Milioni di americani in piazza contro Trump: “No Kings”
Negli Stati Uniti, oltre 2.000 manifestazioni hanno denunciato la svolta autoritaria della presidenza Trump. A Washington, il presidente ha celebrato il suo compleanno con una parata militare. A Los Angeles, la tensione è sfociata in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.

Mentre i carri armati Abrams sfilavano nel centro di Washington il 14 giugno, per celebrare il 250º anniversario dell’esercito e il 79º compleanno del presidente Trump, milioni di cittadini statunitensi si radunavano in tutto il Paese per denunciare la sua deriva autoritaria. Le manifestazioni, organizzate sotto lo slogan No Kings, hanno coinvolto circa 2.000 località, dalle metropoli costiere ai piccoli centri rurali. I promotori parlano di una mobilitazione nazionale senza precedenti dalla morte di George Floyd nel 2020.
Il contrasto tra la parata e le proteste è stato evidente. A Washington, Trump ha assistito al passaggio di truppe, veicoli blindati e missili, mentre la folla nei pressi della Casa Bianca gridava slogan contro l’abuso di potere e la soppressione dei diritti civili. L’organizzazione Indivisible, tra i principali promotori, ha diffuso una mappa dettagliata delle proteste, con un’alta concentrazione lungo le coste e in Stati storicamente progressisti.
A Los Angeles, epicentro della protesta contro le espulsioni indiscriminate, oltre 60.000 persone hanno marciato pacificamente. In testa al corteo, una copia gigante della Costituzione statunitense del 1787. Altre 200 manifestazioni hanno avuto luogo in tutta la California, da Mount Shasta a San Diego. In spiaggia a San Francisco, centinaia di manifestanti hanno formato con i propri corpi la scritta “No King”, visibile dagli elicotteri.
La mobilitazione ha incluso cittadini di ogni età e provenienza. A Miami, un centinaio di persone ha manifestato nel parco Young Circle, circondate da palme e fig trees. A Philadelphia, Atlanta, Chicago, Portland e Austin, la presenza è stata massiccia. A Seattle, la polizia ha stimato una partecipazione di decine di migliaia di persone. A New York, alcune manifestanti si sono presentate mascherate o si sono fatte fotografate di spalle, per timore di ritorsioni.
Molti hanno citato come motivo della loro partecipazione l’uso dell’esercito a Los Angeles, deciso da Trump contro il parere delle autorità locali. Il presidente ha infatti inviato 2.000 soldati della Guardia nazionale e 700 marines in risposta a proteste scatenate da raid dell’Immigration and Customs Enforcement. Un giudice federale della California ha dichiarato illegale il dispiegamento, ma la sentenza è stata sospesa in attesa dell'appello.
Il clima di timore è cresciuto dopo l’assassinio della deputata democratica del Minnesota Melissa Hortman, uccisa da un uomo che si fingeva poliziotto. A Los Angeles, dopo una giornata di manifestazioni per lo più pacifiche, la tensione è salita nel tardo pomeriggio: la polizia ha dichiarato un’assemblea illegale, emesso un ordine di dispersione e fatto ricorso a gas lacrimogeni e proiettili non letali. Alcuni dimostranti sono stati caricati da agenti a cavallo. Il coprifuoco è scattato alle 20:00.
Durante le proteste, le richieste sono state molteplici: difesa della democrazia, opposizione ai tagli alla sanità, condanna delle politiche migratorie. Alcuni slogan prendevano di mira direttamente Trump e il suo consigliere per l’immigrazione, Stephen Miller, con cartelli che recitavano “No King” e “No Nazi”. Altri sottolineavano la difesa dell’istruzione e della scienza, in opposizione ai tagli federali. Molti richiamavano valori patriottici e costituzionali: “Questa terra è stata fatta per te e per me”, recitava un cartello che citava This Land Is Your Land di Woody Guthrie.
I promotori del movimento No Kings, tra cui Indivisible e 50501, hanno scelto di non organizzare eventi a Washington per evitare scontri con la parata. Il nome del movimento richiama il rifiuto di un potere personale e assoluto, che molti associano all’atteggiamento del presidente verso la legge, la Costituzione e le istituzioni democratiche. Mentre il presidente celebra il potere dello Stato con carri armati e soldati, milioni di cittadini rispondono con cartelli, marce e un appello alla democrazia: “No Kings”.