Magistratura sotto attacco: cresce l'allarme per le minacce ai giudici federali americani

Sono raddoppiate le intimidazioni contro i giudici che hanno emesso sentenze contrarie all'Amministrazione Trump. Gli esperti: "A rischio l'indipendenza della magistratura".

Magistratura sotto attacco: cresce l'allarme per le minacce ai giudici federali americani
Foto di Bonnie Kittle / Unsplash

La magistratura federale degli Stati Uniti sta affrontando una preoccupante escalation di minacce, a seguito di una serie di sentenze contrarie all'Amministrazione Trump.

Questa situazione solleva serie preoccupazioni riguardo alla sicurezza personale dei giudici e alla stessa indipendenza del potere giudiziario.

Le intimidazioni hanno raggiunto i vertici più alti del sistema giudiziario: all'inizio di marzo, la sorella della giudice della Corte Suprema Amy Coney Barrett è stata oggetto di una minaccia bomba.

Questo episodio è avvenuto dopo che la giudice Barrett è stata fortemente criticata da commentatori di destra per aver votato contro la proposta di Trump di congelare gli aiuti esteri.

Anche magistrati di livello inferiore, che hanno temporaneamente bloccato alcune iniziative presidenziali, sono diventati bersagli sui social media.

Destano particolare preoccupazione post online che espongono pubblicamente indirizzi privati dei giudici e dei loro familiari, compresi i figli.

Parallelamente, alcuni legislatori repubblicani vicini al presidente hanno proposto procedure di impeachment contro diversi magistrati federali, nonostante il loro incarico sia a vita.

Un ruolo centrale in questa campagna è svolto da Elon Musk, capo del Dipartimento per l'Efficienza Governativa (DOGE), che ha ripetutamente invocato l'impeachment per i giudici che ostacolano l’agenda presidenziale.

Questi tentativi di indebolimento del potere giudiziario si inseriscono in un più ampio quadro di pressione sulla comunità legale.

L'Amministrazione Trump ha infatti licenziato avvocati dal Dipartimento di Giustizia e dal Pentagono, penalizzato studi legali che rappresentavano clienti politicamente sgraditi e preso le distanze dall'American Bar Association.

Inoltre, il presidente ha firmato un ordine esecutivo che vieta al governo federale di collaborare con lo studio legale che rappresentò la campagna elettorale di Hillary Clinton nel 2016.

"Nella mia vita, quattro giudici federali sono stati uccisi per ritorsione legata al loro lavoro", ha ricordato Richard Sullivan, giudice della Corte d'Appello per il Secondo Circuito. "Questa non è un'ipotesi, è reale ed è già successo".

La Federal Judges Association, che rappresenta oltre mille giudici, ha ribadito l'importanza che "i giudici possano svolgere il proprio lavoro senza timore di violenze o pressioni indebite".

Un aspetto particolarmente preoccupante riguarda la tempistica di queste minacce, che coincidono con le imminenti decisioni della Corte Suprema su numerosi casi sensibili.

"Abbiamo un sistema giudiziario che prevede appelli", ha dichiarato il giudice Jeffrey Sutton. "L'impeachment non dovrebbe diventare un modo per aggirare questo processo".

Paul Grimm, ex giudice federale, ha espresso preoccupazione affermando che "intimidire i giudici affinché non svolgano il loro dovere costituzionale significa mettere a repentaglio lo Stato di diritto".

Recenti episodi dimostrano che le minacce ai giudici non sono teoriche: circa cinque anni fa, il figlio della giudice distrettuale Esther Salas è stato assassinato.

Nel 2022, un uomo armato si è presentato a casa del giudice Brett Kavanaugh, e nel 2023 un magistrato del Maryland è stato ucciso nel vialetto della propria abitazione.

Secondo il servizio degli U.S. Marshals, negli ultimi anni le minacce contro i giudici federali sono raddoppiate, colpendo magistrati nominati da entrambe le Amministrazioni democratiche e repubblicane.

Tuttavia, i Marshals dipendono dalla Procuratrice Generale ed, indirettamente, dall'Amministrazione presidenziale, situazione che preoccupa alcuni membri del Congresso.

Il deputato democratico Eric Swalwell ha infatti evidenziato che "la sicurezza dei giudici dipende dai Marshals, nominati dal presidente. Se un presidente fosse insoddisfatto di una decisione, potrebbe teoricamente revocare la loro protezione".

Swalwell ha pertanto proposto l’istituzione di una forza di sicurezza indipendente dalla Casa Bianca per assicurare ai magistrati la possibilità di esercitare le loro funzioni senza condizionamenti esterni.

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