I Marines a Los Angeles aiuteranno la Guardia Nazionale

I Marines statunitensi si uniranno alle truppe della Guardia nazionale dispiegate nelle strade di Los Angeles entro due giorni. L'annuncio è stato dato mercoledì da funzionari federali, confermando che i militari avranno l'autorizzazione a trattenere chi interferisce con gli agenti dell'immigrazione o si confronta con il personale federale durante le operazioni.

Il dispiegamento avviene nonostante l'opposizione del governatore della California Gavin Newsom, il quale ha denunciato l'intervento come illegale e inutilmente provocatorio. Le tensioni si sono aggravate dopo sei giorni di proteste a Los Angeles, iniziate in risposta a una serie di operazioni di rimpatrio e intensificatesi con la chiamata in campo delle forze armate. Le manifestazioni, in gran parte pacifiche, sono state segnate da sporadici episodi di violenza concentrati nel centro cittadino.

Il presidente Trump ha rivendicato la rapidità della sua risposta come decisiva per evitare una degenerazione della situazione: "Se non avessi agito rapidamente, Los Angeles starebbe bruciando fino alle fondamenta in questo momento", ha dichiarato durante un evento pubblico al John F. Kennedy Center for the Performing Arts. Ma i leader locali contestano questa versione, accusando il presidente di avere alimentato lo scontro con un uso eccessivo e incostituzionale della forza militare.

Il provvedimento si inserisce nella strategia della Casa Bianca di dare piena attuazione alla promessa elettorale di realizzare la più vasta campagna di espulsione nella storia americana. "Le rivolte della sinistra non lo scoraggeranno", ha affermato la portavoce Karoline Leavitt, sottolineando l'intenzione del presidente di proseguire con metodi decisi e coerenti con il suo approccio politico.

L'esercito ha fatto sapere che un battaglione composto da 700 Marines ha completato l'addestramento specifico per la missione, che include tecniche di de-escalation e controllo della folla. I militari opereranno sotto l'autorità del Title 10, una legge federale che consente l'impiego delle forze armate in specifiche condizioni. Secondo quanto dichiarato dal Northern Command, i Marines non saranno impiegati per compiti di polizia civile ma avranno facoltà di trattenere temporaneamente chi attacca o ostacola gli agenti federali.

Il maggiore generale Scott Sherman, a capo della task force congiunta, ha chiarito che i Marines non porteranno munizioni nei caricatori, ma saranno comunque dotati di proiettili vivi. La portavoce del Dipartimento di Sicurezza Interna Tricia McLaughlin ha confermato che in caso di attacchi contro gli agenti dell’ICE, i militari potranno trattenere i responsabili fino all’arrivo delle forze dell’ordine competenti.

Nel frattempo, lo Stato della California ha intentato una causa contro l’amministrazione Trump e il Dipartimento della Difesa, sostenendo che non sussistono le condizioni previste dal Title 10 per giustificare l’uso delle forze armate. In particolare, l’azione legale contesta l’assenza di una minaccia di invasione straniera o di ribellione, condizioni che la legge richiede espressamente. La California ha inoltre richiesto un’ordinanza restrittiva temporanea per bloccare immediatamente la partecipazione di Marines e Guardia nazionale in attività riconducibili all’ordine pubblico.

Sul terreno, la situazione a Los Angeles resta tesa. Poco prima dell’entrata in vigore del secondo coprifuoco consecutivo su un’area di circa 2,5 chilometri quadrati, la calma è stata interrotta da nuovi scontri. Secondo la polizia, alcuni manifestanti hanno lanciato pietre e fuochi d’artificio contro gli agenti. Un altro corteo, composto da circa 1.000 persone, stava marciando pacificamente quando la polizia ha aperto il fuoco con munizioni non letali nei pressi del municipio.