votanti e quelle sostenute dagli elettori in bilico. I due gruppi condividono preferenze simili. Non esistono molte politiche che piacciono a un gruppo e non all'altro. Un candidato democratico può adottare posizioni popolari su temi chiave senza sacrificare né la partecipazione della base né il consenso degli indecisi.

Il punto è capire chi sono questi elettori. Mobilitare la base non significa entusiasmare gli attivisti convinti, che votano comunque. Significa convincere chi sta decidendo se andare a votare per i democratici o restare a casa. Persuadere non significa convertire un repubblicano di lunga data, ma conquistare chi è incerto. Questi due gruppi sono molto simili: sono entrambi potenziali elettori democratici con qualche ostacolo da superare.

La storia elettorale conferma questa tesi. Alle elezioni di metà mandato del 2018, l'ondata blu democratica fu alimentata sia da repubblicani che cambiarono voto sia da una maggiore partecipazione degli elettori democratici. Nel 2012, Barack Obama ottenne una partecipazione record tra gli elettori neri conquistando anche percentuali altissime di voti in questa comunità. In alcuni seggi a maggioranza nera ottenne il cento per cento dei voti. Nel 2017 i democratici conquistarono un seggio al Senato in Alabama, uno degli stati più conservatori del paese, combinando persuasione e alta partecipazione della propria base.

Richardson applica questa teoria anche alle primarie di New York del 2025, dove Zohran Mamdani vinse con oltre dieci punti di vantaggio. Alla fine del voto anticipato era chiaro che Mamdani aveva rimodellato l'elettorato in modo favorevole a lui. Questo significava che era bravo sia a mobilitare elettori di sinistra sia a conquistare elettori persuadibili. I dati lo confermano: Mamdani ottenne buoni risultati sia nella partecipazione che nella persuasione nelle stesse aree.

Un esempio è il quarantanovesimo distretto, un'area a forte presenza asiatica nel sud di Brooklyn che alle ultime presidenziali scelse Trump in modo schiacciante. Maya Wiley, la candidata della sinistra nel 2021, ottenne solo il nove per cento al primo turno. Mamdani conquistò il cinquanta per cento. Questo balzo fu anticipato dalla mobilitazione: il voto anticipato mostrò che l'elettorato sarebbe stato significativamente più giovane. Mamdani aveva due obiettivi: far votare più giovani e convincere abbastanza anziani. Il suo successo nei due obiettivi fu collegato. Dove la partecipazione giovanile rimase bassa, Mamdani ottenne risultati pessimi nella persuasione. Dove mobilitò molti giovani, vinse anche tra gli anziani.

Richardson conclude che ottenere buoni risultati nella persuasione assomiglia molto a ottenerli nella mobilitazione. Il compromesso tra i due è minimo, soprattutto nelle elezioni generali. Chi teme che i democratici che si spostano al centro deprimano la partecipazione può stare tranquillo: sia gli elettori in bilico che i non-votanti tendono a posizionarsi al centro.

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