Mamdani sfida Trump a un dibattito pubblico

Il candidato sindaco di New York, favorito alle elezioni, lancia la provocazione dopo le accuse di ingerenza della Casa Bianca nella campagna elettorale e le sfide di Andrew Cuomo a confronti televisivi in ogni quartiere della città

Mamdani sfida Trump a un dibattito pubblico
Bingjiefu He/Wikipedia Commons

Il candidato sindaco di New York Zohran Mamdani, attualmente in testa nei sondaggi per le elezioni di novembre, ha lanciato una sfida diretta al presidente Donald Trump: un dibattito televisivo pubblico. La proposta arriva dopo che l’ex governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, aveva invitato Mamdani a confrontarsi con lui in cinque dibattiti, uno per ogni quartiere della città. Mamdani, però, ha deciso di alzare la posta, puntando il dito contro quello che ha definito un tentativo di “ingerenza” da parte della Casa Bianca nella corsa alla poltrona di sindaco.

“Eliminiamo l’intermediario”, ha dichiarato Mamdani al New York Post. “Perché dovrei dibattere con la marionetta di Donald Trump quando potrei dibattere direttamente con lui?”. Il riferimento è a Cuomo, che secondo Mamdani agirebbe su input del presidente. Trump, negli ultimi mesi, ha più volte criticato pubblicamente il candidato socialista del Queens, accusandolo di posizioni troppo radicali su temi come la sicurezza e l’economia.

La sfida di Mamdani non è casuale. Il candidato del Democratic Socialists of America (DSA) ha accusato Trump di voler influenzare il risultato elettorale, citando anche presunte conversazioni telefoniche tra i due. Secondo fonti vicine alla campagna, la Casa Bianca starebbe valutando delle offerte di lavoro nell’amministrazione federale per il sindaco uscente Eric Adams e per il candidato repubblicano Curtis Sliwa, con l’obiettivo di farli ritirare dalla corsa. Una mossa che favorirebbe Cuomo, attualmente il secondo nei sondaggi dietro Mamdani.

“Se Donald Trump è davvero serio nell’intenzione di intervenire nella campagna per il sindaco di New York, venga qui e dibatta con me direttamente”, ha aggiunto Mamdani. “Parliamo di perché sta tagliando i sussidi alimentari ai newyorkesi bisognosi per concedere sgravi fiscali ai suoi ricchi donatori”. La Casa Bianca non ha ancora risposto alla richiesta di commento da parte del New York Post.

La tensione tra Mamdani e Cuomo si è ulteriormente alzata dopo che quest’ultimo, durante una conferenza stampa, aveva attaccato il rivale per il suo rifiuto di partecipare a dibattiti organizzati da emittenti locali come PIX11 e CBS News. “I newyorkesi meritano risposte”, ha dichiarato Cuomo. “Lo sfido a cinque dibattiti, uno in ogni quartiere, per discutere dei problemi specifici di ogni zona”. Mamdani, però, ha già fatto sapere che parteciperà solo ai due confronti ufficiali organizzati dal Campaign Finance Board della città, previsti per ottobre. “Nel frattempo, non sarò parte di questo circo televisivo”, ha affermato in un video diffuso mercoledì.

La campagna elettorale per il municipio di New York si sta rivelando una delle più accese degli ultimi anni. Mamdani, che ha sconfitto Cuomo nelle primarie democratiche di giugno, rappresenta l’ala più a sinistra del partito, con proposte che includono un maggiore controllo sull’attività della polizia, l’aumento dei fondi per i servizi sociali e una tassazione più progressiva. Posizioni che hanno attirato il sostegno di figure come la deputata Alexandria Ocasio-Cortez, ma anche le critiche di esponenti più moderati, che lo accusano di essere troppo radicale.

Cuomo, dal canto suo, ha evitato di rispondere direttamente alla domanda se sarebbe disposto a dibattere con Sliwa e Adams in un confronto a tre. “Conoscete la mia posizione, e conoscete quella di Eric Adams e Curtis Sliwa”, si è limitato a dire, senza fornire ulteriori dettagli.

Mamdani, intanto, continua a puntare sulla sua strategia: evitare i dibattiti “non ufficiali” e concentrarsi su quelli organizzati dalle istituzioni cittadine. Una scelta che, secondo i suoi sostenitori, serve a mantenere alta l’attenzione sui temi concreti, senza distrarsi in scontri personali.

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