Manifestazioni contro Trump in diverse città americane il 1° maggio
Migliaia di persone sono scese in piazza negli Stati Uniti per protestare contro la politica del presidente e denunciare una deriva autoritaria. Al centro delle critiche anche le misure su immigrazione e disuguaglianze.

Giovedì 1° maggio 2025, in occasione della giornata internazionale dei lavoratori, migliaia di persone hanno manifestato in diverse città degli Stati Uniti contro l’amministrazione del presidente Donald Trump. Da New York a Los Angeles, da Washington a Houston e Filadelfia, cittadini, sindacati e organizzazioni della società civile hanno protestato per difendere i diritti dei lavoratori e dei migranti, denunciando quella che molti definiscono una deriva autoritaria del governo federale.
Negli Stati Uniti, il 1° maggio non è tradizionalmente una giornata di mobilitazione di massa, come avviene in Europa. Tuttavia, decine di sigle sindacali locali e movimenti civici hanno scelto di sfruttare questa ricorrenza internazionale per portare in piazza rivendicazioni legate alla giustizia sociale e all’uguaglianza economica. In molti cortei, Trump è stato descritto come un “tiranno”, accusato di concentrare il potere nelle mani dei più ricchi e di colpire la classe media e quella lavoratrice.
Nella capitale, i cortei hanno raccolto solo qualche centinaio di partecipanti, ma a New York e Los Angeles si sono contate diverse migliaia di manifestanti. A Houston, in Texas, Bernard Sampson, attivista di sinistra, ha criticato le espulsioni rapide attuate dall’amministrazione Trump, che secondo lui colpiscono «quelli che lavorano nei vostri ristoranti, che costruiscono le vostre case».
A Filadelfia, in Pennsylvania, il senatore Bernie Sanders ha radunato alcune centinaia di persone insieme a un sindacato locale, in una tappa del suo tour nazionale per “combattere l’oligarchia”. Durante il suo intervento, Sanders ha sottolineato l’aumento delle disuguaglianze economiche: «Oggi in America, un solo uomo, Elon Musk, possiede più ricchezza del 52% delle famiglie americane meno abbienti», ha dichiarato.
Le proteste arrivano in un momento in cui il Partito democratico, attualmente in minoranza al Congresso, fatica a trovare una strategia efficace per contrastare Donald Trump. Il 30 aprile, per la prima volta dalla sconfitta elettorale del novembre 2024, l’ex vicepresidente Kamala Harris è intervenuta pubblicamente con un discorso fortemente critico nei confronti del presidente, accusandolo di avere una «visione ristretta».

Il 1° maggio come giornata di mobilitazione del mondo del lavoro ha origini proprio negli Stati Uniti, dove commemora le violente repressioni avvenute a Haymarket Square, a Chicago, nel 1886. Tuttavia, negli Stati Uniti la festa del lavoro (Labor Day) si celebra a settembre. Le manifestazioni di quest’anno sono dunque una riappropriazione simbolica della data da parte di chi denuncia un attacco ai diritti fondamentali e alla democrazia.